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Riportiamo il post appena pubblicato da Beppe Grillo sul suo blog. E” molto importante, si tratta di una svolta. Rappresenta fin qui la presa di posizione più netta sulla questione Euro assunta dal Movimento Cinque Stelle, con un”indicazione strategica, mai così esplicita: predisporre per tempo il programma per l”uscita dall”Euro, l”introduzione di una nuova moneta, la nazionalizzazione delle banche al fine di evitare lo strangolamento che invece ha fatto capitolare la Grecia. E” prevedibile che questa presa di posizione polarizzerà il dibattito politico in Italia sul tema nei mesi a venire, che lo vogliano o meno anche le altre forze politiche.
Buona lettura. (la Redazione)
Greco peggio di come ha fatto Tspiras. Solo una profonda miopia
economica unita ad una opaca strategia politica potevano trasformare
l”enorme consenso elettorale che lo aveva portato al governo a gennaio
nella vittoria dei paesi creditori suoi avversari solo sei mesi dopo,
nonostante un referendum vinto nel mezzo.
Rifiutare a priori l”Euroexit è stata la sua condanna a morte.
Convinto, come il PD, che si potesse spezzare il connubio Euro &
Austerita”, Tsipras ha finito per consegnare il suo paese, vassallo,
nelle mani della Germania. Pensare di opporsi all’Euro solo dall’interno
presentandosi senza un esplicito piano B di uscita ha infatti finito
per privare la Grecia di ogni potere negoziale al tavolo dell’Euro
debito.
Era dunque chiaro sin dall’inizio che Tsipras si sarebbe schiantato
anche se Varoufakis qualche volta ha provato a reagire. Solo Vendola, il
PD ed i media ispirati dalla frotolla scalfariana (tra i tanti) degli
Stati Uniti d’Europa e dai nostalgici del manifesto di Ventotene
potevano credere ad un Euro senza austerita’. E sono costretti a
continuare a far finta di crederci pur di non dovere ammettere
l’opportunita’ di una uscita dopo sette anni di disastri economici.
La conseguenza di questa catastrofe politica e” davanti agli occhi di tutti:
– Nazismo esplicito da parte di chi ha ridotto la periferia d’Europa a suo protettorato attraverso il debito, con ricorsi storici allarmanti.
– Mutismo o esplicito supporto alla Germania da parte degli altri paesi
europei vuoi per opportunismo (nord) o per subalternita’ (periferia).
– Mercati finanziari che celebrano con nuovi massimi la fine della democrazia.
– Esproprio del patrimonio nazionale attraverso l”ipoteca di 50 miliardi di euro sui beni greci finiti nel fondo voluto da Adolf Schauble per passare all’incasso dei suoi crediti di guerra.
Era tutto studiato, previsto, pianificato nei minimi dettagli. La Germania e’ sistematica
nella sua strategia: prima crea un nuovo precedente e poi lo utilizza
nella battaglia successiva imponendo decisioni via via piu’ invasive
della democrazia grazie al ‘chi tace acconsente’.
– Irlanda, Spagna e Portogallo dovevano dimostrare che il rigore paga
sia in termini di riforme (tassazione per pagare gli interessi sul
debito e svalutazione interna attraverso la compressione dei diritti dei
lavoratori) che in termini di interessi sul debito riportati a casa e
pagati col sangue dei paesi debitori.
– Cipro ha dimostrato che i depositi bancari se serve si possono
attaccare attingendo cosi’ non solo alle tasse sul reddito in nome
dell’austerita’ ma direttamente al patrimonio privato dei cittadini per
ripagare il debito contratto.
– Con la Grecia l’asticella e’ stata posta ancora piu’ in alto al punto
di confiscare direttamente il patrimonio pubblico in un fondo la cui
sede giuridica Schauble voleva inizialmente trasferire addirittura fuori
dalla Grecia.
E’ l”Italia il destinatario finale di questi precedenti
seminati lungo il percorso dell’Euro debito in nome della presunta
irreversibilita’ dell”Euro. E’ inutile far finta di non vederlo. La
Grecia offre dunque una nuova lezione per l’Italia da cui faremmo bene
ad imparare se vogliamo farci trovare pronti quando arrivera’ il nostro
turno di debitori.
– Un premier che argomenta bene contro l’austerity, ma che resta
negazionista nei fatti sulla Euroexit, a digiuno di economia monetaria e
con una strategia politica improvvisata in questa fase storica e’ una
minaccia nazionale. E’ valso oggi per Tsipras. Varra’ domani per Renzi.
– Un piano B di uscita e” essenziale per l”Italia,
chiunque sia al governo. Con un enorme debito pubblico ed una economia
manufatturiera orientata all”export e” da irresponsabili non farsi
trovare pronti ad una eventuale uscita non necessariamente forzata da
noi ma eventualmente subita da decisioni altrui, visto che nessuno puo”
prevedere il corso degli eventi.
– Non contare sugli altri perche quando arrivera” il momento saremo soli.
Come e’ successo a Tsipras che ha sbagliato i suoi conti sperando di
trovare sostegno strada facendo dai cugini periferici che invece si
nascondevano nell’ombra del ‘questa volta non tocca a noi’.
– Il referendum proposto dal M5S tramite una legge di iniziativa popolare è uno strumento essenziale. Potra’ servire a spiazzare l”avversario e a dare legittimità democratica all’Euroexit.
– Usare il nostro enorme debito come minaccia. E’
questo infatti un vantaggio che ci consente di attaccare al tavolo di
ogni negoziazione futura, non uno spauracchio da subire per abbozzare
alle richieste dei creditori. Questo vuol dire non consentire alcuna
ingerenza tedesca nel nostro legittimo diritto di ridenominare il
nostro debito in un’altra valuta se e quando arrivera’ il momento.
– Rafforzare le banche. La minaccia di fallimento delle banche e la
chiusura dei rubinetti della liquidita’ e” cio” che alla fine ha fatto
capitolare Tsipras. Prepararsi alla nazionalizzazione delle banche
ed al passaggio ad un’altra moneta e’ il modo per non perdere la prima
battaglia che dovremo affrontare quando arriverà il momento di
staccarci dal bocchettone della BCE. Ogni piano B dovrà dunque
prevedere l’introduzione di una moneta parallela che all’evenienza
potra’ essere adottata per avviare il processo di uscita in maniera
soft.
– Tenere un occhio a Francoforte e l’altro a Washington. Il teatrino
dell’Euro proseguira’ fino a quando lo vorranno gli americani e cioe’
fino alla definitiva approvazione del TTIP con cui gli USA assoggetteranno l’Europa in modo non dissimile da come l’Euro ha assoggettato la periferia alla Germania.
L’Euro è ormai una guerra esplicita tra creditori e debitori. E’
inutile che il nostro governo si sforzi di apparire schierato dalla
parte virtuosa dei vincitori euristi e riformisti. L’Euro non si può
riformare dal suo interno e va invece combattuto dall’esterno,
abbandonando questa camicia di forza anti democratica. Il nostro debito e
la nostra assenza di crescita unita alla deflazione ci collocano a
pieno titolo nella categoria degli sconfitti del debito. Faremmo dunque
bene a prepararci con un governo esplicitamente anti euro all’assalto finale del patrimonio degli italiani sempre piu’ a rischio se non ci riprendiamo la nostra sovranità monetaria.
Fonte: http://www.beppegrillo.it/2015/07/il_pianob_dellitalia_per_uscire_dalleuro.html.
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