di Giulietto Chiesa.
Viene da chiedersi: cosa sta succedendo nella finanza mondiale?
Secondo un rapporto della ESMA (European Security and Markets Authority) il solo mercato dei derivati “europei” vale 453 trilioni di €, cioè 453 mila miliardi. Il calcolo è stato effettuato sulle transazioni effettivamente avvenute in base ai sistemi dell’EMIR (European Market Infrastructure Regulation).
ESMA e EMIR sono due strutture relativamente “giovani” istituite dalla Commissione Europea per cercare di capire, e rendere un tantino più trasparenti, le operazioni di un mercato i cui eccessi furono decisivi per provocare la crisi finanziaria del 2008.
Cercare di capire non significa controllare, tanto meno frenare gli eccessi. Ma almeno il rapporto consente di percepire — a chi vuole vedere — se il livello di allarme è stabile, è cresciuto, o scende. Risposta: cresce.
Ma, ciò che è più importante, si mantengono inalterate le cattive abitudini che si coltivavano in precedenza. Dal rapporto emerge che gli operatori finanziari mondiali (infatti sul mercato europeo ci sono tutti, non solo gli euroei) agiscono soprattutto attraverso i canali non regolamentati (che continuano imperterriti ad essere tali): quelli che vengono definiti comunemente come “over the counter”, ovvero “sul banco”. Su un valore nozionale di 282 mila miliardi di euro di derivati concernenti i tassi d’interesse, ben il 94% viene negoziato “over the counter”. Questa percentuale sale al 99% se si analizzano i derivati concernenti il mercato valutario. E queste due voci coprono circa l’80% di tutti i derivati “europei”. In termini più brutali siamo di fronte a un Far West valutario più o meno al 96%, dove gli sceriffi, se ci sono, non osano neppure mettere il naso.
Ma ora proviamo a vedere, a occhio e croce, qual è la molto probabile situazione mondiale. Se il mercato dei derivati dell’Unione Europea vale — con le caratteristiche qui delineate — 453 trilioni di €, quanto sarà il mercato mondiale dei derivati?
Per esempio: prendiamo come riferimento le cifre corrispondenti del 2008. Il PIL mondiale dell’epoca veniva calcolato attorno ai 54 trilioni di $. Quello dei derivati mondiali “over the counter” era di 684 trilioni. Fatti un po’ di calcoli all’ingrosso, tenendo conto dell’aumento del PIL mondiale e della cifra dei derivati europei qui esplicitata, sembra di poter dire che la cifra dei derivati mondiali al 2016 supera i 1000 trilioni di $ (un milione di miliardi). Erano, nel 2008, all’incirca 14 volte il PIL mondiale. Ancora una volta a occhio e croce, si può ipotizzare che siano oggi non meno di 20 volte il PIL mondiale.
Siamo di fronte a un gigantesco “mercato ombra” composto da contratti tra privati di cui non solo è impossibile stabilire l’esatto ammontare, ma neanche quale sia il ruolo dei cosiddetti investitori istituzionali (società di intermediazione finanziaria che raccolgono i risparmi dei privati per investirli prevalentemente nelle imprese quotate in borsa). Cioè un mercato di cui si sa poco o niente, ma che influisce sui destini della finanza mondiale praticamente sfuggendo a ogni controllo.
In particolare ai controlli degli Stati. Se perfino Warren Buffet, uno dei maggiori finanzieri del mondo, arrivò a definire i derivati come “gli equivalenti finanziari delle armi di distruzione di massa”, dovremmo dedurne che la situazione delle grandi masse di risparmiatori è simile a quella dei profughi africani che prendono il mare in cerca di fortuna a bordo di gommoni rattoppati.
Ovviamente nel rapporto dell’ESMA queste e analoghe considerazioni sono rigorosamente assenti. Non è compito loro — anzi al contrario — sollevare allarmi. Viene in mente il discorso che Franklin Delano Roosevelt fece al Congresso degli Stati Uniti il 29 aprile 1938: “la prima verità è che la libertà di una democrazia non è salda se il popolo tollera la crescita d’un poter privato al punto che esso diventa più forte dello stesso stato democratico. Questo, in essenza, è fascismo — un governo posseduto da un individuo, un gruppo, o qualsiasi altro potere privato capace di controllarlo”.
Fonte: https://it.sputniknews.com/opinioni/201710315212213-finanza-mondiale/.
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