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di Giuseppe Masala.
Lasciano davvero esterrefatti i resoconti del rapporto Ocse sull’Italia. L’unico orizzonte ideale che si riesce ad avere è quello degli inevitabili sacrifici per mantenere i parametri di sostenibilità del debito pubblico. Conseguentemente chiedono l’abolizione dell’appena istituita Quota 100 che fa andare in pensione le persone due anni prima rispetto alla Legge Fornero.
Tutto questo vale anche lasciando perdere sia il percorso logico-dottrinario e le conclusioni che possono essere fortemente contestate per quanto riguarda l’Italia, visto che non tengono conto della sostenibilità del debito data dai nostri fondamentali (conti con l’Estero) positivi. Evidentemente per questi signori i risparmi degli italiani non sono degli italiani; sono risparmi che devono essere investiti in titoli dei paesi del nord Europa e sottoposti a Jus primae noctis con tassi d’interesse negativi (anche i Bund tedeschi a 10 anni hanno un tasso negativo) che di fatto significa sottoporre a tributo il risparmio degli italiani.
Ma il tema non è manco questo. Qui non si vuole capire che, non solo l’Italia, ma tutti i paesi appartenenti all’Entità Europoide stanno sprofondando nell’arretratezza tecnologica a causa della visione ottusa dei tedeschi e della Merkel che non riescono a capire che avere un debito pubblico basso non significa assolutamente nulla (ricordiamolo ancora una volta: il Congo ha un invidiabile rapporto debito/prodotto del 15% e il Giappone del 250%). Ciò che conta è la capacità di innovare che possiede il tessuto produttivo. E dunque la capacità di offrire, in prospettiva, prodotti in grado di competere nei mercati internazionali. In caso contrario ci si autocondanna a competere con i paesi in via di sviluppo sui prodotti a basso costo. Cose dette e ridette da Ashoka Mody, ma evidentemente questi soloni di Parigi non sanno manco chi sia.
L’Europa produce meno brevetti della sola Corea del Sud. La Germania – la Grande Germania – produce meno brevetti della sola IBM. Siamo ad anni luce di distanza da USA, Cina e Giappone. Ci stiamo condannando all’irrilevanza sebbene la posizione di partenza fosse quella di area economica più ricca e istruita del mondo. Eppure questo enorme problema – figlio di una visione ottusa e ignorante – non viene contemplato. Nel rapporto Ocse non si parla minimamente degli indicatori di innovazione: dall’Intensità della Ricerca, alla Propensione alla Brevettazione, fino ad arrivare al Tasso di Innovazione Tecnologica nel Sistema Produttivo. L’unica cosa per loro che conta è torturare i pensionandi. Più che un organizzazione internazionale per lo studio dell’Economia mi sembra che siano un club privé per sadomasochisti.
Nel frattempo americani e cinesi si scontrano sul terreno dell’innovazione con i loro colossi (Baidu, Alibaba, Huawei e Tencent i cinesi e Facebook, Apple, Google nonché Amazon gli americani). Entrambi hanno fatto propria la massima di Ronald Reagan (certamente non un pericoloso marxista o keynesiano): «Il debito è abbastanza grande da pensare da solo a se stesso». Noi siamo ancora imprigionati nella sindrome di Ugo La Malfa che non voleva la televisione a colori in Italia perché era – bontà sua – un bene voluttuario. Il vero padre de #LaLeuropa è lui: Ughen La Malfen.