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Sembra Beirut ma siamo a Partinico

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4 Novembre 2010 - 10.33


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di Pino Maniaci

Non si può certo parlare di autocombustione o di fortuito corto circuito per l”incendio divampato la scorsa notte in via Avellone a Partinico.

Il ritrovamento di un pneumatico, probabilmente prima impregnato di liquido infiammabile e poi dato alle fiamme, aprono uno scenario sconcertante sull”atto intimidatorio perpetrato ai danni di imprenditori partinicesi.

Imprenditori che in tutta probabilità si rifiutano di pagare il pizzo alle organizzazioni criminali locali che negli ultimi mesi stanno cercando di rialzare la testa e tornare a far sentire in modo assai tangibile la loro indesiderata presenza.
Dopo le brillanti operazioni delle forze dell”ordine e della magistratura, che nel tempo hanno inflitto colpi quasi mortali alla cosca partinicese, questi sembrano ormai essersi ripresi e quindi tentano con ogni mezzo di riappropriarsi di quel territorio sul quale avevano perso il controllo.
Riecheggia ancora un servizio andato in onda sulla nostra emittente (Telejato ndr) basato su una missiva fattaci avere da più o meno piccoli imprenditori partinicesi che sono stanchi di dovere sottostare alla barbara legge del più forte, svenati nel dovere dare quello che è il frutto del loro lavoro a degli emeriti parassiti che con la forza e con la violenza vivono sulle spalle degli imprenditori.
A questo punto riteniamo che sia opportuno e quantomeno urgente, adesso più che mai, che lo Stato torni a fare sentire la sua presenza nel nostro territorio, rafforzando con uomini e mezzi le forze dell”ordine già presenti che fanno i salti mortali per garantire, come possono, la presenza dello stato a Partinico.

La situazione criminalità ormai sembra essere degenerata. Chiediamo quindi al sindaco e agli organi competenti che si facciano promotori di un vertice presso la prefettura di Palermo di un comitato per l”ordine e la sicurezza che metta al centro la questione del partinicese affinchè questi pdm si rendano conto che sono veramente lontani i tempi quando spadroneggiavano in lungo e in largo su tutto il territorio imponendo la loro legge. Gli onesti cittadini alla loro vista non fanno più cenni reverenziali ma al contrario si girano dall”altra parte per ignorali, la gente perbene ha ormai preso coscienza del loro stato e non è più disposta a piegarsi al loro volere, però e necessario che ognuno, Stato in testa, faccia la propria parte per far sentire al sicuro tutti quei cittadini esemplari che vogliono vivere in una terra libera dall”atavica oppressione mafiosa.

Tratto da:
antimafiaduemila.com

Visita:
telejato.it

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