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E adesso ci siamo giocati anche la Corte Costituzionale

E adesso ci siamo giocati anche la Corte Costituzionale
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23 Settembre 2012 - 20.27


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gIORGIO nAPOLITANO 20120923

di Fabrizio Tringalimain-stream

Eh già, grazie al peggior presidente della Repubblica della storia d”Italia, sta per ricoprirsi di ridicolo anche l”ultima Istituzione che poteva godere di un qualche rispetto. Del resto lo avevamo già anticipato: pur sapendo l”ovvio, e cioè che, nella vicenda delle intercettazioni telefoniche della procura di Palermo, Napolitano ha torto marcio, l”Alta Corte troverà il modo di dargli ragione.

In questo modo ***[1] che occupa il Colle completa la distruzione della Costituzione Italiana. Proprio lui, che dovrebbe esserne custode, ed invece si è reso protagonista di una incredibile serie di attacchi alla Carta che ne hanno sostanzialmente smantellato i fondamenti.

Dapprima Napolitano ha infranto il principio di divisione dei poteri, quando ha svuotato i poteri del Parlamento minacciando più volte lo scioglimento delle Camere nonostante il governo in carica avesse sempre ottenuto la fiducia. Nulla, nemmeno il fatto che in carica vi fosse un esecutivo disgustoso, giustifica la violazione della Carta.

Poi ha consegnato il Paese al commissariamento da parte dei tecnocrati europei, nominando Monti senatore a vita e quindi capo del governo, e dichiarando più volte che l”euro e la UE sono scelte dalle quali non è possibile tornare indietro (un”ovvia menzogna).

Ora costringe la Corte Costituzionale a perdere ogni credibilità (gettando grave discredito anche sulla Magistratura).

Infine proverà, ancora, a fare in modo che venga approvata una legge elettorale tagliata sulle esigenze del ceto dirigente più forte della UE, e che richiede che l”Italia continui ad essere governata da esecutivi di larghe intese, in modo da proseguire l”opera di distruzione delle condizioni di vita della stragrande maggioranza della popolazione iniziata da Monti, Fornero e Passera, senza che una singola parte politica debba assumersi la responsabilità di dover fare i conti con il malcontento crescente.

Del resto ormai, anche qual poco di democrazia che ci era rimasto, era diventato un fastidioso orpello, ostacolo alla realizzazione dei disegni dei governanti. Meglio, per loro, farne a meno. Non so quanto tempo occorrerà, ma prima o poi emergerà con drammatica chiarezza quanto grave sia ciò che sta accadendo.

 

[1] In questo punto del testo, la redazione ha deciso di non trascrivere un colorito epiteto usato dall”autore, per evitare di incorrere in qualche ritorsione di carattere giudiziario.

(20 settembre 2012)

Fonte: http://www.main-stream.it/

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