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Noi di clarissa.it potremmo rivendicare il fatto che in tempi non
sospetti, vale a dire in una conferenza pubblica del 27 ottobre 2007, di
cui è possibile scaricare dal nostro sito la presentazione, avevamo
chiaramente indicato proprio quello che si sta oggi dimostrando nei
fatti.
Dicevamo che l”economia finanziarizzata, quella dei Padroni
dell”Universo (come amano chiamarsi i grandi speculatori internazionali)
che hanno lavorato per tre decenni e oltre sotto il democratico motto
“create e distribuite” (riferito ovviamente al rischio speculativo…),
aveva già intaccato la finanza pubblica, e questo avrebbe condizionato
le scelte politiche di un”intera classe dirigente, quella occidentale.
In
questo modo, assoggettando definitivamente i popoli all”esigenza di
coprire l”enorme massa di titoli che sono ormai carta straccia, quelle
politiche avrebbero necessariamente dovuto recuperare le perdite di
sistema mediante la pressione fiscale, la cosiddetta austerità e la
messa a rischio dell”intero sistema del welfare.
Così da allora è
stato: quello che nel 2007 ben pochi hanno saputo dire, oggi è sotto gli
occhi di tutti quelli che vogliono vedere e comprendere.
Le notizie
che con grande prudenza La Repubblica sta dando in queste ore, sulla
perdita di 8 miliardi di euro in derivati del Tesoro italiano, si
aggiungono a quello che abbiamo già letto sulla vicenda Monte Paschi di
Siena, ma anche, qui “da noi” in piccolo, sulla gravissima crisi di
Banca Marche: una banca locale che non ha ancora spiegato ai suoi
azionisti né tantomeno alla cittadinanza le ragioni per cui ha dovuto
“svalutare” un quarto dei suoi “assets” (patrimonio), oltre ad avere
accumulato una perdita di oltre 500 milioni di euro.
Questo è il
fondamento patologico del sistema, quello di cui la politica dei partiti
non vuole assolutamente venire a capo, perché metterebbe a nudo
l”intreccio patologico fra partiti e sistema bancario, che è oggi uno
dei fondamenti essenziali del potere. Un potere che in tal modo soffoca
l”economia reale per lasciare spazio alla speculazione internazionale.
Nelle
Marche, non a caso, i partiti si stanno affannando a chiamare a
raccolta le amministrazioni locali e le imprese, implorandole di aderire
all”aumento di capitale di Banca Marche previsto per settembre 2013,
per un importo intorno ai 250 milioni di euro.
Clarissa.it invita a
seguire con attenzione queste vicende, perché è giunto il tempo in cui
la politica che chiede denari alle imprese, ai lavoratori, ai cittadini
chiarisca bene come li ha utilizzati prima e per quali obiettivi intende
utilizzarli in futuro. Dovrà stabilirsi saldamente il principio che il
denaro deve servire per sostenere gli investimenti produttivi per il
lavoro e per il territorio, non per favorire guadagni speculativi di
ristretti gruppi di potere che si puntellano vicendevolmente.
Per
questo ci sembra importante ogni iniziativa di informazione e di
sensibilizzazione, come quella che meritoriamente sta ad esempio facendo
il blog osservatoriosubancamarche.com,
come primo passo per iniziative di informazione e sensibilizzazione
dell”opionione pubblica che ci auguriamo prendano forma tempestivamente
nei prossimi mesi.
Crediamo che da queste iniziative debba cominciare
a formarsi una idea diversa dei rapporti fra economia e politica, fra
capitale e lavoro, fra denaro e cittadini. Il futuro sociale dell”Italia
in Europa lo richiede ormai pressantemente.
Fonte: http://www.clarissa.it/editoriale_n1896/Derivati-finanza-partiti-la-malattia-che-non-si-vuole-curare.
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