di Aldo Giannuli.
Come si sa, la Cassazione ha fissato l’udienza per il processo Mediaset –che vede Berlusconi condannato a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici- al 30 luglio, per prevenire il rischio prescrizione parziale, che scatterebbe a settembre, provocando il rinvio alla Corte d’Appello per il ricalcolo della pena che, a sua volta, porterebbe alla prescrizione degli altri reati e, così, il Cavaliere la farebbe franca. Il centro destra sta dando in escandescenze perché ci vede la mano di chissà quali complotti (e meno male che il Presidente della Corte, che ha assegnato il processo alla sezione feriale, era buon frequentatore di Previti, ed in Csm è stato appoggiato da Magistratura Indipendente e dai laici del Pdl! Figuriamoci se fosse stato di Magistratura Democratica!). Ma con questa reazione scomposta, la destra, implicitamente, ammette che la strategia difensiva affidava tutte le sue carte alla prescrizione, non nutrendo troppe speranze su un esito favorevole del giudizio di merito. Perché tutta, proprio tutta, la Magistratura è unita in un solo complotto contro di lui?
Siamo seri: quando i magistrati di Cassazione gli hanno dato ragione erano “Magistrati integerrimi†-come lui li definiva- ed il Primo Presidente, abbiamo detto, non gli è ostile, come, peraltro non appartengono a correnti di sinistra il presidente del collegio giudicante Antonio Esposito ed il relatore Amedeo Franco. Il fatto è che nel merito sta messo molto male: se sul caso Ruby si può parlare di quadro indiziario molto pesante, ma in assenza di prova piena, nel caso diritti Mediaset direi che c’è la prova per tabulas. Apprezziamo il fatto che Berlusconi nelle ultime settimane abbia deciso di tacere e di rivolgersi finalmente ad un avvocato (Franco Coppi), ma, nel collegio di difesa ci può mettere anche Perry Mason, Santa Rita da Cascia e Mandrake, la sua resta una posizione di merito pressocchè disperata.
Un politico serio punterebbe alla assoluzione con formula piena o si ritirerebbe a coltivare melanzane, ma mi pare che qui non sia il caso di parlarne e, dunque, abbiamo uno che è stato 4 volte Presidente del Consiglio e che si batte per tornare a farlo per la quinta volta, che si difende come un mafioso giocando di prescrizioni ed insufficienza di prove. Il fatto è che per lui ed i suoi seguaci, il giusto processo è quello che non si fa.
E che lui ed i suoi protestino si capisce ed ormai non ci stupiscono più, ma che anche osservatori “neutrali†ed autorevoli come Pierluigi Battista trovino insolito che la Cassazione –come fa di solito e come è giusto che sia- abbia fissato l’udienza prima della prescrizione e dicano “Ma adesso la stessa velocità anche per gli altri processi†è cosa assai curiosa. Insomma, per una volta la magistratura ha fatto proprio quello che doveva fare ed a più forte ragione per la qualità politica dell’imputato, (perché se avesse lasciato maturare la prescrizione tutti, giustamente, avremmo pensato ad un indecente trattamento di favore), che cosa andiamo cercando? Fosse sempre cosi! Quanto poi alla velocità degli altri processi, Berlusconi o non Berlusconi, devono essere fatti in tempi accettabili e basta.
E’ possibile che il Cavaliere stia pensando ad una veloce crisi di governo per votare ad ottobre con una campagna elettorale in cui si presenterebbe in veste di martire e conosciamo (e non abbiamo mai sottovalutato) la sua demoniaca capacità comunicativa, ma, questa volta, potrebbe non essere una buona idea. Mi spiego meglio: in primo luogo non è detto che Napolitano ci stia; non lo credo probabile, ma potrebbe anche dimettersi e l’esito, gioco forza, sarebbe una intesa Pd-M5s per eleggere un nuovo Capo dello Stato: brutto affare per il Cavaliere che così non potrebbe sperare neppure nella grazia presidenziale. Oppure potrebbe nascere un governo diverso con l’astensione del M5s. Però non è uno scenario probabile, sia perché è difficile pensare che Grillo lo accetti, sia perché Napolitano vuole fortemente (forse ha dato la sua parola ad altri…) le riforme costituzionali e una convergenza Pd-M5s le impedirebbe o, almeno, le renderebbe assai poco probabili.
Ragion per cui almeno questo gradino potrebbe essere superato senza troppe difficoltà . Il difficile viene dopo: da settembre tutto lascia presagire che balleremo sul fuoco della crisi finanziaria ed il declassamento del rating deciso da S&P proprio in queste ore è solo il buon giorno. Figuriamoci se poi dovessimo andare a vuoto di potere e nuove elezioni per di più con questo stesso sistema elettorale.
Dunque, nel pieno di una crisi finanziaria senza precedenti, noi ci permettiamo il lusso di andare a nuove elezioni perché il signor Berlusconi è stato messo in castigo dai giudici cattivi. Gli elettori spesso prendono cantonate, ma insomma, qui li stiamo facendo proprio imbecilli! Non credo che funzionerebbe.
E se pure funzionasse alla Camera, come la mettiamo con il Senato? Lì, anche se il centro sparisse ed il M5s si dimezzasse, la probabilità di fare maggioranza sarebbe ridotta a lumicino e questa volta tornare al governo di unità nazionale sarebbe molto più difficile, anche se la destra potrebbe far valere il suo successo alla Camera. Ma, a tutto concedere, se tutto andasse come il Cavaliere spera, i suoi problemi non sarebbero risolti lo stesso. In primo luogo, se la sentenza arrivasse (come è quasi certo) prima dello scioglimento delle Camere, l’interdizione scatterebbe e lui non potrebbe essere il candidato alla Presidenza del Consiglio. Se anche arrivasse dopo, l’interdizione ne provocherebbe la decadenza, in ogni caso, l’unica via d’uscita sarebbe un’ amnistia ad personam (capirai: non è la faccia quello che manca), ma anche questo fra mille difficoltà costituzionali. Insomma, di vie d’uscita in questa direzione ne vedo pochine, malagevoli e di incertissima riuscita.
Cosa altro può tentare il Cavaliere? Un ricorso alla Corte di Strasburgo? Forse, potrebbe guadagnare qualche mese, ma su quali eclatanti violazioni dei diritti dell’imputato potrebbe sostenere il riscorso? Si badi che Strasburgo non è una super Cassazione, ma giudica solo per gravi violazioni dei diritti dell’Uomo sanciti dalla normativa comunitaria. Quindi bisognerebbe prima di tutto vedere se la Corte ritenga di ammettere il ricorso e dopo entrare nel merito. Ma poi, se anche la Corte accogliesse il suo ricorso (non immaginiamo come potrebbe) resterebbero le altre condanne e lo sport di andare e tornare da Strasburgo, per ciascuna di esse, diventerebbe una cosa con conseguenze incalcolabili per l’immagine del paese (non che a Lui la cosa interessi, ma è probabile che la cosa sarebbe valutata dalla stessa Corte europea che dovrebbe caricarsi della responsabilità di delegittimare, di fatto, la magistratura di un paese membro dell’Unione). Se poi (come, ragionevolmente ci si può aspettare) Strasburgo decidesse di respingere la sua istanza, sulle sentenze di condanna ci sarebbe anche il suo timbro e per la destra diventerebbe molto arduo sostenere che è tutto un complotto delle “toghe rosseâ€.
Quando si perde, la cosa migliore da fare è riconoscerlo e ritirarsi in buon ordine.
Cavaliere avrei un’idea da proporle: noi rinunciamo a chiedere l’estradizione e Lei si ritira ad Antigua. Ha presente? Le palme, il mare, le spiagge, le escort…
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