Il governo premia chi inquina

Un condono tombale scandaloso. Comitati, movimenti e amministratori: SI’ alle bonifiche, NO ai regali per gli inquinatori. Chi ha inquinato deve pagare.

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12 Febbraio 2014 - 14.39


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Il
Decreto Destinazione Italia è un vero e proprio regalo per gli
inquinatori incalliti che hanno devastato il paese deprimendo l’economia
di vaste aree italiane e condannando a morte migliaia di cittadini
.
Questa è la denuncia lanciata ieri durante la conferenza stampa
svoltasi a Roma presso la sala stampa della Camera a cui hanno
partecipato rappresentanti del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua,
del Coordinamento Nazionale Siti Contaminati, degli amministratori dei
Comuni ricadenti nei Siti Nazionali di Bonifica (SIN) e della campagna
Stop Biocidio di Lazio e Abruzzo.

Scatta ora la mobilitazione affinché la norma contenuta all’Art.4 del
Decreto sia cancellata. Purtroppo la maggioranza in Parlamento pare
sorda agli questi appelli lanciati dai cittadini e dai Comuni che da
anni si battono contro gli inquinatori, spesso lasciati soli proprio
dallo Stato. Si preferisce tutelare gli interessi di grandi aziende che
in questi ultimi anni sono spesso salite sul banco degli imputati per gravissimi fatti di contaminazione di
acqua e suolo.

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In Italia lo
Stato ha perimetrato 57 Siti di Interesse Nazionale per le Bonifiche,
scesi a 39 con una operazione di riclassificazione artificiosa
realizzata con un tratto di penna dal Ministro Clini all’inizio del
2013 senza che le bonifiche, per stessa ammissione del Ministero,
fossero realizzate e senza che nessuno a livello ministeriale tra alti
funzionari e amministratori nazionali pagasse per tale insuccesso.
Taranto, Priolo, Marghera, Terra dei Fuochi, Bussi, Brindisi, Gela,
Sulcis, Mantova, Brescia
sono solo alcune di queste aree, abitate da milioni di persone, in cui
l’Istituto Superiore di Sanità ha accertato, con lo studio “Sentieri”,
un aumento esponenziale di malattie mortali stimando migliaia di morti
in eccesso.

Con queste premesse
ci si aspetterebbe un rilancio delle bonifiche a favore dei cittadini,
per recuperare lo “spread ambientale” che ci separa da paesi come la
Germania che da anni perseguono la riqualificazione ambientale con il
consenso e la partecipazione della popolazione
dando nuova vita ai territori destinandoli a parchi, ecomusei, luoghi per attività sportive ecc.

Il Governo Letta, Il Ministro
Orlando e la maggioranza hanno invece immaginato di poter
“reindustrializzare” questi siti puntando al coinvolgimento degli
inquinatori, che potranno ricevere fondi pubblici per qualsiasi tipo
d’iniziativa produttiva, anche inceneritori, nuove raffinerie ecc.
L’accordo
di programma potrà essere formato con soggetti già condannati o sotto
processo per reati gravissimi, che riceveranno il sostegno dello Stato.

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La Camera ha riconosciuto la fondatezza dell’allarme lanciato dai comitati approvando
l’emendamento Realacci che rischia però di essere solo la foglia di
fico per un provvedimento che resta del tutto inaccettabile.
 

A
riguardo emblematica è la posizione espressa dalla Rete Comuni Sin, che
raccoglie comuni inseriti tra i Siti di Interesse Nazionale per le
bonifiche, per cui l’art.4 è da cancellare tout court. Tale posizione è
supportata anche da una valutazione che fa ritenere il provvedimento
del tutto inadeguato e controproducente perchè inserito nell”ennesimo
decreto “omnibus” e non all”interno di una stategia complessiva che miri
a rendere realmente più efficace la normativa in materia.

Nello specifico, il denaro pubblico
erogato nell’ambito dell’accordo di programma potrà essere assegnato
agli inquinatori “solo” per i nuovi investimenti produttivi e non per
la parte della bonifica, messa in sicurezza e risarcimento. In realtà
si sono accorti che il provvedimento era contrario ai principi del
nostro ordinamento e di quello comunitario
che prevedono da decenni per
l’autore del danno alla collettività il ripristino ambientale e il
risarcimento
del danno. E’ stata introdotta, quindi, questa
precisazione che all’atto pratico sarà di difficilissima applicazione

vista la complessità degli interventi, dei calcoli connessi
all’attuazione degli accordi di programma e, soprattutto, delle
verifiche che dovrebbero essere messe in campo che già oggi latitano da
parte del Ministero dell’Ambiente. In ogni caso sarà uno schiaffo per
cittadini onesti e popolo inquinato e un guadagno per gli inquinatori.
Si vedranno finanziare a fondo perduto o, se va male, con il “solo”
credito d’imposta impianti produttivi di ogni genere che avranno anche
il riconoscimento di opere di pubblica utilità!  Chi ha la fedina
sporca o un curriculum da inquinatore saprà scommettere su interventi
sostenibili?

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Il tocco finale è nel comma 6 in cui
si prevede addirittura un vero e proprio condono tombale, co-finanziato
dagli italiani, per gli inquinatori poiché l”attuazione dell”accordo
di programma “esclude per tali soggetti ogni altro obbligo di
bonifica e riparazione ambientale e fa venir meno l”onere reale per
tutti i fatti antecedenti all”accordo medesimo.
” 

Tutto ciò
senza considerare che spessissimo (basti pensare ai casi della
diffusione della contaminazione del PCB a Brescia o della diossina a
Bussi) la gravità reale dell’inquinamento e il vero importo dei danni
si scoprono ad anni di distanza.

Nel Decreto è clamorosa la
mancanza di norme per assicurare la partecipazione dei cittadini e la
trasparenza dei procedimenti nella formulazione degli accordi di
programma
. Non hanno neanche previsto la Valutazione
Ambientale Strategica
che è obbligatoria per piani e programmi. Sarà
forse la “sindrome di Dracula”, si ha paura della luce? Bisogna
utilizzare miliardi di euro di fondi pubblici europei al riparo dagli
occhi di quei cittadini che, nonostante il fumo sprigionato dagli
impianti inquinanti…, da anni hanno saputo denunciare reati e innescare
inchieste (l’ultima ieri a Bussi, coinvolta la multinazionale Solvay)?

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Comitati, cittadini e amministratori
ritengono che i fondi pubblici debbano essere impiegati in maniera
trasparente per progetti sostenibili realizzati da soggetti che abbiano
credibilità e che abbassino la pressione antropica sui siti di
bonifica già martoriati, sull’esempio dei paesi più civili, attraverso
un Piano Nazionale per le Bonifiche condiviso con comunità,
associazioni e movimenti. Gli inquinatori devono solo pagare fino in
fondo per i disastri che hanno danneggiato l’economia di un intero
paese e città meravigliose come Mantova, Taranto etc.


Forum Italiano dei Movimenti per l”Acqua

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Stop Biocidio Lazio/Abruzzo

Rete Comuni SIN – Siti Interesse Nazionale per le Bonifiche

Coordinamento Nazionale Siti Contaminati

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Associazione A Sud

ISDE Lazio

Fonte: http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/index.php?option=com_content&view=article&id=2530%3Ail-governo-letta-premia-chi-inquina&catid=53%3Anotizie&Itemid=67.

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