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Attenti a chi bastona e divide

Perfino dietro certe dichiarazioni contro la bastonatura degli operai di Terni attecchisce un insidioso retropensiero autoritario. Se non si difendono i NoTAV...

Attenti a chi bastona e divide
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3 Novembre 2014 - 21.41


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di Giuseppe Masala.

Anche dietro le dichiarazioni sulla bastonatura degli operai dell”acciaieria di Terni attecchisce un insidioso retropensiero autoritario.
Mi spiego. Certi esponenti politici e commentatori hanno dichiarato all”incirca: «Non si bastonano gli operai che difendono il proprio posto di lavoro, non sono mica degli “anarco-insurrezionalisti”, dei “No Global” o dei “No Tav”».

Se ci riflettete un attimo, dietro simili dichiarazioni si nasconde l”accettazione di una svolta autoritaria.

L”idea sarebbe la seguente: lottare per il proprio posto di lavoro è legittimo e onorevole (ovviamente, condivido anche io); viceversa, è espressione di estremismo – e quindi “giustamente” repressa anche con la violenza – qualunque critica di “sistema” come quella dei “No Tav” o dei “No Global”. Dunque manifestare per difendere un tozzo di pane dalle grinfie intatte del sistema è giusto, mentre criticare il sistema è eversivo e passibile di essere represso tramite lacrimogeni, bastonature e pretestuose accuse di “terrorismo” in tribunale.

Lo ribadisco. Ho stima e rispetto per gli operai che lottano per mantenere il loro posto di lavoro. Ma coloro che il potere ritiene giusto reprimere con la violenza (No Tav, No Global, ecc. ecc.) li considero semplicemente come gli eroi dei nostri tempi: donne e uomini che si battono disinteressatamente e politicamente affinché l”intero ambiente di una valle non sia devastato e affinché le casse dello Stato non siano saccheggiate per un buco inutile (che dà il pretesto ai politici per incassare tangenti). Ecco, con la loro lotta sono i partigiani dei nostri giorni.

I ragazzi che a Torino sono alla sbarra per “terrorismo” (ma gli integerrimi magistrati non provano imbarazzo?) perché si battono contro un simile sperpero – proprio mentre 6 milioni di italiani sono in stato di “povertà estrema” – meriterebbero la medaglia d”oro e l”intitolazione di una piazza. Altro che “giuste” manganellate, altro che pericolosi “estremisti”.

E poi, chi sarebbe il moderato?

Forse il senatore Esposito e il ministro Lupi, che – dopo averne dette di cotte e di crude sui NoTav – ora sembrano volersela cavare con un “oops, ci costa un po” troppo…”? Oppure è un moderato quel ministro Poletti che difende la Tav che tanto grasso ha colato sui prosciutti suoi e delle sue cooperative “rosse”? Vi prego, cambiate colore!
E anche chi il colore potrà conservarlo, dovrà stare attento a non farsi imbrogliare da chi bastona e divide.

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