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Imperialismo culturale e pretese eurocentriche

'«In questo lei, come quasi tutte le sinistre europee, è imbevuto dell’idea eurocentrica e imperiale (anacronistica per come s''è aperto il XXI secolo).» [Giulietto Chiesa]'

Imperialismo culturale e pretese eurocentriche
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13 Maggio 2014 - 12.43


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di Redazione

Buonasera e grazie mille per la risposta.

Dato che ho un” eta” (43 anni – nda) in cui si è abbastanza giovani per imparare cose nuove e per ascoltare le opinioni altrui con distacco ed interesse (laddove lo meritano, come nel suo caso) ed abbastanza adulti per abbandonare visioni eccessivamente manichee, non mi trovo d”accordo (una volta tanto) con la sua analisi per vari motivi, ma immagino che se ne fara” una ragione.

Per prima cosa, sappiamo benissimo entrambi che anche negli altri paesi (il nostro compreso, ahimè) esistono dei regimi, ma non per questo non dobbiamo criticarli, laddove lo meritino ed invece esaltarli laddove compiono gesti vicini alla nostra sensibilità.

È vero, in Svezia hanno dato il nobel della pace ad Obama (assurdo), ma hanno una classe politica di specchiata onestà, infrastrutture efficienti e rispetto altissimo dei diritti civili; in America c”è la pena di morte, ma Obama nell”insediamento alla casa bianca ha ringraziato i gay e le lesbiche che lo avevano votato: si può dire che è una bella manifestazione d”intenti e che Putin invece è un omofobo dato che ostracizza le adozioni di bambini in paesi in cui riconoscono i diritti elementari alle coppie omosessuali? Putin è esaltato a Roma da gruppi neonazisti come forza nuova e poi va a braccetto con Berlusconi e Lukashenko: a lei non crea imbarazzo? Sicuramente non sarà lui la mano armato che ha ucciso la Politkovskaja (non offenda la mia limitata intelligenza e neanche la sua), ma il gesto della mitragliatrice contro una giornalista e la chiusura di molti giornali ostili al suo regime, non sono fantasie di settimanali britannici antibolscevichi.

“Ogni popolo ha la sua storia”, verissimo, ma cambiano i sistemi di comunicazione e i valori delle persone che la fanno (la storia), nel bene e nel male. Personalmente, credo che dobbiamo fare tesoro degli errori della storia per creare un futuro migliore, ma il problema è che accade esattamente il contrario.
vorrei vivere in un paese in cui:

1) siano rispettati i diritti civili di tutti

2) l”antifascismo non sia un ricordo della storia, ma quello si un faro per il presente e per il futuro

3) le banche siano nazionalizzate e non venga loro permesso di essere delle merchant banking (fu Clinton per primo a prevederlo)

4) ci sia una redistribuzione della ricchezza verso le classi sociali più deboli

5) venga ripristinato un welfare sano ed efficiente: elemento nato in Unione Sovietica con Lenin ma che ora Putin (e altri prima di lui) ha mandato a scatafascio, mentre credo che gli oligarchi russi continuano a prosperare

6) il lavoro sia un diritto e non una merce da scambiare e su cui creare risparmio e competizione salariale al ribasso

Per questo alle prossime europee votero” la lista che appoggia tsipras e che nel logo ha la parola partito della sinistra europea e non comunista, proprio perchè occorre guardare avanti prendendo cio” che di buono ci ha offerto il passato. Mi dispiace per essermi dilungato troppo e se l”ho annoiata, ma per me lei è sempre stato un punto di riferimento politico e la difesa aprioristica di Putin
per me era troppo intollerabile.

Alex Grieco

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Egregio signor Grieco,

lei mi attribuisce una difesa d’ufficio di Putin che non mi sono nemmeno sognato di fare. Ribadisco quello che penso: il regime in Russia è violento più o meno come il regime americano o italiano. Certo, le forme in cui si manifesta la violenza sono diverse; diverso è il contorno e il cerimoniale. Ma se per violenza s’intende mancanza di democrazia sostanziale, in Occidente l’inganno (che è anch’esso violenza), la manipolazione dell’informazione (che è anch’essa violenza), la violazione dei diritti individuali e sociali (anch’essa violenza), allora sarà difficile essere così manichei come lei – non io – dimostra di pensare.

Ho l’impressione, anzi la certezza, che lei, come molti dalle nostre parti, anzi quasi tutti, ragioni in base a un presupposto (inespresso ma ben visibile) in base al quale i nostri valori occidentali, che noi abbiamo decretato come universali, debbano essere accettati da tutte le altre civilizzazioni umane come, appunto, universali. Questa è una pretesa sciocca e “imperiale”. Sciocca perché non tiene conto che la storia dei popoli è un insieme di storie diverse, con tempi diversi. Sciocca perché contiene in sé l’idea, sbagliata, che tutti i popoli debbano percorrere la stessa strada civilizzatrice.

È inoltre un’idea pericolosa, che conduce alla guerra. È, in sostanza, l’idea dell’esportazione della democrazia occidentale con ogni mezzo. È l’idea bushiana della “missione” occidentale. E’ infine un’idea impossibile da realizzare (se non con la guerra), che non tiene conto che l’Occidente è ormai solo un settimo della popolazione mondiale, che, per i restanti sei settimi non condivide che in minima parte i nostri valori.

Lei afferma che preferisce i nostri valori (quelli scritti), e poi fa un elenco che anch’io, in gran parte, condivido. Lei afferma che noi dobbiamo ancora realizzarli. E io sono d’accordo con lei. Ma tutto questo concerne “noi”. Dove non la seguo più, anzi dove il mio punto di vista diverge radicalmente dal suo, è nella pretesa che questo lo debbano fare anche tutti gli altri. In questo lei, come quasi tutte le sinistre europee, dimostra di essere imbevuto dell’idea eurocentrica e imperiale. Idea evidentemente anacronistica dato il contesto in cui si è aperto il XXI secolo. Che a Washington si è immaginato come “americano” e che, invece, fin dalle prime, tragiche mosse, si rivela “cinese”.

Se siamo già in guerra è perché l’Occidente rifiuta di riconoscere questa verità elementare e già visibile. Lei ragiona usando le categorie occidentali come dei randelli. E definisce Putin, molto semplicisticamente, come omofobo. Lei non tiene conto che quelle che Putin – che, per fortuna sua, non è Pannella – sostiene sono opinioni largamente, maggioritariamente condivise dalla sua opinione pubblica. Non le piace? In questo punto non piace neanche a me. Ma cosa le da il diritto di pensare che debba piacere alla maggioranza dei russi? Del resto queste cose erano maggioritarie anche in Italia negli anni ’50. Ma la storia dei russi (dei cinesi, degli arabi, dei popoli africani ecc) non procede né con la stessa velocità, né nella stessa direzione, in cui ha proceduto la nostra.

La sua visione manca di storicismo. E questo vale per tutti gli esempi che lei ha portato. Lei assume per validi i valori, i “sistemi di comunicazione”, costruiti dall’Occidente. Ne rimane prigioniero. Lei è un “progressista” occidentale incarcerato dentro Matrix, dentro la società virtuale creata dall’Occidente. Io guardo, laicamente, alle azioni di Putin e di Xi Jinping, come a quelle di Obama, e penso che costoro siano, in fin dei conti, esecutori testamentari delle storie collettive che rappresentano. Credo che sia un modo realistico di procedere. E non mi imbarazza affatto. Poi scelgo, nelle posizioni che prendo, gli alleati meno pericolosi (per la pace e per la vita).

Cordiali saluti

Giulietto Chiesa

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