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Ha vinto il "no"

Per tre volte in un anno i media mainstream hanno tentato invano di condizionare il voto degli elettori su tre eventi di grande importanza internazionale.

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5 Dicembre 2016 - 10.46


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di Massimo Mazzucco 

E fanno tre. Dopo la Brexit e l”elezione di Trump, anche il referendum italiano si può tranquillamente interpretare come un calcio in faccia al pensiero mainstream, per quanto fortemente sostenuto e veicolato dai media di regime.

Non ha funzionato il terrorismo mediatico contro la Brexit (“crollerà l”economia britannica”, avevano detto), non ha funzionato il terrorismo mediatico contro Trump (“finiremo nelle mani di un incapace”, avevano detto), e non ha funzionato il terrorismo mediatico a favore del sì (“se vince il no sarà un salto nel buio”, ci hanno detto). 

Cosa accadrà ora in Italia nessuno lo sa con certezza, ma nel frattempo l”unico che può fare il suo bel salto nel buio sarà proprio Matteo Renzi.

Per chi si occupa di cose quotidiane, inizia ora la fase del dopo-Renzi, con tutte le combinazioni che vanno dal governo tecnico al rimpasto di primavera fino alle elezioni anticipate.

Per chi vuole invece guardare le cose con un respiro più ampio, la seguente considerazione è d”obbligo: per tre volte in un anno i media mainstream hanno tentato di condizionare il voto degli elettori su tre eventi di grande importanza internazionale, e per tre volte gli stessi elettori – grazie alla rete e all”utilizzo dei social – si sono rifiutati di farsi infinocchiare. 

 Questo ormai è un punto di non-ritorno, e sembra che i grandi conglomerati informatici se ne stiano accorgendo con dolore: proprio oggi, mentre gli italiani si recavano alle urne, sulla CNN c”era un acceso dibattito sul fatto che la TV avesse “perso il controllo delle masse”. Ufficialmente, si parla di “incapacità di prevedere i risultati”, ma ciò che intendono dire realmente è che non sono più in grado di condizionare il pensiero della popolazione.

La reazione a questo punto sarà durissima, e già ne abbiamo visto le prime avvisaglie con la campagna mondiale scatenata contro le “fake news” che secondo loro infesterebbero la rete (detto da loro, bugiardi di professione, la cosa è perlomeno divertente). Ora probabilmente lo scontro diventerà più acuto, e sicuramente assisteremo alla comparsa, da qualche parte nel mondo, di tentativi più o meno goffi di imbavagliare la rete.

Starà a ciascuno di noi combattere coraggiosamente la battaglia finale. 

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