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Sono delusissima da lei, Giulietto. Le avevo creduto quando assicurava che in caso di vittoria di Trump non ci sarebbero state guerre perché lui è interessato solo a questioni interne agli USA e a far pagare meno tasse agli americani.
Mi pare che le cose non stiano andando proprio in questo modo.
In compenso lei è entrato a far parte di quei commentatori televisivi progressisti ma con il portafoglio gonfio grazie anche ai tanti libri venduti.
Tra l”altro ecco una seconda delusione, ho visto che la prefazione del suo libro Putinfobia era di quel furbacchione di Nicolai Lilin, al quale lei per vendere di più attribuisce patente di esperto… O vuol farci credere che lei Ignorava l” articolo della Anna Zafesova (corrispondente de La Stampa) sulle fantasie siberiane di Lilin ?
Angela Rinaldi
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Che tristezza, gentile signora, scoprire di averla delusa per i così tanti peccati da me commessi.
Le devo una risposta che, certo, non sarà sufficiente a lenire la sua delusione. Ma non la scrivo per lei soltanto. Bensì, come al solito, per evitare che la confusione coinvolga i tantissimi lettori e partecipanti a queste pagine.
Innanzitutto lei mi attribuisce troppa responsabilità anche per cose di cui mi ritengo innocente. In primo luogo ribadisco che, alla domanda per chi avrei votato, anche oggi risponderei come feci allora. Avrei votato Trump, per evitare Hillary Clinton.
Così come in Italia, io voterei — se votassi —per chiunque non sia Renzi.
Ma questo non significa che io sia responsabile del suo, di Trump, voltafaccia. Poveretto, il rapporto di forze non è palesemente a suo favore e ha le sue gatte da pelare in patria, il che spiega il suo comportamento errabondo. Del resto io non potevo “assicurare” comunque e nessuno circa quello che avrebbe fatto Donald Trump. E mi pare di avere spiegato con abbondanza che la crisi dell”Impero avrebbe messo Trump di fronte a scelte di cui la sua cultura gli impedisce perfino di comprendere significato ed effetti.
In secondo luogo vorrei sapere da quali fonti lei trae l”idea che io abbia il portafoglio pieno e che sia divenuto “progressista”.
Se lei pensa che il mio portafoglio si sia riempito per i libri venduti, sopravvaluta chiaramente le doti del mercato librario. Non si diventa ricchi, gentile signora, vendendo libri come quelli che scrivo io. I miei libri servono per fare riflettere, e dunque sono produzioni riservate ai pochi che hanno voglia di riflettere. Certo, io sono in un certo senso un privilegiato e non posso lamentarmi del mio tenore di vita.
Quanto al mio portafogli debbo confessarle che sarebbe decisamente un tantino più gonfio se io non impiegassi tutte le mie risorse per far vivere Pandora Tv. Che mi procura solo perdite in denaro, nessun reddito aggiuntivo (perché lavoro gratis). Ma mi procura l”immensa soddisfazione di poter dire ciò che penso e di poter aiutare molte persone nel liberarsi dalla menzogna del mainstream. Cioè svolgo un lavoro sociale, nell”interesse dei miei simili. Anche nel suo.
Che tristezza, davvero, doverglielo spiegare, anche a lei che dimostra di non aver capito proprio niente di me, del mio lavoro e delle motivazioni che mi spingono a farlo.
Del resto capisco bene che lei non ha letto il mio libro Putinfobia. Lo ha visto in qualche vetrina, e non le è sfuggito che contiene la prefazione di Nicolai Lilin. Che lei considera un “furbacchione”, secondo il dotto insegnamento della ultra-russofoba russa Anna Zafesova.
Io, per altro, non ho affatto attribuito a Lilin la qualifica di “esperto”. Forse lei non lo sa, ma talvolta le prefazioni, per esigenze di vendita e di fama, vengono scelte dall”editore. E Lilin è sicuramente famoso in Italia come scrittore, nonostante il discredito che la sunnominata Zafesova ha sparso su di lui. Inoltre Lilin è un mio vecchio amico e, dunque, sono stato ben lieto e grato a lui per avere speso una parte del suo tempo dedicandomi una prefazione. Io inoltre la penso diversamente da lei e da Anna Zafesova e so che Lilin non è un russofobo, bensì è persona che amava e ama il proprio paese.
Saranno forse “fantasie siberiane” i suoi romanzi. Ma mi chiedo cosa si debba pretendere da un romanziere se non che sia tale, cioè che “inventi” qualche cosa. Non conosco romanzieri che non inventino i loro romanzi. Forse alla Zafesova non piacciono le invenzioni di Lilin. E la capisco: non sono russofobe, quindi esulano dalla sua ansia di parlare male della Russia (e dei russi) in ogni sua riga.
E infine: a me Lilin piace anche perché non è “progressista”. Come non lo sono io. Che penso che questi cosiddetti “progressisti” sono diventati il peggio della reazione culturale, i sepolcri imbiancati che amano la tecnologia, qualunque essa sia, e che tacciono (o applaudono) quando l”occidente bombarda e uccide in ogni parte del mondo. Questo “progressismo”, che è spesso infarcito della parola “sinistra” come un hamburger lo è della polpetta avvelenata e mal cotta, lo aborro.
Quanto, infine, ad essere equiparato ai “commentatori televisivi”, confesso la mia colpa. Qualche volta mi invita il TgCom 24, un po” più spesso la Gabbia di Paragone. Ma mi dica se mi ha mai visto, negli ultimi dieci anni, nei talk show che sicuramente lei vede. Sui canali RAI etc. Là io sono off limits, vietato. E, se devo dirle la verità , considero questo come un onore.
Giulietto Chiesa.
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