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Uscire dalla casamatta

Un botta e risposta tra un lettore e Giulietto Chiesa sull'attuale prospettiva politica e su quali forze popolari si possa realisticamente contare.

Uscire dalla casamatta
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2 Dicembre 2017 - 16.49


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(Risposta a Stefano Sin Pax Ghidolfi) 

 

Stimato Giulietto Chiesa,

apprezzo la Sua iniziativa politica ma, mi creda, sono stanco di persone che starnazzano offendendo. Questo per me fa capire che non c’ è lotta perché l’80% del popolo italiano è corrotto e ha il governo che si merita. Con questa percentuale significa che per me pure il M5 s si è degradato. Forse rimane un 20% sano e se si presentasse compatto alle urne ( utopia) non potrebbe contrastare il rimanente. Lei qualche volta mi ha educatamente ripreso perché speravo in un rovesciamento totale anche non pacifico. Ora con questo risultanze non so se ancora io abbia torto totale. Insomma garbatamente volevo comunicare con Lei anche se non ha bisogno delle mie opinioni.

Stefano.

 

Caro Stefano,

Capisco ma non concordo. Un “rovesciamento totale non pacifico” non è proprio possibile. Ribadisco. Non sto dicendo che non è auspicabile. Dico che non è possibile. Quindi è un sogno, una illusione. Equivale al desiderio di andare a piedi sulla Luna. Meglio abbandonare questi sogni e tornare sulla Terra. Vero che la corruzione morale e intellettuale ha infettato gran parte del paese.

Forse, come dice lei, l’80%. Io non lo so. Ma è un’infezione non totale e non irreversibile. Lo dimostra il rferendum del 4 dicembre dell’anno scorso, un anno fa. Quando il 60% dei votanti si voltò dalla parte opposta a quella indicata dal potere e dai media. Sicuramente le motivazioni di quel risultato furono diverse. Ma il risultato è stato un fatto politico grande. Io lo considero la più grande (unica) vittoria degli ultimi 50 anni. Eppure noi, popolo che è ancora sano, siamo in ritirata, ci possiamo solo difendere.

Dunque la lezione è questa (che mi pare l’unica realistica): organizzarsi per resistere.

Antonio Gramsci, che scriveva in carcere, disse che, in queste condizioni, bisognava costruire delle “casematte”, al riparo delle quali difendersi e, non appena possibile ripartire al contr’attacco. Penso che vada bene anche per oggi. L’obiettivo è quello di risanare il paese, di dotarci di strumenti istituzionali, giuridici, organizzativi per una difesa collettiva. Andare alla ricerca di coloro che “hanno capito” e che hanno voglia e capacità di combattere. Cioè coraggiosi. Ce n’è ancora, e non pochi.

Non si può puntare all’80% che lei vede perduto. In parte lo è, ma solo in parte. All’apparire di una minoranza consapevole, decisa, competente, coraggiosa, una parte si staccherà da quel grumo di pecore manipolate e alzerà la testa. In una parola, la regola è questa: procedere con realismo e decisione e fare ogni passo mettendo il piede su terreno solido.

La nostra iniziativa politica, che con Antonio Ingroia stiamo cercando di realizzare, rappresenta una applicazione pratica di questa strategia.

Ce la faremo? Non so. Ma quello che stiamo facendo (riunire persone di ogni orientamento politico, culturale, religioso, attorno a un programma di risanamento del paese), non andrà perduto in ogni caso. Abbiamo deciso di uscire dalla casamatta. Vediamo quanti usciranno assieme a noi. Poi discuteremo se abbiamo fatto bene o se si dovrà tornare “dentro” per un po’ di tempo. Fino alla prossima sortita.

Giulietto Chiesa

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