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'Sms & Chat, istruzioni per l''uso'

I meccanismi di funzionamento e i pericoli delle moderne forme di messaggeria istantanea. Il maggior pericolo che vi si corre è litigare [Emilio Piano]

'Sms & Chat, istruzioni per l''uso'
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30 Agosto 2013 - 14.55


ATF

di Emilio Piano.

Il linguista Edoardo Lombardi
Vallauri
ci illumina nel suo libro Parlare
l”italiano
(Il Mulino 2012) sugli interessanti meccanismi di
funzionamento e sui probabili pericoli di quelle moderne forme di
messaggeria istantanea che rispondono al nome di chat e sms.

Il maggior pericolo che vi si corre è
litigare, che è senz”altro una delle attività più praticate
da tutti nella vita, però – chissà perché – in chat e con gli
sms si litiga molto di più e più facilmente.

Sono, queste, forme ibride di
comunicazione che appartengono sia alla lingua scritta (perché si
usano scrivendo) sia a quella parlata (perché sono strutturate in
forma di dialogo, ossia si scrive e si risponde contemporaneamente e
subito). A differenza della tradizionale posta cartacea e anche
dell’email, la chat e gli sms non sono costituiti da testi ben
ragionati e strutturati che ricevono risposte della stessa natura e
in un tempo congruo, funzionano invece come uno scambio
impaziente, continuo e veloce di battute
, proprio come in una
conversazione parlata e senza tempo a disposizione.

In questo ambiente sdrucciolevole della
conversazione scritta istantanea si litiga moltissimo e ci si
fraintende sia perché litigare è ciò che riesce più facile in
genere alla maggior parte di noi, sia perché attraverso questi mezzi
ibridi comunicano persone che spesso non si conoscono per niente o
quasi, sia soprattutto perché qui passano molte meno informazioni
che nella comunicazione parlata
. In questi canali le parole non
solo sono meno di quelle necessarie per spiegarsi ma sono anche
asciutte, senza significati aggiunti, prive dell’intonazione
corretta e senza l’espressione del volto di chi le dice: in tal
modo gli interlocutori si scaricano a vicenda la responsabilità di
interpretare ciò che dicono, così il destinatario del messaggio gli
assegna arbitrariamente un significato secondo le sue capacità, la
sua intuizione, il suo stato d’animo, il suo umore, le sue
frustrazioni, le sue proiezioni (cioè trasferisce sul messaggio
altrui sentimenti o caratteristiche che in realtà appartengono a
lui).

Ovviamente è un fenomeno reciproco,
per cui si è allo stesso tempo emittenti e destinatari di messaggi
ambigui e poveri di informazioni, e ovviamente il rischio è ridotto
nella misura in cui ci si conosce meglio e di persona, però questo
rimane comunque un terreno scivoloso e infìdo anche per vecchie
volpi.

Le probabilità di litigare
diminuirebbero di molto se ci rendessimo conto e prendessimo atto del
fatto che chat e sms sono forme di comunicazione del tutto
analoghe a una normale lettera o a un qualsiasi testo scritto, perciò
non sono assolutamente adatte ai ritmi e alla velocità del dialogo
parlato
. Tutto qui.

Invece, un po’ perché siamo
inesperti e ingenui, un po’ perché siamo testardi e stupidi, ci
ostiniamo a dialogare con la lingua scritta come se stessimo parlando
faccia a faccia, costringendo noi stessi e gli altri a indovinare e
spesso a inventare informazioni decisive per la comprensione del
messaggio, pretendendo che l”altro ci risponda alla velocità del
pensiero (come se non si potesse andare a mangiare o a lavarsi i
denti), con la conseguenza che le parole trasmesse vengono
interpretate in modo diverso dalle intenzioni di chi le scrive.

Figuriamoci, poi, se ci avventuriamo a
scrivere parole con tono ironico, dubbioso, scherzoso, oppure se ci
troviamo noi stessi a interpretare in pochi istanti parole del
genere: il fraintendimento è dietro l’angolo e fa disastri. E a
poco servono i cosiddetti emoticon, le faccine che dovrebbero
contribuire a rendere le parole meno nude e abbandonate a sé stesse:
se uno scrive una frase apparentemente innocua come «Sei veramente
una bella personcina, complimenti!» 🙂 con una faccina
sorridente accanto, l’altro potrebbe ridere divertito oppure al
contrario arrabbiarsi perché potrebbe prenderla come una forma di
sarcasmo o di scherno.

Insomma anche gli emoticon non
eliminano l”ambiguità e talvolta l”accentuano, senza contare poi che
quest’assegnazione posticcia di un’intonazione con le faccine è
un’operazione goffa e faticosa che permette soltanto una minima
parte delle sfumature
che è in grado di offrire la voce.
Oltre all”intonazione, poi, è la totale assenza dell’espressione
del viso la maggiore responsabile dell’incomprensione; il che,
sommato al pochissimo tempo che l’interlocutore ha a disposizione
per rispondere (costretto comӏ a reagire di prima intenzione),
completa il quadro di questa ingannevole forma di comunicazione
rappresentata dalla chat e dagli sms.

LE TRE REGOLE D”ORO DELLA CHAT

1) Quando scrivi, non dare per scontato
che io intuisca l”intonazione che tu hai in mente. Ricordati che sono
ne possibili decine: pensaci prima di scrivere e prova a dire con le
parole ciò che non puoi esprimere con il tono.

2) Non essere precipitoso nel
giudicarmi male: non buttarti sulla prima intonazione che ti viene,
non pensare che la prima interpretazione che dai alla frase sia
necessariamente anche la mia. Dammi un”altra possibilità e chiedimi
spiegazioni, prima di condannarmi.

3) Ricorda che in chat mancano segnali
chiari di fine turno di parola, quindi – prima di trarre
conclusioni su ciò che ho scritto – aspetta che io abbia terminato
tutto il mio discorso.

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