Almeno dal punto di vista delle uscite discografiche, questo 2011 è stato abbastanza generoso.
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Di seguito una breve descrizione, in ordine alfabetico, degli album che secondo il mio modesto parere meritano di essere annoverati tra le produzioni più importanti dell”anno.
Buon ascolto.
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Larry Achiampong – Meh Mogya (Honest Jon”s)
Il producer inglese di origine ghanese, altrimenti conosciuto come Black Ph03nix, si presenta con la sua idea di hip-hop destrutturato attraverso grooves prodotti tramite il campionamento di musica high-life (genere molto popolare nell”Africa Occidentale) con uno stile che sembra richiamare la migliore scuola Sthones Throw.
Ispirato tanto dalle atmosfere fumettistiche che da Mingus e Monk, il quartetto jazz capitanato dall” estroverso e acclamato trombonista Tony Cattano mette sul piatto 11 composizioni che spaziano con padronanza tecnica e gusto dall”improvvisazione alla tessitura di temi cinematici. Fergusoniano.
Co-prodotto da Danger Mouse, l”album sembra destinato a riscontrare un buon successo commerciale. Ciò non toglie che rimanere indifferenti a molti di questi grooves rock”n”roll senza provare l”impulso di mettersi a ballare è impossibile a meno che non sopravvengano cause di forza maggiore.Â
Dopo numerosi ep, ecco giungere finalmente Kwen Darko all”album di esordio vero e proprio. Un lavoro inteso come un concept, una sorta di viaggio lisergico tra hip-hop, techno, psichedelia, downtempo, noise e garage-rock. Davvero intrigante.
The Brand Brauer Frick Ensemble – Mr. Machine (! K7)
I tre tedeschi in questione proseguono lungo il sentiero di un”elaborazione acustica della musica techno con risultati che non possono lasciare indifferenti. In bilico tra club-music ed influenze esplicitamente derivate dal minimalismo di maestri come Steve Reich, questo secondo lavoro conferma come il trio si ponga tra le realtà più interessanti del momento.
Enablers – Blown Realms and Stalled Explosions (Exile on Mainstream)
Chi l”ha detto che il cosiddetto post-rock è morto? Questo manipolo di veterani da alle stampe un album furioso e drammatico da non lasciare scampo all”ascoltatore!
Ghostpoet – Peanut Butter Blues & Melancholy Jam (Brownswood)
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L”esordio sulla lunga distanza del rapper e producer inglese è davvero una delle cose più convincenti uscite recentemente. Hip hop, elettronica lo-fi, grime, indie-rock e downtempo si sposano alla perfezione con un flow fortemente influenzato da Roots Manuva. Da tenere strettamente sott”occhio.
Davvero coinvolgente il melting-pot che ci viene offerto dai tre livornesi: punk-rock, ska-revival, richiami alle colonne sonore di Nino Rota e molto altro sono gli elementi che compongono questa ottima seconda prova.
The Kilimanjaro Darkjazz Ensemble – From The Stairwell (Denovali Records)
Ancora una nuova colonna sonora per pellicole immaginarie ad opera di un combo che oramai ha certificato la propria cifra stilistaica tra atmosfere downtempo, richiami jazz e ansie di stampo gotico. Buone visioni.
Sorprendente questo secondo album ad opera del balafonista maliense Kouyatè e del vibrafonista francese Neerman. Tessiture dellAfrica Occidentale incontrano il jazz-funk sporcato dai numerosi effetti applicati al vibrafono; il tutto trasportato da grooves suonati in maniera magistrale. Veramente imperdibile!
Sabir Mateen & Silvia Bolognesi – Holidays in Siena (Rudi Records)
Un veterano del jazz d”avanguardia e un astro in rapida ascesa nel firmamento nostrano si incontrano per dare una forma conoscibile ad una musica che già c”è ma che si può altrimenti solo respirare. L”ascolto è un esperienza.
Il chitarrista Gabrio Baldacci è il capitano di questo vascello pirata reduce da scorribande jazz-core ed improvvisazioni totali. Come ufficiali di bordo troviamo Daniele Paoletti alla batteria e Beppe Scardino al sax baritono mentre il nostromo d” eccezione risponde al nome del sassofonista statunitense Tim Berne. Fate attenzione, questo è uno degli album dell”anno!
Radiohead – The Kinf of Limbs, Live from The Basement
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Questo live impreziosisce ulteriormente l”ultimo lavoro della storica band inglese. I nuovi bellissimi arrangiamenti e l”impeccabile l”esecuzione dal vivo rendono “Live From The Basement” un must destinato a superare i confini del 2011. Imprescindibile!
Davvero un live imperdibile ad opera di un trio di maestri dell”improvvisazione jazzistica. E” impossibile non lasciarsi incantare dal lirismo e dalla fisicità di quest”album. Consigliatissimo!
Torna l”ex-Digable Planets col suo progetto basato su campionature minimali, grooves scuri e aperture soul. Anche se leggermente sottotono rispetto al disco precedente, Black Up si attesta tra le cose da riascoltare più volte. An Echo From The Hosts That Profess Infinitum: http://youtu.be/ajk0kEi41Vc
Tied & Tickled Trio with Billy Hart- La Place Demon (Morr Music)
Ennesimo album per i tedeschi da sempre impegnati a trovare forme innovative per conciliare con gusto l”elettronica e il jazz. Questa volta registrano assieme al batterista Billy Hart, un veterano che può vantare di aver suonato al fianco di Herbie Hancock, Wayne Shorter e Miles Davis.
Moore è un musicista che non ha certo bisogno di presentazioni essendo uno dei componenti degli storici Sonic Youth. Questo suo lavoro da solista è incentrato su di un approccio completamente acustico e si avvale della co-produzione di Beck. Lasciatevi incantareÂ
Forse eccessivamente autoreferenziale, ma l”hip hop scuro e claustrofobico di Tyler non lascia indifferenti. Non è roba da fighetti simil-gangsta con macchine scintillanti e bellezze in bikini e non si ha scelta: prendere o lasciare!
Un viaggio attraverso la spessa coltre psichedelica di grooves che la garage-rock band ha innalzato per la loro terza fatica, prodotta per l”occasione dalla prestigiosa Thrill Jockey. 38 minuti da ascoltare tutti d”un fiato, lasciandoci andare oltre qualsiasi ovest.