Strategia del Golpe Globale

'Il mondo intero è diviso in ''aree di responsabilità'', ciascuna affidata a uno dei sei ''comandi combattenti unificati'' degli USA. [Manlio Dinucci]'

Strategia del Golpe Globale
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24 Maggio 2016 - 21.24


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di Manlio Dinucci.

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Tratto da pandoratv.it.

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Quale collegamento c’è tra società geograficamente, storicamente e
culturalmente distanti, dal Kosovo alla Libia e alla Siria, dall’Iraq
all’Afghanistan, dall’Ucraina al Brasile e al Venezuela? Quello di
essere coinvolte nella strategia globale degli Stati uniti,
esemplificata dalla «geografia» del Pentagono.


Il mondo intero viene diviso in «aree di responsabilità», ciascuna
affidata a uno dei sei «comandi combattenti unificati» degli Stati
uniti: il Comando Nord copre il Nordamerica, il Comando Sud il
Sudamerica, il Comando Europeo la regione comprendente Europa e Russia,
il Comando Africa il continente africano, il Comando Centrale
Medioriente e Asia Centrale, il Comando Pacifico la regione
Asia/Pacifico.

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Ai 6 comandi geografici se ne aggiungono 3 operativi su scala
globale
: il Comando strategico (responsabile delle forze nucleari), il
Comando per le operazioni speciali
, il Comando per il trasporto. A capo
del Comando Europeo c’è un generale o ammiraglio nominato dal presidente
degli Stati uniti, che assume automaticamente la carica di Comandante
supremo alleato in Europa.


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La NATO è quindi inserita nella catena di comando del Pentagono,
opera cioè fondamentalmente in funzione della strategia statunitense.
Essa consiste nell’eliminare qualsiasi Stato o movimento
politico/sociale minacci gli interessi politici, economici e militari
degli Stati Uniti che, pur essendo ancora la maggiore potenza mondiale,
stanno perdendo terreno di fronte all’emergere di nuovi soggetti
statuali e sociali.


Gli strumenti di tale strategia sono molteplici: dalla guerra aperta –
vedi gli attacchi aeronavali e terrestri in Iugoslavia, Afghanistan,
Iraq, Libia – alle operazioni coperte condotte sia in questi che in
altri paesi, ultimamente in Siria e Ucraina. Per tali operazioni il
Pentagono dispone delle forze speciali, circa 70.000 specialisti che
«ogni giorno operano in oltre 80 paesi su scala mondiale». Dispone
inoltre di un esercito ombra di contractors (mercenari): in Afghanistan, documenta Foreign Policy, i mercenari del Pentagono sono circa 29.000, ossia tre per ogni soldato Usa; in Iraq circa 8.000, due per ogni soldato Usa.


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Ai mercenari del Pentagono si aggiungono quelli della tentacolare
Comunità di intelligence comprendente, oltre la CIA, altre 15 agenzie
federali.


I mercenari sono doppiamente utili: possono assassinare e torturare,
senza che ciò sia attribuito agli USA, e quando sono uccisi i loro nomi
non compaiono nella lista dei caduti. Inoltre il Pentagono e i servizi
segreti dispongono dei gruppi che essi armano e addestrano, tipo quelli
islamisti
usati per attaccare dall’interno la Libia e la Siria, e quelli
neonazisti usati per il colpo di stato in Ucraina.

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Altro strumento della stessa strategia sono quelle «organizzazioni
non-governative»
che, dotate di ingenti mezzi, vengono usate dalla CIA e
dal Dipartimento di stato per azioni di destabilizzazione interna in
nome della «difesa dei diritti dei cittadini»
.


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Nello stesso quadro rientra l’azione del gruppo Bilderberg – che il
magistrato Ferdinando Imposimato denuncia come «uno dei responsabili
della strategia della tensione e delle stragi» in Italia – e quella
della Open Society dell’«investitore e filantropo George Soros»,
artefice delle «rivoluzioni colorate».


Nel mirino della strategia golpista di Washington vi sono oggi il
Brasile, per minare dall’interno i BRICS, e il Venezuela per minare
l’Alleanza Bolivariana per le Americhe

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Per destabiizzare il Venezuela –
indica il Comando Sud in un documento venuto alla luce – si deve
provocare «uno scenario di tensione che permetta di combinare azioni di
strada con l’impiego dosato della violenza armata».

Fonti:

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