di Pierluigi Fagan
Noi pensiamo, analizziamo e giudichiamo, secondo le forme della nostra mente che hanno radici biologiche e storico-culturali. Quelle storico-culturali possiamo chiamarle ideologie ma io preferisco “immagine di mondo”, l’immagine non è oggettiva, è quella che si forma a seconda della forma che ha il nostro pensiero che processa i dati di realtà.
Che tra conoscenza e visione vi sia una storia di metafora intrecciata è ben noto a partire dalla più antica forma di pensiero sacro da noi conosciuto, i Veda. Il termine veda indica il “sapere”, la “conoscenza”, la “saggezza”, e corrisponde all’avestico vaēdha, al greco antico οἶδα (anticamente ϝοἶδα, da leggere “woida”), al latino video, quindi dalle matrici indoeuropee al latino, vedere è l’atto col quale entriamo in relazione col mondo. Gli antichi greci, a metafora del saggio che vede le essenze e non le contingenze, lo disegnavano cieco, come Tiresia.
Quando il nostro apparato percettivo biologico collegato a quello mentale va a vedere il mondo, qualcosa vede e qualcosa no. Vede ad esempio tutto ciò che riflette il piccolo segmento delle onde elettromagnetiche che chiamiamo “luce”, non vede né le onde radio, le microonde e l’infrarosso, così come non vede l’ultravioletto, i raggi x e gamma. Altresì, c’è un punto della nostra retina che per qualche ragione evolutiva, non ha bastoncelli recettori, è cieca, non funziona, non svolge il compito per il quale si è evoluta la retina. Potrete verificarlo con il test che accludo sotto. Altresì le cose che vediamo cambiano se le vedete da vicino o da lontano (ci sono vantaggi ed svantaggi in entrambi i casi) cioè coi loro contesti e cambiano se le fissate un un fermo immagine o se le guardate per come quasi sempre si trovano ovvero in movimento.
Così per le immagini di mondo o ideologie. Cercate ad esempio di leggere l’universo mondo categorizzando in classi sociali? Vedrete solo classi sociali e non vedrete individui, popoli, stati, civiltà, sessi e generi, generazioni. Cercate modi produzione? Vedrete solo modi produzione, non filosofie o religioni, logiche o tradizioni. Cercate la classe salvifica che guiderà la sacrosanta marcia per l’emancipazione? Non vedrete che il fatto che le società umane sono ordinate dai Pochi su i Molti è schema che esiste da ottomila anni e forse la faccenda è un po’ più complicata. Cercate la rivoluzione? Non leggerete che i libri di storia raccontano solo di lunghissime e lentissime trasformazioni a volte impercettibili e quando cambiano repentinamente è perché cambiano la forma e non la sostanza. Cercate la Verità? Non vedrete che la verità è storica e relativa a coloro che la cercano e si basa su ciò che si conviene tra noi esser vero almeno per quanto attiene al mondo umano. Cercate “la” causa? Non vedrete che quasi nulla è dato una “una causa”, per lo più le cause che agiscono attivamente e passivamente, direttamente o indirettamente, nel tempo breve o in quello molto lungo, sono tante.
Insomma, il mondo non è come ci appare sebbene ad uno sguardo non riflessivo sembrerà sempre e solo secondo i presupposti di ciò che già avete in mente a priori. Conoscere allora altro non è che ridurre quel punto cieco che non vi fa vedere la cosa per come è ma solo per come l’avete immaginata prima di vederla.
Se poi ogni tanto vi viene in mente la domanda: che fine ha fatto la sinistra? conseguitene che una visione del mondo deperisce nella misura in cui non i suoi valori ma i suoi presupposti conoscitivi ed interpretativi sono per lo più concentrati in un unico, grande, punto cieco. In quel buco nero, c’è la risposta.
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IL TEST: Coprite l’occhio sinistro, ed osservate l’immagine qui sotto con l’occhio destro. Ponetevi ad una distanza di circa 30 cm dal monitor, e fissate con l’occhio destro la croce.
È importante fissare la croce senza muovere gli occhi.
Muovendo avanti e indietro la testa, dovreste notare che il pallino a destra scompare e riappare alternativamente. Questo perché, quando il pallino passa attraverso il punto cieco dell’occhio destro, il cervello usa l’area circostante (completamente bianca) per riempire il pezzo mancante; funziona anche coprendosi l’occhio destro e fissando il pallino.