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Segue: il comunicato del Comitato No EXPO
Il vento a Milano è cambiato davvero. Invece dell”Expo del cemento della Moratti e di Formigoni, ci sarà l”Expo del cemento di Pisapia e di Formigoni. La colata di cemento è la stessa di prima, ma vendoliana e pidimenoellina, e servirà , come da programma, per “Nutrire il pianeta“e gli immobiliaristi. I milanesi si sono dimostrati contrari con un referendum consultivo cittadino, ma i politici di palazzo Marino se sbattono i coglioni. Il vento è cambiato con Pisapia, Pisapippa, Pisaesspò.
http://www.youtube.com/watch?v=uwL0Du_1DWM
L”affare Expo 2015
Sono Gianni Barbacetto, giornalista de Il Fatto Quotidiano, lo strano caso dell”Expo di Milano nasce in un posto sfigato, nell”estrema periferia a nord di Milano in un pentagono di sterpaglie ritagliato tra due autostrade, un posto dove nessuno andrebbe mai a farci nulla, tanto meno a abitarci.Quei terreni però sono stati acquistati a buon prezzo, prezzo agricolo, valgono quasi niente, da una società controllata dalla Regione di Roberto Formigoni, la società è la Fondazione Fiera di Milano.
L”Expo nasce proprio lì, perché la Fondazione Fiera di Milano deve riuscire a valorizzare quei terreni, deve riuscire a risanare i suoi bilanci che sono clamorosamente in rosso, si fa un bell”Expo, l”esposizione universale che nel 2015 porterà , si dice, milioni di persone a Milano, poi vedremo se arriveranno tutti questi milioni di persone, perché bisogna valorizzare, farà un”operazione immobiliare, il tema dell”Expo è un bel tema, non sono contrario all”Expo in sé, “Nutrire il pianeta“, l”alimentazione, energia per la vita potrebbe essere una buona idea, per esempio l”idea di Stefano Boeri, Carlin Petrini di slow food e di altri architetti della consulta degli architetti, era quella di costruire lì una cosa unica al mondo, un grande parco biologico, dove concentrare tutte le coltivazioni, tutti i climi del mondo, sarebbe stata davvero un”occasione per richiamare da tutto il mondo persone che volessero vedere dall”origine il seme alla realizzazione il cibo, la trasformazione della natura in cultura. In realtà quello che preme ai signori dell”Expo è fare una grande operazione immobiliare, questo è l”accordo di programma firmato dal Sindaco di Milano, dal Presidente della Regione Roberto Formigoni e da altri operatori interessati a questo affare.
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L”Expo della Moratti e di Pisapia
Cosa, soprattutto impegna a fare questo accordo di programma? Impegna a fare circa 750 mila metri quadrati di cemento, questo è, perché una volta che tu hai da valorizzare un”area, pare che gli orti, anche l”orto planetario renda poco sull”immediato, in maniera miope si preferisce il cementoche viene ritenuto invece più redditizio e allora ecco il grande imbroglio dell”Expo: coprire un”operazione immobiliare con una patina di cultura e di grande esposizione universale.
Non c”è nessuna differenza tra l”Expo di Letizia Moratti e l”Expo di Giuliano Pisapia, per ora, speriamo che qualcosa venga fatto, sia ancora in tempo a cambiare qualcosa, perché tutti e due sono l”Expo di Roberto Formigoni e sono l”Expo della Fondazione Fiera, è la Fondazione Fiera il grande beneficato dalla bacchetta magica urbanistica dell”Expo che permette di fare questi benedetti 750 mila metri quadrati di cemento in un”area di circa un milione di metri quadrati.
Peccato che i milanesi abbiano votato anche in un referendum consultivo, il 12/13 giugno che vogliono che l”area dell”Expo sia conservata a parco, dice il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia: “Metà dell”area resterà a parco“, ma anche questo è un imbroglio, perché se io mantengo i 750 mila metri quadrati di cemento, poi dopo che io li spalmi su tutta l”area facendo case più basse, oppure li concentri in metà dell”area per lasciare metà dell”area a verde, comunque la quantità di cemento è la stessa, invece che fare case di 5 piani spalmate su tutta l”area, dovrò fare torri di 20/30 piani, ma il risultato finale è lo stesso, questo è l”imbroglio a cui si somma un ulteriore imbroglio. L”area dell”Expo è circondata da altre aree su cui arriveranno altre migliaia di metri quadrati di cemento. L”area della Cascina Merlata per esempio. Cascina Merlata è proprio lì, al confine attaccata all”area dell”Expo, lì viene concentrato un mucchio di cemento, quasi 400 mila metri quadrati, è il lato B dell”Expo, costruite di là per poter lasciare un po” di verde nel parco dell”Expo. Accanto ancora c”è l”area di Via Stephenson, dove ancora anche lì verranno costruiti ulteriori torri, ulteriori residenze, sta per arrivare una nuova ondata di cementificazione con la scusa dell”Expo a Milano, in un”area che non avrebbe sicuramente bisogno. Abbiamo visto quante torri di spazi di terziario, di uffici ci sono a Milano vuote, invendute? Stiamo regalando ai nostri figli, ai nostri nipoti, credo, un colossale imbroglio che sarà anche probabilmente un colossale buco economico.
Una colata di cemento per “Nutrire il pianeta”
Il Sindaco Giuliano Pisapia dice che non si poteva fare altrimenti, quando è arrivato lui ha trovato le cose già fatte, il BIE (Bureau International des Expositions) di Parigi che assegna l”Expo in giro per il mondo e che l”aveva assegnato 3 anni fa a Milano gli ha detto: “O firmi questo accordo di programma, ormai il tempo di cambiare non c”è più“. Allora dice Pisapia: “Piuttosto di far fare a Milano una figuraccia planetaria davanti a tutto il mondo e farsi togliere l”Expo della nutrizione, dell”energia etc., ho dovuto accettare queste condizioni, poi vedremo pian piano di migliorarle facendo un po” meno di cemento, facendo più verde“.
Credo che questo non basti perché è mai possibile? Milano, la Milano di Letizia Moratti è da 3 anni che stanno litigando per fare questa grande operazione immobiliare, per 3 anni andava bene tutto e non c”era nessuna urgenza, arriva Giuliano Pisapia e tutto deve essere fatto in maniera urgente entro luglio bisogna fare le gare, entro ottobre devono partire i cantieri, altrimenti il BIE avrebbe tolto l”Expo a Milano, ma siamo davvero sicuri? Come mai la fretta che non c”è stata nei 3 anni di Letizia Moratti è diventata stringente nei primi 15 giorni in cui Giuliano Pisapia è diventato Sindaco?
Cosa succederà dopo? Questa è la grande scommessa e è quello su cui ancora si può lavorare, durante l”Esposizione universale che dura pochi mesi, lì saranno costruiti dei capannoni, i padiglioni dei vari Paesi che arriveranno da tutto il mondo. E dopo, chi ha speso 120 milioni di Euro per acquistare le aree, in parte 40 milioni al gruppo Cabassi e in gran parte, 80 milioni alla Fondazione Fiera per sistemare i conti di questa creatura di Roberto Formigoni, è chiaro che a quel punto non è che si potrà tanto stare a giocare con i parchi e con l”alimentazione, bisognerà valorizzare l”investimento fatto e costruire, costruire, costruire, vediamo quanto, vediamo dove, vediamo cosa succederà e lo vedremo nei prossimi mesi.
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Fonte: http://www.beppegrillo.it/2011/07/pisapia_e_lexpo_2015/index.html?s=n2011-07-23#*gpe2*.
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NOI NON PAGHEREMO LA LORO CRISI, NON PAGHEREMO IL LORO EXPO
25 luglio h. 17 sotto Palazzo Marino contro l”Accordo di Programma per Expo 2015
Oggi il Consiglio Comunale di Milano approverà l”Accordo di Programma Expo 2015. Siamo contrari a questo accordo, in pratica lo stesso del duo Formigoni-Moratti, che regala soldi pubblici a Fiera e Cabassi e consentirà a immobiliari e cooperative di speculare dopo Expo. La conferma,come sosteniamo da quattro anni, che c”è alternativa all”Expo della valorizzazione dei suoli, della speculazione immobiliare e della mobilità pesante. Non c”è alternativa perché bipartisan sono vedute, interessi e pratiche (vedi la vicenda Penati-aree Falck) quando si parla di territorio, edilizia, costruzioni. Lo conferma la timidezza nel gestire prima il veto del BIE sulle serre e pro-padiglioni, poi l”intesa con Formigoni per le aree, dove guadagnano solo Fiera e Cabassi.
Il centrosinistra, che ha appoggiato il referendum che chiedeva “zero cemento” sull”area Expo, dovrebbe respingere questo Accordo, ma non lo farà . Certo non per le temute figure, ma perché alla fine con Expo guadagnano anche soggetti economici di riferimento (vedi Coop), alleati d”affari (CdO) o immobiliaristi amici (Cabassi). E” un accordo che, in nome dello slogan “Nutrire il Pianeta”, porterà alla cementificazione di oltre 400.000 mq di terreno agricolo e verde, da aggiungere alle devastazioni delle infrastrutture varie (da Malpensa, a TEM e Brebemi) nei parchi lombardi. Opere spesso inutili, onerose per le casse pubbliche, che Expo ha reso irrinunciabili. Un accordo che prelude a un”immensa colata di cemento; una grande opportunità per immobiliaristi, mafie e speculatori e un danno per i cittadini.
Expo lo pagano i milanesi che avranno tariffe più care per treni e ATM, lo pagano i pensionati che maggiormente utilizzano i servizi sanitari con i ticket, lo pagano le famiglie che non avranno più le detrazioni sul mutuo o sulle spese dell”asilo. Crediamo che la politica abbia preso in giro in modo indecoroso i cittadini, tra un litigio e l”altro per la gestione di Expo, presentando progetti faraonici in una fase di profonda crisi economica in cui alle fasce sociali più deboli si chiede l”ennesimo sacrificio. Siamo stati presi in giro con operazioni di facciata, che mostravano una falsa partecipazione democratica, con inutili eventi mediatici, ma poi il parere dei milanesi, contro questo accordo di programma, nel referendum consultivo, è ignorato.
Pisapia ha sostenuto che era tardi per cambiamenti e che la vera partita sul destino delle aree e sulle volumetrie si giocherà in futuro. Vorremmo credergli, ma sappiamo che non sarà così. Nonostante questo, avanziamo due proposte che, se il centrosinistra è sincero, dovrebbero essere accolte con favore, perché mirano a difendere qualità della vita e l”interesse pubblico. Chiediamo al Sindaco di agire affinché durante l”Expo non si tengano manifestazioni fieristiche nell”area adiacente. Possiamo reggere una presunta affluenza doppia di quella del Salone del Mobile per un periodo 30 volte più lungo? Non è buon senso dire da subito che il Polo Fieristico di Rho-Pero sarà chiuso, con la possibilità di sfruttarne gli spazi a fini logistici e i parcheggi risparmiando aree verdi e denaro? Ovviamente questa ipotesi non piace a Fiera, che è stata la vera promotrice di Expo e che da questa operazione guadagnerà cifre astronomiche. La seconda richiesta è che gli eventuali costi di bonifica sull”area Expo siano a carico degli attuali proprietari e non della società Expo. Dalle risposte alle nostre osservazioni in merito, risulta che nel 40% dell”area, non sia stato possibile fare carotaggi e analisi per verificarne lo stato. Sono due proposte concrete, tutto il resto, le modifiche nel 2016, l”Expo diffuso, i giardini condominiali spacciati per parchi, sono chiacchiere.
Pisapia si è detto costretto a stringere l”abbraccio mortale di Formigoni, pena la perdita di Expo e la figuraccia. Visto il baratro economico-finanziario del paese, le casse vuote degli Enti Locali, facendo saltare Expo si sarebbe risparmiato sicuramente la figuraccia con i milanesi, cui dovrà spiegare come trovare le centinaia di milioni per il grande evento, che doveva salvare Milano e il Paese e che rischia, invece, di affossarlo ulteriormente tra debiti e cemento. Sia messa fine alla farsa Expo, altrimenti, quando crisi e ruspe colpiranno i territori, saranno le persone a mettere fine alla commedia, e a Milano, come in Valsusa, sarà dura…per loro!
Comitato No Expo – www.noexpo.it – info@noexpo.it
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