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a cura dei Pixel – Megachip.
1. Dobbiamo ammettere, come elettori del Movimento 5 Stelle, che siamo un po’ perplessi. Sappiamo che i media fanno a gara a chi distorce meglio le parole degli esponenti del M5S, a partire dal suo nucleo dirigente.
D’altra parte il circa 45% della popolazione che non possiede Internet solo dai media sicofanti riesce ad ottenere, semmai, notizie.
E non è detto che tutto il rimanente 55% sia dedito ad andare a cercare sulla Rete cosa sta succedendo in politica.
E poi sulla Rete si leggono cose anche poco coerenti, un po’ balorde, che possono essere usate in un modo o in un altro, ben si sa.
Prendiamo il caso delle “dichiarazioni†(in realtà di seconda mano) della capogruppo 5 Stelle alla Camera, Roberta Lombardi.
Non ci interessa, a noi che siamo nati antifascisti, seguire le polemiche ipocrite del mainstream. In questo caso la nostra perplessità è un’altra: cara Roberta ma sai quanto ce ne frega sapere nel 2013 se Mussolini nel 1922 ha avuto o meno un alto senso dello Stato? Che razza di tema è? Al più andrebbe bene in un simposio storico sul Ventennio; ma oggi, nel contesto politico attuale! Bah.
Tutti i governanti in un modo o nell’altro hanno avuto il senso dello Stato: Eisenhower, Hitler, Churchill (anzi, lui addirittura aveva un alto senso dell’Impero), Stalin, Krusciov e Kennedy, Obama e Putin, Andreotti e Craxi, persino D’Alema e Napolitano anche se lo associano al senso dello Stato d’oltreoceano. Che diavolo significa? Lasciamo perdere. Chi se ne impippa, ripetiamo.
E lo stesso tipo di perplessità ci ha invaso assistendo alla battaglia per i presidenti di Camera e Senato. È vero che sono importanti ruoli istituzionali, ma da qui, dalla piazza dei vostri elettori, cari neo-eletti 5 Stelle, ci è sembrata una baruffa di Palazzo. Scusate se siamo così terra terra.
Adesso che finalmente il problema è risolto, vi ricordiamo che noi che in quel Palazzo noi non ci siamo, vi abbiamo eletto perché pensiamo che il vostro palazzo sia il Paese reale.
Quindi d’ora in avanti, fin dall’inizio dei lavori parlamentari, ci aspettiamo proposte: proposte sulla crisi che ci sta prendendo alla gola. È lì che bisogna dare battaglia, come vi ha suggerito anche un vostro amico di lunga data, Giulietto Chiesa. Perdere una battaglia ben combattuta su quel terreno, è meglio che vincerne due sulle cariche istituzionali. Se poi si dovesse vincere, meglio ancora.
2. Quando vi abbiamo eletto sapevamo benissimo che non avevate un programma “coerentizzatoâ€. Molti punti ci piacevano, ma un nesso logico e politico, un filo conduttore che tenesse le varie perle assieme in una collana, si faceva fatica a vederlo.
Per carità , non che i programmi degli altri fossero un gran che coerenti, nemmeno quelli che si rifacevano alla famosa Agenda Monti, che una pur pessima coerenza avrebbero dovuto avere.
D’altra parte abbiamo ben sperimentato l’abilità tecnica dei loschi figuri che per un anno ci hanno governato. Loschi e imbroglioni.
Nello scorso post avevamo ad esempio accennato al “problema esodatiâ€, perché è paradigmatico. Suvvia, professoressa Fornero, ammetta che ha imbrogliato, che sapeva benissimo fin dall’inizio quanti erano effettivamente gli esodati ma ha dovuto adeguare il numero ufficiale, di Palazzo, ai tagli lineari imposti dal suo boss di quartiere. Cosicché, visto che da imbroglio nasce imbroglio, ha rilasciato con fatica (ha pianto anche in quel caso?) una legge imbrogliona che non copre nemmeno tutti i casi che la stessa legge prevede. Cosicché il criterio di scelta tra pari aventi diritto sarà uno scientifico Ambarabà Ciccì Coccò. Se invece ci dimostra che non sapeva i numeri esatti, ritiriamo senza meno l’«imbrogliona» e ammettiamo che sia stata solo un’irresponsabile ignorante.
Che tecnici, ragazzi! La loro grande scienza è stata tutta profusa nelle manovre di depauperamento della società . Chissà perché, poi, ce la prendevamo tanto coi tagli lineari di Tremonti, che in confronto al suo omonimo senza il “Treâ€, adesso ci appare quasi un esponente della socialdemocrazia scandinava.
3. Cari nostri deputati e senatori 5 Stelle, questo è solo un esempio dei problemi urgenti che dovete affrontare. Siete stati eletti per emendare i danni dei tecnici ambarabà e dei loro supporter opportunisti, non solo per ribadirgli che sono ambarabà e opportunisti.
Sarebbe il caso che il M5S rendesse coerente la sua linea di pensiero. Come utenti medi della Rete, che da lì traggono le notizie e non dai media sicofanti, vorremmo ad esempio capir meglio come stanno insieme la decrescita e il pensiero del professor Callegati; vorremmo sapere come sta insieme il sacrosanto No alle nostre missioni militari all’estero e la permanenza dell’Italia in una sempre più bellicosa Nato alla cui sezione europea gli Stati Uniti stanno per subappaltare tutte le prossime guerre in Africa. Infine vorremmo sapere alcune cose su Euro ed Europa, sul Fiscal Compact, sul MES e anche se vi viene il sospetto che le stesse ricette economiche, se dette da un italiano o se dette da uno Stiglitz magari non condividono la medesima visione geostrategica. A meno che non si creda alla solita panzana che l’Economia è una scienza esatta che si eleva sopra la politica.
Ma per queste cose c’è meno fretta.
C’è invece una fretta del diavolo nel trovare rimedi, per lo meno transitori ma effettivi, alla crisi. Poi, dato che tout se tient, specialmente in una crisi sistemica e quindi internazionale, ragionando su quelli si sbatterà proficuamente il grugno anche sulla politica estera, su come ad esempio vedono l’Euro gli americani, che non è la stessa visione dei tedeschi, che non hanno la stessa idea della Grecia o dell’Italia, e così via.
Siamo un po’ naïf, ma molto preoccupati.
Sappiamo bene con quale rabbia e delusione una gran massa di italiani abbia puntato molto sul Movimento 5 Stelle: ne facevamo parte.
Ora si tratta di costruire. Le battaglie, le migliori, si danno sui progetti di costruzione, sulla realizzazione e la direzione dei lavori. Alla fine vorremmo vedere qualcosa di ben fatto.
Non avete esperienza di governo? Non preoccupatevi, tanto di fronte avete dei cialtroni che hanno il solo vantaggio di avere un pelo sullo stomaco da fare invidia a un lupo o, se va bene, alle famose piccole volpi che rovinano i vigneti.
Fate attenzione alle loro zanne o alle loro furberie.
Ma state attenti ai problemi concreti di chi vi ha eletto, perché in questi tempi di lunga crisi nemmeno ai più onesti verranno concessi sconti.
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