Movimento 5 Stelle, tra trappole e autotrappole

'Il M5S suscita risposte emotive intense, polarizzate. La tentazione di molti è liquidare l''avventura dei pentastellati come una forma di populismo 2.0, ma...'

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21 Maggio 2013 - 13.43


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di Paolo Bartolini.

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Il Movimento 5 Stelle suscita, per sua natura,
risposte emotive intense e polarizzate. La tentazione, per molti, è quella di
liquidare l’intera avventura dei pentastellati come una forma di populismo 2.0,
incapace di rispondere alla complessità del reale e di assumersi responsabilità
istituzionali inconciliabili, fra l’altro, con il linguaggio provocatorio del
leader Beppe Grillo. All’opposto troviamo (e non sono rari all’interno del
MoVimento) i fedelissimi alla linea, coloro che sono pronti ad impugnare la
tastiera del PC per attaccare sul web chiunque osi chiedere conto delle logiche
che guidano i piani della premiata dita Grillo/Casaleggio.  

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La Gabanelli può così diventare, in poche ore, una
traditrice per il semplice fatto di aver rivolto delle domande legittime sugli
incassi che il blog di Grillo garantisce alla Casaleggio Associati.

Insomma, oggi più che mai, un fenomeno rilevante
come quello del Movimento 5 Stelle ha bisogno della massima attenzione, per
preservarlo dalle numerose trappole che il mainstream
e i suoi stessi sostenitori sembrano tendergli dietro ogni angolo.

L’impressione, infatti, è che per tutti gli
italiani che non si riconoscono più nei tradizionali schieramenti politici, si
sia aperta una possibilità inedita di cambiamento. Ecco perché ho salutato con
soddisfazione la nuova apertura di Grillo verso base del Partito Democratico. Ma poi il giorno seguente è
arrivata la solita mezza-smentita, e Grillo ha pensato bene di rialzare il tiro
ribadendo ciò che ormai tutti sanno, ovvero che il MoVimento siritiene equidistante dalle classificazioni novecentesche della destra e della sinistra.

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Ad essere sinceri nulla mi toglie di testa la
convinzione, assai sgradevole, che i vertici del M5S pensino alla politica
quasi esclusivamente nei termini del marketing e delle sue strategie di
posizionamento.

Le uscite di Grillo, a volte abili ed efficaci sul
piano comunicativo e di mobilitazione, più spesso si riducono a sparate e
proclami che hanno la sola funzione di tastare il polso dei suoi fan, per
accertarsi, insomma, che il consenso che circonda lui e il M5S rimanga a
livelli accettabili.

Ecco quindi che, ad un’apertura intelligente agli
elettori del PD e alla base di questo partito ormai suicidatosi sull’altare
della governabilità a tutti i costi, segue un confuso tentativo di riprendere
le distanze, di non macchiarsi con l’umanità altrui, di rimanere i puri che si
ergono tali contro la sporcizia assoluta della Casta. Ebbene, l’assetto
proprietario del MoVimento e la tendenza a cercare la battuta ad effetto da
parte del suo leader maximo, mi preoccupano notevolmente, perché sottolineano
una strategia di brevissimo respiro, tutta interna alle logiche del marketing
politico e sicuramente condizionata dall’ipervelocità della cultura di
internet, appiattita com’è sul qui ed ora dello spazio-tempo virtuale.

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Se è vero, come io ritengo, che di una rivoluzione
culturale abbiamo bisogno (anche nella politica), ciò significa che dovremo
tutti seguire con rispetto e spirito critico i prossimi sviluppi del MoVimento
5 Stelle. In attesa che Grillo e Casaleggio tornino a contare “uno”. Quando ciò accadrà, e se mai accadrà, potremo ringraziarli
di cuore e abbandonare il sospetto che la loro utopia sia appunto solo la loro
e non la nostra.

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