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E Grillo mi ha lasciato un po' perplesso...

Ho ascoltato il discorso di Grillo, per molti versi del tutto condivisibile. Ma su alcuni punti mi lascia perplesso, con addebiti falsi alla Corte [A. Giannuli]

E Grillo mi ha lasciato un po' perplesso...
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2 Gennaio 2014 - 00.10


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di Aldo Giannuli.

Innanzitutto auguri per il 2014: ne abbiamo davvero bisogno perché non è un anno facile quello che si presenta. Ma, i colpi di fortuna sono sempre possibili e ci speriamo.

Ho ascoltato il discorso di Grillo che, per molti versi era del tutto condivisibile e, devo dire, di tono più tranquillo del solito.

Come non essere d’accordo sul fatto che c’è stato un terremoto elettorale e che la classe politica fa finta di nulla?

Come non dargli ragione sulle dimissioni di Napolitano o l’Euro?

O come non concordare sulle critiche ai disastri combinati da Monti?

Dunque, su gran parte del discorso non ho nessun problema e sottoscriverei.

Tuttavia ci sono tre o quattro punti che mi lasciano molto perplesso a cominciare dalla Corte Costituzionale, alla quale si fa un addebito falso: averci messo sei anni per dichiarare l’incostituzionalità del Porcellum.

In realtà, la Corte ci ha messo solo pochi mesi, essendone stata investita solo nella scorsa primavera. A ritardare la pronuncia è stata la magistratura ordinaria (che gode di un ingiustificato favore da parte di M5s, popolo viola, Idv ecc ecc) che ha sistematicamente respinto i ricorsi degli avv. Bozzi e Besostri, sino a quando la Cassazione non li ha ritenuti fondati inviandoli alla Consulta.

E meno ancora mi convince la proposta di abolire la Corte Costituzionale, alla quale si può rimproverare di non aver fatto sempre il suo dovere –siamo d’accordo- ma che, nel complesso è stata un argine contro gli abusi di una classe politica che della Costituzione avrebbe fatto polpette.

Ci siamo dimenticati –tanto per fare un solo esempio- della sentenza che bocciò il lodo Alfano che salvava Berlusconi?
Ma, per entrare nel merito, se abolissimo la Corte Costituzionale cosa succederebbe? La Costituzione continuerebbe ad esserci, ovviamente, e, con essa, l’esigenza di una interpretazione univoca (dato che inevitabilmente avremmo pronunce di merito del tutto contrastanti fra le varie corti d’Appello e Tribunali). Questa spetterebbe alla Cassazione a sezioni unite. Siamo sicuri che sia meglio?

Avrei molti dubbi in merito quantomeno dal punto di vista dell’esperienza concreta, perché, se ci sono molte decisioni discutibili della Corte Costituzionale, ce ne sono incomparabilmente di più della Cassazione e, quanto ai tempi di pronuncia la cosa andrebbe sicuramente molto ma molto peggio. Anche dal punto di vista teorico la cosa mi lascia molto perplesso: mettere in mano alla Cassazione il sindacato di costituzionalità delle leggi ed i conflitti fra poteri dello Stato, significherebbe subordinare il legislativo al giudiziario, che non mi pare una grande trovata.

Altra fonte di perplessità è la passione che ha preso Grillo per il Mattarellum: sin qui il M5s si è detto favorevole al proporzionale, mentre il Mattarellum è un sistema maggioritario ed anche più rigido del Porcellum, da diversi punti di vista. Peraltro, se dobbiamo fare una legge secondo le indicazioni della Corte Costituzionale, occorre anche restituire i cittadini la libertà di scegliersi i parlamentari, cosa che non si può dire accada con il Mattarellum che, basandosi su collegi uninominali, esclude ogni possibilità di scelta del candidato.

In realtà il Porcellum, così come lo ha trasformato la sentenza della Corte, può andare bene così, salvo la necessità di un emendamento di un rigo e mezzo che reintroduca le preferenze.

Su questo punto, proprio non capisco le posizioni di Grillo, ed il dubbio è che anche lui si stia innamorando dell’ortopedia del maggioritario che trasforma una maggioranza relativa in assoluta (sperando di esserne lui il beneficiario) o, più semplicemente (ed è quel che penso), che non ci abbia riflettuto abbastanza e non abbia le idee chiare in proposito.

Terzo punto, la questione dell’Euro. Come ben sa chi mi legge (a differenza di chi interviene solo quando si parla del suo partito e che ignora quel che ho scritto per quattro anni) sono da sempre critico sulla moneta europea ed auspico la fine di questo “sciocco esperimento” (come lo chiamano gli americani). Però non credo che un referendum in proposito sarebbe mai ammesso dalla Corte Costituzionale e non perché questa sia un “organo politico”, ma perché proprio la Costituzione esclude che i trattati internazionali possano essere sottoposti a referendum.

Si può fare un referendum consultivo (come ci fu quello del 1989 proprio su un trattato europeo), ma ovviamente è cosa di efficacia ridotta, anche se avrebbe un indubbio valore politico. Resterebbe comunque un problema: da una moneta comune non si può uscire dicendo “Buonasera, noi andiamo via”.

Ovviamente c’è da gestire una delicatissima fase di uscita, con tempi e modi assolutamente non scontati. E con il rischio di terremoti finanziari e si pensi solo ai debiti precorsi: resterebbero in Euro o sarebbero automaticamente convertiti nella nuova moneta? Sono due cose molto diverse fra loro.

Dunque, va bene uscire dall’Euro ma cerchiamo di capire come e, più ancora, per andare dove. Infatti non è proprio automatico che uscire dall’Euro significhi tornare alla Lira punto e basta: si può anche tornare ad un sistema simile allo Sme, con una moneta centrale unità di conto e le altre agganciate entro bande di oscillazione, si può avere anche una fase prolungata di doppia circolazione variamente regolamentata, si può sdoppiare l’Euro in due fra Euro del Nord ed Euro del sud, ecc.

Come si vede le soluzioni possono essere diverse e mi sembra il caso che vadano ponderate assai bene per non rifare l’errore di un ordine monetario deciso senza un reale dibattito democratico (come appunto fu l’infelice scelta dell’Euro).

 

 

 

 
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