I comitati No Muos tornano oggiin strada a Niscemi, per
protestare contro il completamento delle tre parabole dell’impianto
militare di telecomunicazioni Usa. L’appuntamento sarà alle 14e30 in
contrada Ulmo, nonostante alcune prescrizioni della questura di
Caltanissetta che intimavano una modifica del percosso. Considerate
irricevibili dagli organizzatori. «Non è accettabile che una decisione
di natura politica venga celata dietro una scelta che si spaccia per
tecnica», spiegano gli attivisti.
«La manifestazione si farà lo stesso, anche senza le autorizzazioni,
sul tragitto già seguito nella manifestazione del 9 agosto 2013. Non è
accettabile che una decisione di natura politica venga celata dietro una
scelta che si spaccia per tecnica, i cui motivi formalmente sarebbero
l’incolumità dei partecipanti e il rischio incendi nella Sughereta». E’ questa la pretesa di posizione del Coordinamento regionale dei comitati.
L’appuntamento viene quindi confermato per domani pomeriggio alle 14.30 in contrada Ulmo, nei pressi del cancello numero 1 della base. La questura di Caltanissetta
ha dapprima vietato la manifestazione, di cui gli attivisti avevano
dato comunicazione il 20 febbraio. I motivi del no starebbero in una
relazione della Forestale che, in occasione del corteo del 9 agosto, ha
riscontrato una serie di difficoltà logistiche per la sicurezza: i
sentieri angusti e cespugliosi su cui si era snodato il tracciato,
difficilmente raggiungibili dalle ambulanze e il potenziale panico che
si sarebbe potuto scatenare tra i partecipanti nel caso di un incendio.
A fronte del divieto, giovedì il comitato di Niscemi
ha presentato una nuova richiesta con alcune variazioni sul percorso,
chiedendo di partire dal cancello numero 1 della base, passare da contrada Polo e raggiungere il cancello numero 4 in contrada Pisciotta,
da cui è visibile l’impianto Muos. Ma anche in questo caso la risposta
della questura è stata parzialmente negativa. L’ordine è di fermarsi in
contrada Polo, senza proseguire oltre e di parcheggiare le auto o gli
autobus dei partecipanti lungo la strada provinciale. «Non ci permettono
di arrivare ad un punto in cui le parabole sono visibili e ci obbligano
a lasciare le auto a sette chilometri dal luogo del concentramento,
dando vita in sostanza ad un altro corteo». I comitati hanno fatto
sapere che non rispetteranno quanto ordinato dalla questura. «Il corteo si farà lo stesso», annunciano.