Per i Paesi dell’Eurozona è arrivato il momento di “cedere sovranità †all’Europa per quanto riguarda le riforme strutturali. A lanciare il sasso nello stagno è stato il presidente della Bce, Mario Draghi.
“È probabilmente giunto il tempo di iniziare a condividere la sovranità a livello europeo anche per quanto riguarda le riforme strutturaliâ€, ha detto in particolare al termine del consiglio direttivo dell’Eurotower sottolineando la necessità di “fare sul piano delle riforme strutturali quello che è stato fatto a livello di bilancioâ€.
Ogni riferimento all’Italia non è puramente casuale, visto che secondo Draghi:
“una delle componenti del basso Pil italiano è il significativo debole livello degli investimenti privati, nonostante una riprese dei consumiâ€.
La causa?“L‘incertezza e la mancanza di riforme strutturali che non sono condotte con sufficiente impegno†e sono all’origine dello scoraggiamento degli investimenti, mentre occorrono passi avanti su “mercato del lavoro, nella giustizia civile e nella concorrenza†e “non c’è niente che la politica monetaria possa fare†per sopperire ai ritardi dei governi.
Tra le priorità , anche il taglio del carico fiscale, tema che riguarda i Paesi euro “con il più alto livello tassazione in un’area in cui le tasse sono le più alte al mondoâ€.
Parole che pesano come pietre, che però Matteo Renzi ha fatto sapere ha molto apprezzato, secondo quanto l’Ansa riferisce di aver appreso da fonti di Palazzo Chigi.
Da Francoforte, poi, è arrivata anche una risposta indiretta, alle fresche dichiarazioni del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che poco prima dell’intervento di Draghi da Francoforte, a Roma aveva detto alla Camera che:
“è sbagliato e fuorviante, come fanno molti commentatori, prendere in considerazione un quadro macroeconomico di pochi trimestri per valutare l’efficacia e l’impatto dell’azione di governoâ€.
Valutazione che il numero uno della Banca Centrale europea condivide solo in parte:
“Alcune riforme hanno un impatto immediato, mentre altre hanno bisogno di tempo – ha detto Draghi per poi puntare il dito – Gli investitori sono scoraggiati dal clima di incertezza che regna e che è molto esteso in Italia. Gli investitori privati sono scoraggiati perché devono aspettare mesi per ottenere autorizzazioni, 8-9 mesi per arrivare alla fine di un vero e proprio percorso a ostacoliâ€, ha puntato il dito.
E questa situazione, secondo l’ex governatore della Banca d’Italia:
“è legata all’assenza di riforme strutturali sui mercati dei prodotti, burocratico, del lavoro e a livello giuridico. Tutte queste riforme farebbero sentire rapidamente i loro effetti. Molti pensano che ci vuole molto tempo per registrare gli effetti delle riforme strutturali. Non è così. I Paesi che hanno condotto le riforme strutturali vanno bene, molto meglio di quei Paesi che non le hanno fatte o le hanno fatte solo in parte e l’occupazione è aumentata. È vero che alcune riforme strutturali si fanno sentire più rapidamente e che altre che necessitano più tempoâ€.
Il rallentamento della Germania, poi, non c’entra con le riforme ma “è dovuto a fattori tecniciâ€. E “se i rischi geopolitici si materializzano ci sarà un allentamento della crescita, ma sarà del tutto diversa la situazione per i Paesi che hanno fatto le riformeâ€.
Tanto più che:
“la ripresa nell’area dell’euro è debole, frabile e disomogenea. Se guardiamo agli ultimi 2-3 mesi il trend di crescita è un pò rallentatoâ€.
E, appunto, i rischi geopolitici sono “cresciuti in tutto il mondoâ€, ma la crisi tra Russia e Ucraina:
“ha un peso maggiore sull’Europa†che nel resto del mondo. Le ripercussioni più temute sono soprattutto sui prezzi dell’energia, ma è difficile valutare le conseguenze e definire ora quali sono le opzioni nel futuro soprattutto se il conflitto si intensificaâ€.
Difficoltoso quantificare anche:
“gli effetti delle sanzioni nei confronti della Russia e quello delle contro-sanzioni nei confronti dell’Ueâ€.
Al momento, però, secondo Draghi:
“la crisi sui flussi finanziari e commerciali ha effetti molto limitati. Poche sono le istituzioni finanziarie che hanno legami con quelle russeâ€.
Quanto alle banche di Mosca russe presenti nell’area dell’euro:
“avranno accesso agli strumenti di rifinanziamento ma dovranno far conoscere i loro bisogni in liquidità . Sarà dato soddisfazione alla loro richiesta se al termine dell’esame verrà determinato che queste liquidità non sono utilizzate per aggirare le misure restrittive decise a livello europeoâ€.
Gli istituti di credito russi, ha aggiunto:
“dovranno spiegare e giustificare le loro domande e il supervisore passerà al setaccio queste domandeâ€.
A proposito di banche, poi, soddisfazione e compiacimento per la soluzione portoghese del caso Banco Espirito Santo:
“Le decisioni prese dalle Autorità portoghesi, dalla Bce e dall’Antitrust Ue su Banco Espirito Santo (Bes) sono state rapide e efficaci. La costituzione di una nuova banca e della bad bank ha rassicurato i mercati e le altre bancheâ€, ha sottolineato Draghi.
Tuttavia questo:
“non vuol dire che tutto il lavoro è stato ancora compiuto. Ora ci sarà il trasferimento degli asset alle due entità , bisognerà fissare il prezzo, guardare all’esposizione in Angola. Le azioni che sono state condotte hanno permesso di fare fronte alle perdite, alle difficoltà â€.
Il Fondo di Risoluzione, rileva Draghi:
“è proprietario di questa banca e speriamo che provvederà a rivenderla al più presto. Nessun fondo pubblico è stato mobilizzato. Le differenze di prezzo durante il trasferimento degli asset dovranno essere assunti dal settore bancario e non dallo Statoâ€.
Quanto alla situazione generale, l’inflazione nell’eurozona:
“dovrebbe rimanere su livelli bassi nel corso dei prossimi mesi, per poi aumentare gradualmente durante il 2015 e il 2016â€.
Draghi ha quindi ribadito che il consiglio direttivo della Bce è pronto a utilizzare:
“tutte le misure non convenzionali, compreso il [i]quantitative easing (l’immissione di liquidità nel sistema attraverso l’acquisto di beni sul modello seguito dalla Banca Centrale americana, ndr) se le prospettive nel medio termine sull’inflazione cambiano[/i]†in peggio.
E all’interno del quantitative easing:
“l’acquisto di titoli di Stato è sempre sul tavoloâ€, ha precisato a domanda puntuale.
La Bce è cambiata con la crisi:
“ha più strumenti a disposizione, perché in un tempo straordinario c’è bisogno di risposte straordinarieâ€, ma “agisce sempre all’interno del suo mandato, che resta quello di mantenere la stabilità dei prezziâ€, ha quindi ribadito il concetto in implicita risposta ai suoi detrattori: “Siamo cresciuti ma non è cambiato il pilastro della nostra azioneâ€.
(7 agosto 2014)[url”Link articolo”]http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/07/riforme-draghi-per-paesi-eurozona-e-momento-di-cedere-sovranita-alleuropa/1084871/[/url]
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