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di Luca De Biase.
Il TTIP, il trattato sulla liberalizzazione del commercio e le garanzie per gli investimenti, deve aumentare le relazioni economiche tra le due sponde dell’Atlantico. Non si occupa molto di dazi, visto che di questi ne sono rimasti pochi. Si occupa di regole degli Stati, quelle che vengono interpretate come freni al libero commercio. In questo senso ha ovviamente delle implicazioni dirette sulla libertà di legislazione degli stati. E uno degli argomenti che si discutono riguarda i cambiamenti legislativi che le imprese potrebbero vedere come un peggioramento del contesto nel quale operano i loro investimenti oltre oceano.
Il TTIP insomma potrebbe essere usato per bloccare inutili forme di protezionismo ma anche per impedire politiche di miglioramento delle condizioni dei lavoratori o dell’ambiente o del pubblico dominio della conoscenza e altro. Non tutto questo è coperto dal trattato. Ma quello che è coperto per ora continua a essere segreto. Eppure riguarda la vita dei cittadini e delle imprese.
Per avere un’idea di quanto sia paranoica la segretezza sul TTIP vale la pena di dare un’occhiata al resoconto sull’accesso limitato dei parlamentari tedeschi ai documenti, pubblicato da GeopoliticalCenter:
I parlamentari tedeschi potranno accedere (massimo in gruppi di 8) alla sala di lettura per poter consultare i documenti relativi ai negoziati segreti tra USA e UE. La consultazione sarà possibile solo sotto la supervisione del ministro agli affari economici, i parlamentari non potranno avere con sé macchine fotografiche né cellulari, saranno guardati a vista e potranno prendere appunti solo in forma limitata. I computer saranno disconnessi dalla rete. Sono previste sanzioni disciplinari per chi infrangerà le regole.
Come abbiamo detto, ogni passo avanti verso la trasparenza è una conquista. E i tedeschi se la sono conquistata questa sala di lettura, protestando a muso duro contro il TTIP. Tuttavia vorremmo riflettere con voi sulla umiliazione, cui stiamo assistendo, di quella che è l’espressione della volontà popolare tedesca. I parlamentari vengono trattati come nemici, infatti sono addirittura passibili di sanzioni, in caso di divulgazione.
Questo trattamento incredibile è riservato ai parlamentari tedeschi che comunque sono riusciti a farsi aprire la porta per vedere le carte.
Gli italiani non sembrano molto interessati. È pazzesco. Eppure abbiamo visto con le regole sul bail-in delle banche che lasciar passare trattati e accordi sovranazionali senza discussione aperta e democratica, senza coinvolgere l’opinione pubblica, può essere molto pericoloso: quando arriva il momento dell’applicazione inevitabilmente qualcuno protesta. E allora che si fa?
Non è meglio discutere prima? Il silenzio italiano sul TTIP è particolarmente assurdo. Proprio noi che contiamo su regole come la produzione di alimenti a denominazione di origine controllata, che abbiamo tanto bisogno di attrarre investimenti, che pensiamo a conservare le corporazioni fino a oltre il limite consentito dalla storia, proprio noi che quindi abbiamo molto da guadagnare e molto da perdere con il TTIP, non ne discutiamo. I tedeschi lo stanno facendo in nome della loro sovranità nazionale. Noi – che alla sovranità nazionale non abbiamo mai pensato ma che campiamo di commercio – dovremmo farlo per prepararci al nuovo scenario.
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