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Un racconto interessante, per quanto un po” fazioso (data la fonte) sul movimento di rivolta che sta scuotendo Parigi e alcune città della Francia.
E” dal basso che anche Oltralpe fa capolino l”alternativa ad un sistema al tramonto. Un”ondata di mobilitazioni che spazza via i vecchi ceti politici ed il cupo pessimismo per cui… “Oddio, arriva il Front national, non c” niente da fare”. Ed è significativo che una delle “rock star” del movimento sia il compagno a amico Frédéric Lordon, intellettuale no-euro, spietato critico della sinistra “europeista”, che chiama alla riconquista della sovranità nazionale, alla difesa della democrazia e che senza esitazioni rivendica i valori dell”eguaglianza sociale.
de la République c’è un cartello con i gesti ammessi per manifestare i propri
sentimenti in modo gentile, perché la serenità dei dibattiti qui è sacra.
che sembrano un po’ quelle che sbucano dai muri delle palestre per rafforzare
muscoli e respirazione.
incrociare le braccia, quando non si è d’accordo. Le mani alzate, una a pugno
chiuso l’altra sventolante a dita aperte, sono il simbolo di Nuit
Debout, il movimento degli indignados parigini, che dal 31 marzo si
riuniscono nella piazza più celebre soprattutto in questo ultimo anno francese,
con la statua della République ornata di ceri, candele, messaggini, scarabocchi
e manifesti — quello che è rimasto appeso più in alto, solitario, dice: “dove
sei democrazia?â€.
opposizione alla riforma sul lavoro [in perfetto stile neoliberista, ndr.] del
governo di Manuel Valls, ma presto è diventata un sit-in permanente, con
ambizioni di espansione fuori Parigi, ovviamente, ma anche fuori dalla Francia.
anche se è molto popolare tra i ragazzi che si riuniscono nel cuore di Parigi,
François Ruffin, il regista di un documentario che si intitola “Merci Patron!â€,
che sabato scorso si è presentato di fronte alla piazza e con la consueta
serenità ha esortato i manifestanti a “uscire dalla piazza†e a passare alla
seconda fase, per farsi sentire di più, e da tutti: nominare degli ambasciatori
di Nuit Debout e conquistare banlieues e campagne.
Arnaultâ€, il capo del gruppo del lusso LVMH che è il “patron†che dà il titolo
al documentario satirico uscito alla fine di febbraio e che, come è intuibile,
è contro la rapacità degli imprenditori.
nella piazza di Nuit Debout ben più piena che nei giorni feriali ce
ne fosse anche uno che diceva: “Macron assassinoâ€, dove Macron è l’arcinoto
ministro dell’Economia francese, un superliberale che fatica a liberalizzare un
paese profondamente conservatore, che ha appena lanciato un suo movimento, “En
marche!â€, già stigmatizzato come il partito dei padroni.
creando un pochino di confusione, ma nemmeno troppa, perché i lavori sono
ricominciati già alla sera: l’urgenza è alta, si sa. Il momento di pausa è
servito soprattutto ai media, che hanno così potuto parlare un po’ di Nuit
Debout: i giornali francesi sono innamorati di questi sparuti indignados,
in questi giorni hanno raccontato con immagini e reportage ogni angoletto della
manifestazione, al punto che uno dei leader della piazza, leader non
riconosciuto come tutti qui, non ha voluto nemmeno parlare con il Monde,
dicendo di aver avuto “una copertura mediatica sufficienteâ€.
brand è diventato ormai un franchising: c’è il corner dell’istruzione, quello
del lavoro, quello dei libri e degli stand da mercatino tradizionale: il più
bello, sarà che è primavera e c’è tanta voglia di fiori, è “jardin deboutâ€,
casse di legna e pianticelle, con il cartello “riprendiamoci il controllo sui
nostri semi†in bella vista.
domande: che cosa vogliamo fare adesso? Che cosa andiamo cercando? Cosa
desideriamo essere domani?
da fine del mondo anche se manca un anno alla contesa presidenziale, con il
presidente François Hollande ai minimi nei sondaggi, una grande agitazione per
lo strappo di Macron, e la paura totalizzante dell’avanzata del Front National.
come Podemos in Spagna.
di Nuit Debout con lo stesso slancio con cui gli stessi media
si occupano del partito paneuropeo dell’ex ministro dell’Economia greco Yanis
Varoufakis: inebetiti dal fascino della democrazia dal basso, qualsiasi sbocco
essa abbia (semmai ne dovesse avere qualcuno).
quella francese poi è tra le più efficaci del mondo, se si tratta di riforme
del lavoro in particolare, come dicono alcuni studenti di Nuit Debout:
“non c’è nessuno più temibile di noi†— ma ancora non hanno deciso come
sfruttarlo al meglio.
della sinistra francese, ndr.] che
arringa la folla ma si innervosisce se si sente definire “la rock star dei
nottambuliâ€, chiama alla lotta di classe, dice che lo sciopero deve essere
generale e prolungato, che ci sono prezzi necessari da pagare, che “quel che
inizia in una piazza poi non finisce mai lìâ€, si fa più grande, più influente,
più autonomo.
si sblocchi, arriva inevitabilmente il momento in cui le teste si alzano e
scoprono da sole quanto è indimenticabile la ribellione. Questo momento è il
nostro, questo momento è il nostroâ€, e sembra che riecheggi nei versi
dell’economista-filosofo quel misto di rabbia e di immobilismo che viene
imputato ai politici e “al sistemaâ€.
media in giro per la città , come “l’apéro chez Vallsâ€, organizzato sabato sotto
casa del primo ministro, che era in visita in Algeria e in questi giorni è
l’uomo più nervoso di Francia (per colpa di Macron, è chiaro). Senza un leader
— le gerarchie sono le vostre! — e con tante piccole commissioni che discutono,
tra fiori e libri, dell’intera scienza umana (“del sesso degli angeli solidali,
della sinistra, rivoluzionari, progressistiâ€, come ha scritto Erci Verhaeghe
sul Figaro), è difficile trovare uno sbocco comune, se non quello,
che si porta sempre: l’odio verso il flic [sbirro, ndr] che si
avvicina per sgomberare, e che se fa qualcosa di più “be’, allora dobbiamo
reagireâ€.
sfaldato nel momento in cui non aveva trovato un leader, e che ha dovuto
aspettare l’avvento di un economista francese come Thomas Piketty per tornare
ad avere una rappresentanza e che oggi si bea di sentirsi il popolo d’elezione
di Bernie Sanders, candidato democratico alle primarie americane. Forse la via
più semplice per la ribellione più conservatrice che c’è, la piazza francese
bella e calda (questa non più di tanto, ma dipende dall’orario in cui si passa
per la Place de la République), è quella di unirsi ai sindacati, che mai come
in questo momento vogliono prendere in ostaggio il Partito socialista, visto
che “l’assassino Macron†ha inaugurato una sua iniziativa politica, lasciando
sguarnito il fronte dentro a un partito che non ha mai superato il tormento tra
socialismo e liberalismo.
tutti questi manifestanti vogliono rimanere in piedi».
Tratto da: http://sollevazione.blogspot.it/2016/04/francia-nuit-debout-la-rivolta-che-non.html.
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