di Aldo Giannuli.
Il M5s ha molte qualità positive come la spontaneità o la ricerca del nuovo, ma sicuramente la stabilità emotiva non è fra queste. Quando hanno un successo, anche parziale, come la conquista di Roma e Torino, si fanno prendere dall’euforia e si convincono che la conquista del governo è dietro l’angolo e già indossano la grisaglia ministeriale. Quanto poi c’è qualche intoppo e le aspettative vanno deluse (come nelle europee del 2014), cadono in depressione o iniziano a sbroccare.
Allora, partiamo da una semplice constatazione: il M5s ha incassato una battuta d’arresto nelle ultime amministrative: nulla di tragico o di irreparabile e la reazione più azzeccata è stata quella a caldo di Beppe: “Non illudetevi che sia il nostro funerale, ci siamo ancora” ed è così: il M5s è comunque un movimento con un seguito di massa che, peraltro, ha difficoltà, in genere ad esprimersi nelle elezioni amministrative. E, salvo alcuni casi negativi, il M5s è stato il terzo partito con percentuali, grosso modo, intorno al 20%.
Certamente c’è un segnale da capire: una parte dell’elettorato “Grillino” ha preferito astenersi o votare per le liste civiche (mai così numerose ed agguerrite). Perché è accaduto? Sicuramente le deluzioni per la giunta raggi, i pasticci genovesi, la solenne stupidaggine fatta sulle liste a Palermo (frutto di impreparazione, visto che c’era una soluzione rapidissima e semplice per cavarsi di impiccio) hanno influito tutte, ma, a mio modesto avviso, la ragione principale è stata un’altra: la percezione di una opposizione più debole e della ricerca del consenso dei poteri forti italiani ed europei. Il tutto culminati nella sciocchezza finale di sedersi al tavolo con i bari, per di più, in nome di una pessima legge elettorale che passava dal “Consultellum” al “Contortellum”.
Insomma, cari amici, se ti presenti come un Masaniello descamisado e poi di colpo indossi frac e cilindro e parli con la r moscia, che la gente resti un po’ disorientata ci sta. O vi pare strano? In questo state ripetendo gli stessi errori del Pci fra il 1976 ed il 1979: attenti perché poi non servono le improvvise virate di bordo ed il declino può diventare inevitabile. Ed è proprio quel che successe al Pci. Dunque è su questo punto che bisogna approfondire il discorso senza lasciarsi distrarre dalle notizie di cronaca o dalle provocazioni giornalistiche che ti tirano in trappola. E, invece, nel giro di pochi giorni, mi pare che che si stiano infilando una bella serie di errori.
Iniziamo: l’incontro Casaleggio-Salvini. Partiamo dall’idea che chiedere le prove, il nome dei testimoni ecc è una discussione perfettamente inutile: in questi casi chi vi vuol credere ci crederà anche senza lo straccio di una prova, e chi non ci vuol credere non ci crederà neanche se gli porti la pistola fumante con attaccata la mano dell’assassino. Allora smentire? Si ma senza troppa enfasi ricordandosi di quel che diceva Churchill (“una smentita è una notizia data due volte”). Querelare? E’ la stupidaggine peggiore, perché fa diventare una notizia quello che non è affatto una notizia. In fondo, scusate, Repubblica ha detto che c’è stato un incontro fra Davide e Salvini, ma questo non significa che si siano fidanzati o che si sia stabilito chissà quale accordo politico. Che Il responsabile di una forza politica parli con il responsabile di un’altra formazione, anche la più distante del mondo, è cosa abbastanza normale, vi pare?
Drammatizzare la questione, querelare serve solo a dare la sensazione di chissà quale retroscena si voglia nascondere e, quando si arrivasse alla sentenza più favorevole al M5s, nessuno si ricorderebbe del fatto di chissà quanto tempo prima e la cosa finirebbe con un pezzo da 60 righe a pagina 7. Intanto, però il caso monterebbe con tutto danno del M5s che ci fa la parte di chi vuole imbavagliare la stampa. Io avrei risposto con un comunicato brevissimo: “l’incontro Casaleggio-Salvini non è avvenuto e Repubblica è caduta in un grossolano inganno, ma anche se l’incontro ci fosse stato, la notizia dove è?”
Sempre a proposito di rapporti con la stampa, leggo una dichiarazione attribuita alla Casaleggio associali che però non ho trovato sul sito, per cui la prendo con le molle: “Di Maio non è in discussione”. Spero se la siano inventata i giornalisti, ma ragioniamo come se fosse vera. Che significa “non è in discussione”? Che non gli possono essere fatte critiche per le scelte politiche fatte o che è fuori discussione che sarà certamente lui il candidato Presidente del Consiglio. Se si vuol dire la prima cosa ricordo che in democrazia ed in criminologia nessuno è inattaccabile e tutti siamo discutibili. Se il significato è il secondo peggio ancora: ma allora le primarie in line che le fai a fare? Anzi dovresti preoccuparti di trovare altri competitori, altrimenti la consultazione avrebbe il valore delle elezioni nella ex Urss con lista unica. Ma si tratterà sicuramente di una balla giornalistica.
E veniamo al dente più dolorante: l’improvvisa fiammata in tema di immigrazione, rom e mendicanti. Ci sarebbero questioni di principio (immagino che il M5s abbia fra i suoi valori anche quello della solidarietà umana e del diritto alla vita di ogni essere umano) ma ne parliamo in una delle prossime occasioni, qui concentriamoci su due aspetti: fattibilità e senso politico. Sulla fattibilità direi che le politiche di blindatura anti immigrati sono sempre fallite. Quanto ai rom, va bene, togliamo di mezzi gli accampamenti, ma dopo dove li mettiamo?
Conosco la risposta: gli diamo i fondi europei per darsi casa e piantarla con il nomadismo, solo che ci sono un po di problemi: non so quanto i fondi europei siano sufficienti, non so se ci sia un’offerta abitativa adeguata, considerando che queste sono comunità che vogliono restar tali e che non accettano di essere dispersi sul territorio in nuclei familiari atomizzati (e sempre che il vicinato gradisca questi arrivi e non abbia reazioni peggiori di ora), senza dire dei sinti la cui cultura è orgogliosamente nomade. Certo sarebbe auspicabile che fosse superato il nomadismo, è irrinunciabile che i bambini vadano a scuola e non usati per l’elemosina (e su questo non trovo eccessiva la misura della decadenza della patria potestà) ma sono questioni su cui si debba andare con i guanti di velluto cercando di conquistare il consenso. Oppure diciamo che Minniti sta facendo bene con la sua politica del Daspo per migranti e rom (che, peraltro, spesso sono cittadini italiani). Ve la sentite di farvi seguaci di Minniti?
Quanto al significato politico dell’operazione, diciamoci le cose come stanno: il disegno è quello di dare un profilo di destra al movimento che risulti omogeneo a quello del candidato Presidente del Consiglio. Attenti che potrebbe essere un calcolo rovinoso: il M5s ha una consistentissima fetta di elettori di sinistra che potrebbero non gradire, mentre a destra è difficile che ci siano particolari sfondamenti perché, su questi temi, la Lega è più credibile.
Attenti a non porre le premesse per una vera batosta elettorale. Ed allora: calma e gesso, facciamo una riflessione molto attenta ed evitiamo di buttarci in scelte sconsiderate.
Fonte: http://www.aldogiannuli.it/m5s-calma/.