Sul TAP è ‘nascondino geopolitico’

Alberto Negri svela cosa c’è dietro il gioco appunto ‘a nascondino’ che sta scuotendo Cinquestelle e governo sul Tap dei misteri. [Ennio Remondino]

Sul TAP è ‘nascondino geopolitico’
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31 Ottobre 2018 - 07.02


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di Ennio Remondino

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Di Maio in peggio

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Sul TAP è ‘nascondino geopolitico’. Alberto Negri, vecchio reporter di trascorsi economici al Sole24, di questa cose se ne intende e sul Manifesto adesso, si stupisce: ma che mistero e mistero sul gasdotto Tap, bastava una telefonata alla Snam, afferma. «Gli italiani sono azionisti del gasdotto, visto che Snam è una controllata di Cassa depositi e prestiti». Anche se, rispetto al dietrofront del Di Maio, lo stesso Negri riconosce che questo «non può certamente tranquillizzare la popolazione salentina interessata da un tubo che ha soltanto un metro e venti di diametro ma con molti risvolti locali, nazionali e di geopolitica». Ben oltre la partita politica italiana tra Lega e 5Stelle, oltre alla figuraccia di un vice premier di passaggio, c’è ben altro dietro, prova a spiegare chi sa.

 

La guerra dei tubi

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Il Tap è uno dei capitoli più scottanti della «guerra dei tubi», accompagnata da guerre vere che coinvolgono da anni Europa, Usa, Russia, Mediterraneo, Medio Oriente, Caucaso e le vie di rifornimento energetico, riassume Alberto Negri per gli assenti, e «Ogni metro di tubo trasporta con il gas una goccia di sangue e di soldi». Il consorzio Tap, il Trans Adriatic Pipeline ha sede a Baar, in Svizzera, ci viene ricordato. E se mai dovessero esserci dei contenziosi a lavori in corso – e qui la malizia dell’autoConte paga pegno e diventa trasparente – «ci si può sempre rivolgere alla Swiss Chamber, che da sempre svolge funzione arbitrale il cui regolamento è stato messo a punto da una commissione guidata dal professore Guido Alpa, il méntore accademico del premier Giuseppe Conte».

 

Conte paga pegno

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In realtà il premier Conte entra direttamente nella questione Tap per un motivo ben più importante degli arbitrati: «A luglio durante la sua visita a Trump negli Stati Uniti ha impegnato il governo a realizzare il gasdotto, che aggira la Russia, in cambio dell’appoggio Usa alla conferenza sulla Libia del 12 novembre a Palermo». Insomma, amici salentini a feroce giramento di stelle, il dietro front sul Tap non è legato a ipotetici rimborsi stellari ma ad impegni segreti presi. Una partita geopolitica di primo piano che viene così descritta: «La protezione americana a questo esecutivo. Gli Stati Uniti, tanto meno quelli di Trump, non danno niente gratis». Argomenti per diffusi e interessanti dibattiti politici interni al Movimento5Stelle nel confronto ormai aperto in casa e nei confronti della Lega piglia tutto.

 

Penali e gas quali costi?

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Gli azionisti del progetto Tap – copiamo brutalmente da Negri – sono l’italiana Snam (20%), l’inglese BP (20%) l’azera SOCAR (20%), la belga Fluxys (19%), la spagnola Enagás (16%), la svizzera Axpo (5%). Il Tap trasporterà dall’Azerbaijan circa 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale. Tutti i 10 miliardi di metri cubi di gas trasportati in Italia o in parte resteranno in Turchia o nei Balcani e nell’Est Europa? E quando la portata verrà aumentata a 20 miliardi di metri cubi? Le eventuali penali riguardano gli azionisti del Tap e le aziende coinvolte nella sua realizzazione. Dunque cosa che riguarda la Snam e quindi non dovrebbe poi essere così difficile sapere di costi di fornitura ed eventuali penali, aggiunge Alberto Negri. «In poche parole gli italiani sono azionisti del Tap: se non sappiamo quanto costa, qual è il prezzo del gas e quali sono le penali questo significa che in questo Paese la mano destra non sa cosa fa la sinistra». «Oppure qualcuno, e più di uno, ci sta giocando sopra».

(30 ottobre 2018)

 

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