di Raphael Raduzzi.
Premessa: parlare di vaccini e di green pass è diventato estremamente polarizzante. L’ennesimo tema su cui dividersi in tifoserie delegittimando ogni opinione diversa dalla propria. Chi è a favore diventa un fascista e chi contrario un pericoloso untore novax. E forse anche questo fa comodo a chi vuole una nazione distratta, divisa a parlare sempre e solo di questo tema mentre tutti assieme possono smantellare ogni vincolo ambientale con il decreto semplificazioni, mentre si danno mance e marchette agli amici degli amici, mentre si fanno riforme della giustizia in salsa berlusconiana. E potrei continuare.
Detto ciò, credo vi siano dei motivi più che oggettivi per sollevare delle critiche ragionate a questo green pass:
1 – L’utilizzo del green pass si scontra su evidenti controsensi logici. Come si può solo pensare di permettere la consumazione di caffè e cornetto accalcati al bancone di un bar vietando invece di sedersi ordinatamente ad un tavolo? Al bancone il covid sparisce? Non scherziamo suvvia.
2 – Vengono escluse senza alcuna ragione categorie di persone già immunizzate. Penso ai volontari, ripeto volontari, che per favorire quella scienza di cui tanto i giornaloni si riempiono la bocca, hanno partecipato alla sperimentazione di ReiThera, il vaccino italiano poi sospeso senza troppe ragioni dalla Corte dei conti. Ebbene queste persone ci hanno contattato perché si trovano nella seguente situazione: hanno gli anticorpi, non possono fare altre vaccinazioni; eppure, sono esclusi dal Green Pass. Persone che si sono offerte per dare un contributo a sconfiggere il Covid ed ora sono pure beffate dallo stato. E purtroppo non sono gli unici. Pensate a tutti coloro che hanno fatto altri vaccini non autorizzati dall’EMA per esclusive motivazioni geopolitiche: a San Marino, ad esempio, tanti connazionali con doppia cittadinanza si sono vaccinati con Sputnik ed ora, anche loro, sono esclusi. Forse vanno bene solo i vaccini occidentali? E come non biasimare l’ennesima idiozia fatta sulla pelle di coloro che sono guariti dal Covid, cioè coloro che hanno meno probabilità di tutti – stando a studi e dati – di riprendere la malattia. Infatti, per queste persone il Green Pass varrà solamente 6 mesi che vengono estesi esclusivamente tramite almeno una dose di vaccino fatta dopo 6 mesi dalla guarigione. E tutti coloro che hanno preso il covid in maniera paucisintomatica ma che, a seguito di esame sierologico abbiano sviluppato anticorpi? Esclusi anche loro perché l’esame sierologico non vale, vale solo il certificato di guarigione. Chissà, forse al ministero pensano che queste persone abbiano sviluppato gli anticorpi mangiandoli a colazione, magari al bancone del bar.
3 – I non-vaccinati non sono untori ed i vaccinati non sono non-untori. Su questo punto abbiamo ascoltato le peggiori schifezze in questi giorni dai soliti soloni e giornalisti prezzolati. Draghi si è pure spinto a dire che chi non si vaccina indirettamente fa morire gli altri. Frasi vomitevoli. Perché se è vero che i vaccini sono molto utili, in particolare per gli anziani per prevenire forme gravi della malattia, è ormai sempre più palese che servano molto meno a prevenire la diffusione del virus.
Per fornirvi dei numeri oggettivi ho preso gli ultimi 3 bollettini dell’Istituto Superiore di Sanità. In ogni ‘tabella 7’ inseriscono i dati relativi alla quota di vaccinati, vaccinati con una dose e non vaccinati relativamente alla popolazione, ai positivi covid, agli ospedalizzati ed ai decessi. L’intervallo temporale tra le diagnosi e la popolazione ovviamente non si sovrappone perfettamente (per esempio nell’ultimo bollettino i dati della popolazione sono riferiti al 3 luglio e quella dei positivi tra il 18 giugno ed il 18 luglio) ma offrono una buona indicazione per fare dei ragionamenti. La prima cosa da segnalare è che tra i primi due documenti che ho esaminato, tra un aggiornamento e l’altro, aumentano di 3 milioni i non vaccinati e diminuiscono di 3 milioni i vaccinati: forse qualcuno ha sbagliato a caricare i dati delle tabelle? Sarebbe grave. Ma il dato davvero interessante riguarda la probabilità di contrarre il virus tra vaccinati completi, incompleti e non vaccinati nella fascia 12-39, colore che in questi giorni sono i più demonizzati. Gli untori che si sono vaccinati meno rispetto a tutte le altre coorti. Circa un mese fa eravamo a 5.1 su 100 mila abitanti per coloro che si erano vaccinati, 12.9 per i vaccinati con una sola dose e 33.6 per i non vaccinati. Nel penultimo report si passa a 32.8 positivi ogni 100 mila vaccinati, 68.5 positivi ogni 100 mila vaccinati con una dose e 96.7 positivi ogni 100 mila non vaccinati. Con l’ultimo aggiornamento del 21 luglio troviamo 66.1 positivi vaccinati ogni 100 mila, 124.9 positivi con una dose ogni 100 mila e 146.6 positivi ogni 100 mila non vaccinati. Come vedete purtroppo i numeri sono in crescita, ma gli stessi numeri evidenziano un calo significativo della probabilità di non contrarre il virus da vaccinato rispetto ad un non vaccinato. Si passa dal 79.8% al 54.9% per i vaccinati completi e dal 61.1% al 14.8% per coloro con una sola dose. Ora qualcuno potrebbe obbiettare che sono comunque numeri rilevanti, seppur in calo. Ma è davvero il caso di far passare il messaggio che un vaccinato con una sola dose, quindi abilitato al green pass, possa fare la qualunque quando in realtà ha appena meno del 15% di probabilità di non contrarre il virus rispetto ad un non vaccinato? Questi conti, per quanto rudimentali e senza alcuna pretesa lo ribadisco, sono per altro coerenti con l’evidenza che ci arriva da altri paesi molto più avanti nella campagna di vaccinazione come la Gran Bretagna o Israele. E ci sono anche i primi studi (tra molti segnalo questo:
https://www.thelancet.com/…/PIIS0140-6736(21…/fulltext
) che dimostrano una diminuzione dei livelli anticorpali causati dai vaccini col passare dei mesi. In questo senso i vaccini sono una protezione che forniamo a noi stessi, non una garanzia a non infettare gli altri. Questo dev’essere chiaro per impostare qualsiasi politica sanitaria che voglia ridurre drasticamente la diffusione del covid e per evitare inutili discriminazioni.
4 – La campagna vaccinale stava procedendo anche senza questo obbligo mascherato. Addirittura, in questi giorni alcune regioni hanno finito le dosi! Come si può imporre una corsa al vaccino quando il nostro paese non ha la capacità materiale di incrementare il ritmo delle vaccinazioni. Controllatelo anche voi (
https://lab24.ilsole24ore.com/numeri-vaccini-italia-mondo/
#) vedete forse una impennata nelle vaccinazioni dopo il decreto sul Green Pass? No.
5 – Il green pass apre a derive pericolose. Lo hanno segnalato in questi giorni due grandi filosofi che sicuramente non si possono ascrivere a pericolosi estremisti novax come Agamben e Cacciari. “La discriminazione di una categoria di persone, che diventano automaticamente cittadini di serie B, è di per sé un fatto gravissimo, le cui conseguenze possono essere drammatiche per la vita democratica (..). Il bisogno di discriminare è antico come la società, e certamente era già presente anche nella nostra, ma il renderlo oggi legge è qualcosa che la coscienza democratica non può accettare e contro cui deve subito reagire.” Ecco in questi giorni mi è capitato di leggere certi paragoni tra green pass e patente di guida o divieto di fumo che definire forzati è (assai) generoso. Qui non si sta discriminando in base ad una abilità che si deve possedere per utilizzare un mezzo potenzialmente letale per gli altri, o di un comportamento che senza ombra di dubbio arreca danni agli altri. Si discrimina sulla base di un farmaco che, come abbiamo visto, serve a sé stessi non agli altri. E appunto, questa voglia di discriminare come scrivono Agamben e Cacciari si sa quando inizia ma non si sa dove finisce: “ogni regime dispotico ha sempre operato attraverso pratiche di discriminazione, all’inizio magari contenute e poi dilaganti. Non a caso in Cina dichiarano di voler continuare con tracciamenti e controlli anche al termine della pandemia. E varrà la pena ricordare il “passaporto interno” che per ogni spostamento dovevano esibire alle autorità i cittadini dell’Unione Sovietica.” Chi ci dice che tra qualche anno, per combattere l’annoso problema del cambiamento climatico, non ci venga proposto ad esempio un ‘green pass’ (un nome che calzerebbe a pennello per altro) sulla base della nostra impronta ecologica? E da qui chi più ne ha più ne metta, come in Cina, dove il sistema dei ‘crediti sociali’ discrimina i cittadini meno meritori facendo in modo che non possano prendere treni e aerei veloci, hotel di lusso o mutui a tassi agevolati. Dritti dritti verso Black Mirror?
6 – Diamo un altro colpo ai settori della ristorazione, della ricezione e del turismo. Con questa mossa si rischia di compromettere la tanto attesa ripresa economica, esaltata dai nostri giornaloni, ma che se rapportata al calo del PIL del 2020 del 8,9% già ci relega ad ultimo paese europeo ad uscire dalla recessione solo nel 2023. Nel turismo già piovono disdette (
https://www.lanazione.it/…/con-lobbligo-del-green-pass…)
). Un settore già martoriato verrà penalizzato ulteriormente.
Quali alternative? In primis rafforzare la campagna vaccinale, spendendo (perché questo è il tempo di spendere vero Draghi) risorse e mezzi per incrementare le dosi giornaliere. Fare campagne mirate, soprattutto sui più anziani e sulle fasce deboli che ancora non hanno fatto il vaccino. Investire massicciamente su un tracciamento fatto bene: com’è possibile che nel nord Europa i tamponi rapidi che ormai sono di terza generazione e quindi con un’affidabilità che supera il 90% sono totalmente GRATUITI ed in Italia costano tra i 20 ed i 25 euro? Il tracciamento è l’arma più importante per combattere il virus. E ancora, perché non si fa un ulteriore scostamento di bilancio per investire seriamente nell’assunzione di nuovi medici e dottori nei nostri ospedali? Il tema delle cure è poi passato totalmente sotto traccia in questi mesi ma ad ottobre l’EMA potrebbe autorizzare nuove promettenti terapie contro il covid (
https://ec.europa.eu/com…/presscorner/detail/it/ip_21_3299
e https://ec.europa.eu/…/presscorner/detail/it/QANDA_21_3301
per maggiori info). Come scrive la Commissione “tra questi strumenti terapeutici, 4 sono anticorpi monoclonali oggetto di revisione ciclica (rolling review) da parte dell’Agenzia europea per i medicinali, mentre il quinto è un immunosoppressore la cui autorizzazione all’immissione in commercio potrebbe essere estesa per comprendere la cura dei pazienti affetti da COVID-19.”. Il nostro paese riuscirà per una volta a farsi trovare pronto almeno su questo?
*Raphael Raduzzi è un deputato del Gruppo Misto.