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di Pino Cabras.
Mi affascina da sempre un fatto astrofisico che si presta a molte metafore: le luce delle stelle che vediamo sulla volta celeste impiega tempi lunghissimi per coprire la distanza fino a noi, e alcune delle stelle che proprio ora percepiamo come contemporanee potrebbero essere spente o esplose da decine di migliaia di anni.
La metafora, con tempi meno lunghi (ma commisurati alle vite umane), si applica bene all’europeismo, al grande sogno dell’Europa unita e armonica. Un sogno bello e luminoso, perfino di più delle dodici stelle della bandiera europea, una fantasia che porta chi la vive a entusiasmarsi della vittoria di Emmanuel Macron alle elezioni di Francia.
Ecco, in questi giorni, il presidente francese, proprio questo rutilante campione europeista, sta usando ogni soperchieria per interpretare in modo sfacciatamente favorevole alle classi dirigenti del suo Paese qualsiasi regola e ogni crisi europea, in vista di una spietata spartizione del potere continentale con gli altri fuoriclasse delle regole piegate, quelli dell’élite germanica.
Per i popoli rimanenti vale l’eterno ‘guai ai vinti’: greci da umiliare senza fine, italiani da destabilizzare e colonizzare, interi popoli da devastare con vecchi spettri del XIX e XX secolo. Non è un caso che le aggressioni a Libia e Siria sono state condotte fornendo ai miliziani (oltre alle armi) le stesse bandiere dell’epoca coloniale.
Occorrerà certo ripensare una veste istituzionale per la comune sicurezza collettiva europea e le regole economiche fondamentali, per evitare il ripiegamento sui nazionalismi violenti e regressivi. Questa speranza è affidata alle viscere della necessità storica ed è dunque soggetta a un’assoluta incertezza. Quel che è certo è che la soluzione non può scaturire dall’attuale costrutto europeo, con gli attuali rapporti di forza e le attuali classi dirigenti, con l’attuale UE e con la NATO.
Sebbene sia celato dal brillio delle stelle spente che ancora tracciano il firmamento e ci distraggono, avvertiamo la presenza ravvicinata di un buco nero che assorbe tutto nella sua gravità opaca. L’europeismo di oggi è una patina di luci sempre più fioche che ricadono nell’imperturbabile campo gravitazionale della vecchia politica di potenza.
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