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L'undici settembre e il magico mondo dei derivati

'Quali effetti ebbero gli attentati dell''11/9 sul mondo della grande finanza? Ecco cosa scopriamo fra i derivati e gli speculatori preveggenti [Riccardo Pizzirani - Sertes] '

L'undici settembre e il magico mondo dei derivati
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10 Settembre 2015 - 09.17


ATF

di
Riccardo Pizzirani (SERTES)
.

In questo articolo cercheremo di fare luce
su uno degli aspetti più complessi dell’undici settembre: gli effetti che gli
attentati hanno avuto sul mondo della grande finanza. Per fare ciò occorrerà introdurre
un paio di concetti, semplici quanto micidiali, che fanno parte del magico
mondo dei derivati: Put Option, Naked Put, Call Option.

Put Option

La Put Option è uno strumento finanziario
derivato che permette al suo detentore la possibilità (ma non l’obbligo) di
vendere alla controparte una determinata azione ad un determinato prezzo entro
una data futura prefissata. Tipicamente le Put Option sono utilizzate come
assicurazioni contro il crollo improvviso di un titolo. Facciamo un esempio
concreto: se sono il possessore di una cartiera è perfettamente normale e
logico che io faccia un’assicurazione contro gli incendi; se la mia cartiera è
anche una società per azioni, allora posso voler assicurarmi non solo contro
l’incendio, ma anche contro tutta una serie di eventi nefasti che possono
colpire la mia azienda, tutelandomi con una assicurazione del titolo azionario.
Ad esempio, potrebbe aprire un’altra cartiera più grande che mi ruba il
mercato, oppure quegli odiosi verdi potrebbero convincere il governo a mettere
una tassa sul taglio delle foreste, e il prezzo della mia materia prima
potrebbe schizzare verso l’alto, erodendo i miei guadagni e quindi il valore
del mio titolo azionario. In tutti questi casi una Put Option acquisita
anzitempo mi protegge come e meglio di una assicurazione.

In questo modo, se le azioni della mia
cartiera valgono 30$ ciascuna, posso sottoscrivere una Put Option a 25$, e
questo mi costa (diciamo) 2$ ad azione. Se la mia azione scende di quotazione,
ed arriva a valere meno di 25$ posso limitare il danno, e venderla comunque a
25$.
[…]

Naked Put

Le Put Options sono una bella idea, quindi.
Peccato che ci sia un piccolo particolare: potete sottoscrivere una Put Option
anche su una azione che non possedete! In questo caso si tratta di una “Naked
Put” (Opzione “Nuda”). L’idea di fondo è che se un titolo crolla da
30$ a 18$ io posso comprare sul mercato libero le azioni a 18$ e poi la Put
Option che avevo sottoscritto prima del crollo mi da il diritto di rivenderle
ad esempio a 25$. Se il titolo invece non crolla, avrò speso al massimo
l’ammontare della sottoscrizione della Put, cioè i 2$ ad azione, perché a
scadenza non sarò obbligato a vendere un certo numero di azioni restando
fregato… quella era solo una mia opzione, che scelgo di non esercitare.

Ecco fatto, con questa semplice variante
abbiamo reso legale e accettabile quello che è platealmente immorale:
scommettere e profittare sulle disgrazie altrui.

A questo punto il passo è veramente breve,
perché se io posso far profitto sulle disgrazie altrui… è tutto nel mio
interesse che poi queste si verifichino.

Voi vi fidereste se il vostro vicino
potesse assicurare la vostra casa o la vostra auto contro un incendio? Se
potesse fare un’assicurazione sulla vostra vita? Beh, per fortuna non c’è nulla
di cui preoccuparsi: ci sono organi di controllo come la SEC (Securities And
Exchanges Commission) che vigilano affinché questo non accada, e quand’anche la
SEC non bastasse, c’è sempre l’FBI a punire i colpevoli di eventuali abusi.

Call Options

Questi derivati sono l’opposto delle Put
Option, e una volta stipulata permette al detentore la possibilità (ma non
l’obbligo) di comprare una determinata azione ad un determinato prezzo entro
una certa data; Questi derivati servono per comprare a basso prezzo le azioni
di una società che vada in forte rialzo, e sono quindi una “scommessa sulla
crescita”.

L’undici di settembre 2001

L’undici di settembre 2001 sono stati
dirottati e distrutti due aerei della American Airlines (AA11 torre nord e AA77
Pentagono) e due della United Airlines (UA175 torre sud e UA93 Shanksville), e
il titolo azionario di entrambe le compagnie ha subito un crollo da circa 30$ a
circa 18$, bruciando cioè in breve tempo il 40% del valore di queste due
società.

È abbastanza normale che società di questo
tipo subiscano nel corso dell’anno un certo numero di Put Options, ed allo
stesso tempo un numero sostanzialmente identico di Call Options; il problema è
che nei 6 giorni che hanno preceduto gli attentati c’è stato un fortissimo
sbilanciamento in favore delle Put Options verso queste due società, di molto
superiore al numero di Call, e incredibilmente più alto della media annuale.

In particolare, scrive CBS News il 26 settembre 2001:

– Le Put Options sulla UAL Corp. (proprietaria
di United Airlines) hanno subito un incremento di 90 volte
superiore al normale tra il 6 ed il 10 settembre, e 285 volte superiore
alla media annuale il solo 6 settembre.

– Le Put Options sulla AMR Corp. (proprietaria
di American Airlines) hanno subito un incremento di 60 volte superiore
alla media annuale il giorno prima degli attentati.

Altre importantissime informazioni sono riportate da Bloomberg Business Report, che cita a sua
volta l”Istituto per l’Antiterrorismo ICT di Herzliya, Israele:

Nessun altra compagnia aerea ha
subito in quel periodo un uguale esposizione di Put Options verso le proprie
azioni:

Morgan Stanley, che occupava il
22° piano della Torre Nord, ha subito un incremento di 27 volte nella
sottoscrizione di Put Options sulle sue azioni tra il 7 ed il 10 settembre.

Merrill Lynch, che aveva la sede
principale nelle strette vicinanze delle Twin Towers, ha subito un balzo di più
di 12 volte del livello normale delle Put Options sulle sue azioni nei
quattro giorni di negoziazione prima degli attentati.

Veniamo adesso a chi invece è cresciuto:

– La Raytheon, produttore dei
missili Patriot e Tomahawk, ha visto le proprie azioni in fortissimo rialzo
dopo gli attentati (da 25$ a 34$ per un +37% nel valore). La sottoscrizione di
Call Options sulle azioni Raytheon è incrementata di 6 volte il giorno
prima degli attentati. (Fonte)

– Inoltre, come spiega il Wall Street Journal, “i Buoni del Tesoro U.S. a
cinque anni
sono tra i migliori investimenti nel caso di crisi mondiali, specialmente
se la crisi colpisce gli Stati Uniti. Questi buoni sono celebri per la loro
sicurezza e per il loro sostegno da parte del governo degli Stati Uniti, e
tipicamente vengono acquistati in massa quando gli investitori scappano da
investimenti più rischiosi, come le azioni”.

– I Buoni del Tesoro U.S. a cinque anni
hanno subito un volume di acquisti insolitamente alto, compreso un singolo
acquisto da 5 miliardi di dollari
(sì, miliardi di dollari, non è un
errore). Il valore dei Buoni del Tesoro U.S. a cinque anni è ovviamente
cresciuto a dismisura dopo gli attentati.

Non stupisce quindi che SEC e FBI abbiano
deciso che ci fossero i termini per iniziare un’indagine per Insider Trading.

L’indagine SEC/FBI

La prima cosa da fare in questi casi così grandi
e di interesse generale… è secretare il tutto. Siccome aleggia la sempiterna
domanda “ma se il 9/11 è stato un auto-attentato, come hanno fatto a far tacere
tutti quelli coinvolti?”, perdiamo un paio di minuti a spiegare i fatti:

Un articolo del 19 ottobre del San Francisco Chronicle spiega che “la SEC,
dopo un iniziale periodo di silenzio, ha intrapreso l”azione senza precedenti
di rendere collaboratori all’indagine (deputy) centinaia di funzionari privati:
Il sistema proposto, che sarebbe andato in vigore immediatamente, efficacemente
rendeva collaboratori centinaia, se non migliaia, di attori chiave nel settore
privato. In una dichiarazione di due pagine rilasciata a “tutte le entità
coinvolte” a livello nazionale, la SEC ha chiesto alle imprese di
designare qualcuno tra il personale senior che sa apprezzare “la natura
sensibile” del caso e che possono garantire “la dovuta discrezione”
che agisca come “punto di riferimento” per fungere da collegamento
tra gli investigatori governativi e l”industria.

Michael Ruppert, un ex ufficiale di polizia
di Los Angeles, spiegò le conseguenze di questa azione:

“Cosa succede quando si rende collaboratore
qualcuno in un investigazione nazionale o indagine penale è che si rende
illegale per loro di rivelare pubblicamente ciò che sanno.
Mossa
intelligente. In concreto, essi diventano agenti del governo e sono controllati
da regolamenti governativi, piuttosto che la propria coscienza. In realtà, essi
possono essere mandati in prigione senza udienza se parlano pubblicamente.
Ho visto varie volte usare questa implicita minaccia durante le indagini
federali, quelle con agenti dei servizi segreti, e persino verso membri del
Congresso degli Stati Uniti che sono legati così strettamente dai giuramenti di
segretezza e di accordi di non divulgazione che non sono nemmeno in grado di
rivelare le attività criminali all”interno del governo per paura di essere poi
incarcerati.

Quindi dalle persone coinvolte non sapremo
mai nulla. Leggiamo allora la monografia prodotta dalla SEC relativa a questa
indagine:

“Anche se questo rapporto non
tratterà ognuno degli scambi che hanno tratto profitto dagli attentati del
9/11,
alcuni degli scambi più grandi, in particolare quelli citati dai
media come preoccupanti, sono illustrativi e tipici sia della natura delle
indagini governo nei traffici e della natura innocente del trading.

Quindi l’indagine, che ha coinvolto 40
agenti solo nella SEC ed ha analizzato qualcosa come 9,5 milioni di
transazioni… non ha trovato nulla di strano.

Per spiegare ciò vengono mostrati 3 “casi
campione”, senza peraltro fare alcun nome pure in questi casi, e da questi si
conclude:

“…inequivocabilmente che non c’è
alcuna prova di negoziazione illecita nei mercati degli Stati Uniti con la
pre-conoscenza degli attentati terroristici. Il personale della Commissione
[Undici Settembre, ndt], dopo una revisione indipendente delle indagini del
governo, non ha trovato alcun motivo di dubitare di questa conclusione.

Leggiamo allora le conclusioni della
Commissione Undici Settembre direttamente nel loro Report

9/11 Commission Report

Come affronta l’argomento il documento che
ha come scopo quello di “preparare un resoconto completo ed esauriente di tutti
gli eventi riguardanti gli attentati dell”11 settembre”? Con cinque righe, nel
capitolo 5:

“E’ stato anche affermato che Al-Qa’ida
si sia finanziata attraverso la manipolazione del mercato azionario sulla base
della sua conoscenza anticipata degli attentati 9/11. Indagini esaurienti da
parte della Securities and Exchange Commission, FBI e altre agenzie non hanno
scoperto alcuna prova che chiunque con la conoscenza anticipata degli attentati
abbia approfittato attraverso operazioni in titoli130

Vediamo allora l’approfondimento, nel
capitolo delle note:

130. Le accuse, molto pubblicizzate, di
insider trading sul 9/11 generalmente si basano su segnalazioni di un’insolita
attività di trading pre-9/11 in società le cui azioni sono crollate dopo gli
attentati. Alcuni eventi di trading insolito si sono effettivamente verificati,
ma per ciascuno di tali scambi è stato dimostrato di avere una spiegazione
innocua. Ad esempio, il volume degli investimenti Put Options -che vengono
ripagati solo quando un titolo scende in prezzo- nelle società proprietarie di
United Airlines il 6 settembre e American Airlines il 10 settembre sono state
negoziazioni altamente sospette. Ciononostante, ulteriori indagini hanno
rivelato che le negoziazioni non avevano alcuna connessione con il 9/11. Un singolo
investitore istituzionale statunitense senza possibili legami con Al-Qa’ida ha
acquistato il 95 per cento delle Put sulla United il 6 settembre come parte di
una strategia di trading che comprendeva anche l”acquisto di 115 mila azioni
dell’American Airlines il 10 settembre. Allo stesso modo, l’altrettanto
sospetto trading nella American Airlines il 10 settembre è stato ricondotto ad
una specifica newsletter statunitense di opzioni di trading, inviato via fax ai
propri abbonati Domenica 9 settembre, che raccomandava questi scambi. Questi
esempi caratterizzano le prove esaminate dalla investigazione. La SEC e l”FBI,
aiutati da altre agenzie e settore delle
securities, hanno dedicato enormi risorse per indagare questo
problema, compreso l’assicurarsi la cooperazione di molti governi esteri.
Questi investigatori hanno scoperto che ciò che era apparentemente sospetto
veniva costantemente dimostrato innocuo.

Sono due dei tre casi esplicitamente citati
dalla SEC. Ad esempio per l’autore della newsletter la SEC dice anche: “La
SEC ha intervistato l”autore della newsletter, un cittadino americano, che ha
spiegato la sua analisi di strategia di investimento, che non aveva nulla a che
fare con la pre-conoscenza del 9/11.”

Le Conclusioni Ufficiali

Quindi non viene affatto negato che
qualcuno abbia guadagnato un incredibile ammontare di soldi con le Put Options
dell’undici settembre – ma viene detto che siccome questi non hanno connessioni
con Al-Qa’ida, allora queste transazioni non sono sospette!

Ecco come si conduce una vera indagine: si
parte determinando che il colpevole sia Al-Qa’ida, e mano a mano che si
trovavano prove reali e concrete che puntano ad altri, questi vengono
sistematicamente assolti… dal fatto che non sono Al-Qa’ida!

E neanche una parola su chi ha guadagnato
dalle crescite azionarie, con le Call Options o con l’acquisto dei buoni del
tesoro a 5 anni.

La richiesta FOIA

Incredibilmente, c’è chi non si è
accontentato di quanto c’è stato detto dalla FBI, SEC e dalla 9/11 Commission.
Essendo tutti atti prodotti da enti governativi, essi sono soggetti alle
richieste FOIA – cioè qualsiasi materiale governativo che non sia esplicitamente
secretato può essere richiesto nel dettaglio dai cittadini americani in copia
per un analisi personale. Ecco come ha risposto la SEC alla richiesta FOIA di
David Callahan, direttore esecutivo di SmartCEO Magazine:

“Questa lettera è in risposta alla vostra
richiesta di avere accesso e copia delle prove documentali di cui alla nota 130
del Capitolo 5 della Relazione della Commissione 11 settembre. (…) Siamo
stati informati che i dati potenzialmente pertinenti sono stati
distrutti.”

I dati della più grande indagine su truffe
finanziare della storia, relativa al più grande atto di terrorismo della
storia… sono stati distrutti. Dai relativi investigatori istituzionali.

Ancora un paio di curiosità e una
considerazione, prima di concludere:

Primo, le imprese di assicurazione hanno
pagato in totale circa 40,2 miliardi dollari per tutte le attività relative al
9/11, comprese queste relative alle PUT, ma compresi anche i crolli, i rimborsi
alle vittime, ecc. (Fonte: Investopedia). La maggior parte delle imprese di
assicurazione successivamente hanno rimosso la copertura da attentati
terroristici nelle loro polizze, ma sono veramente rari i casi in cui siano
scaturite cause per evitare i pagamenti o ridurne l’importo. Già questo, in un
paese dove un cittadino può far causa a MacDonald’s perché i suoi hamburger lo
hanno fatto ingrassare, è un elemento di profonda riflessione.

Secondo. Ricordate proprio all’inizio
quando dicevo che le Put Options danno il diritto di vendere ad un determinato
prezzo, ma non l’obbligo? Bene. Ci sono addirittura 2,5 milioni di dollari di
Put Options che non sono state esercitate dai rispettivi possessori (Fonte: San Francisco Chronicle); alcuni malfidati
complottisti sostengono che questo sia dovuto al fatto, non prevedibile, che
gli attentati dell’undici settembre hanno causato uno stop di 4 giorni a tutte
le contrattazioni azionarie – un evento senza precedenti nella storia – e che
quindi i possessori non siano riusciti ad afferrare il malloppo e scappare
prima che l’indagine della SEC fosse cominciata e temevano quindi di essere
identificati. Questi pesci piccoli ovviamente non sapevano con quanta cura e
con quarta solerzia la SEC avrebbe effettivamente poi condotto la sua indagine.

Quindi, mentre i diritti civili e la
privacy dei comuni cittadini venivano stuprati dopo l’undici settembre dal
Patriot Act e dal Military Commission Act 2006, le identità di chi ha
guadagnato direttamente dall’undici settembre vengono tuttora tutelate. Anzi, i
dati dell’indagine sono già stati distrutti.

L’unica cosa vagamente positiva è che non
si potrà usare lo stesso trucco una seconda volta – adesso la presenza di
volumi di Put così superiori alla media farà scattare tutti i campanelli
d’allarme in ogni dove, e quindi quantomeno dovranno inventarsi un modo diverso
per profittare direttamente dalle grandi disgrazie.

Fonti
aggiuntive:

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