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Pino Cabras.
narrativa ufficiale occidentale dichiarando che Al-Qa”ida è una mera invenzione.
«Per
me è un”invenzione. Non ho mai ricevuto un solo rapporto da una qualunque fonte
afghana su Al-Qa”ida o su quello che stessero facendo. Noi non li vediamo, non
riusciamo a visualizzarli, per noi non esistono. Non ho mai ricevuto rapporti
dalla nostra intelligence, o dalla nostra gente. Non ho mai avuto a che fare
con loro.»
italiano da luogocomune.net e ripreso da PandoraTV.it) non è
stato ancora citato con rilievo dai nostri grandi media. Eppure la notizia è
importante. La traduciamo anche in un semplice concetto: gli enormi costi economici e umani
dell”invasione dell”Afghanistan da 14 anni in qua sono imposti ai popoli sulla
base di un pretesto inventato. Esattamente
come fu per la guerra in Iraq.
occhi degli altri popoli pagliuzze
da chiamare “criminali di
guerra”, mentre abbiamo travi
conficcate nei nostri democratici occhi occidentali. Come definire altrimenti
un Tony Blair?
trascinato il mondo nella guerra afghana – e poi nella serie di successive distruzioni
di altri Stati – ha mentito sistematicamente, rendendosi responsabile della devastazione di grandi comunità umane.
sia stata Al-Qa”ida negli ultimi quindici anni è dunque una delle questioni
cruciali per capire la nostra epoca. La disgrazia è che la natura di Al-Qa”ida nelle redazioni dei grandi media rimane
un soggetto “tabù”,
affrontato con un mix micidiale di malafede, ignoranza, camaleontismo
intellettuale. I fili che portano alla verità , quando il giornalismo volesse seguirli
e fare il suo mestiere, ci sarebbero pure. Ma rimangono sconosciuti ai più.
Come fu nel caso delle dichiarazioni di uno dei massimi esponenti dello spionaggio francese, Alain Chouet, l”uomo che aveva plasmato le strutture antiterrorismo
ai vertici dei servizi segreti d”Oltralpe negli stessi anni in cui Washington e
Londra elaboravano le favole e gli spettri della Guerra Infinita. Leggetele: quelle
dichiarazioni di Chouet smontavano tutto quel che i grandi organi di
informazione avevano fin lì raccontato su Al-Qa”ida. Quegli stessi organi si guardarono
bene dal dargli peso.
come caratterizzata e spiegata dall’amministrazione USA e da quella britannica
quale nucleo di un minaccioso ed esteso
complotto terroristico su scala planetaria, non esista affatto? Che cioè
sia un”illusione gonfiata e deformata dai politici? Un cupo imbroglio che si è moltiplicato
tramite i governi di mezzo mondo, i servizi di sicurezza e l’informazione
internazionale, senza che nessuno osasse contestarlo?
può aiutare a spiegare le crisi di oggi (e,
temiamo, di domani): le guerre, le migrazioni di masse di profughi, l”isteria mediatica, il futuro
di tutti noi.
e ricchi esponenti delle petromonarchie, ben inseriti nei giochi delle classi
dirigenti, organizzino un flusso smisurato
di finanziamenti a favore di gruppi di fanatici islamisti introdotti alla
lotta terroristica (si pensi anche all”ISIS, di cui si dirà più avanti).
fondamentalista abbia provocato massacri
e tensioni ovunque nel pianeta.
alla radice l’esistenza di una minaccia terroristica internazionale unificata antioccidentale
e autonoma di portata equiparabile alla cosiddetta “minaccia sovietica”
del tempo che fu. L’agenda politica
imposta dai neoconservatori (sia quelli autentici, sia le loro varianti di
sinistra) è falsa. Però pretende che noi crediamo senza prove, senza logica, spogliati dei normali parametri di analisi
politica (perché, se osi adoperarli, ti aggrediscono come indemoniati incolpandoti
di complottismo, di inammissibili dietrologie, ecc). Dunque dobbiamo credere, e
perciò obbedire, e alla fine anche combattere il nemico invisibile, indefinibile,
incalcolabile, dicendo di sì a un puzzle i cui pezzi non s”incastrano uno con
l”altro.
Uno dei giornali turchi più importanti (e
recentemente più perseguitati dal regime di Erdoğan), il quotidiano Zaman, nel 2004, si chiedeva: «Al-Qa”ida, un’Operazione dei Servizi Segreti?»:
«Gli
specialisti di intelligence turchi concordano sul fatto che non c’è
un’organizzazione come al-Qa”ida. Semmai, al-Qa”ida è il nome di un’operazione
da servizi segreti. Il concetto “combattere il terrore†è il background del
modello di guerra a bassa intensità , condotta nell’ordine mondiale monopolare.
L’oggetto di questa strategia della tensione è denominato al-Qa”ida.»
migliaia di tagliagole fanatizzati che operano al servizio delle strategie imperiali. Se si considera quanta gente
abbia lungamente soggiornato nei “gulag offshore” dell”Occidente (Guantánamo e i suoi fratelli), per poi
uscirne ancora più armata di prima, quei luoghi somigliano tanto a campi di condizionamento e reclutamento.
cattivi, non si caricano delle responsabilità giuridiche che il diritto bellico imporrebbe a normali
soldati inquadrati in eserciti più tradizionali. Il crimine di guerra rimane
orfano: partendo da loro non si risale facilmente lungo la catena di comando,
quella che passa dal criminale di guerra che sgozza i civili sino ai burattinai
dei suoi burattinai, quei criminali di guerra più grossi e puliti che se ne
stanno nel back-office, mentre lanciano
le guerre umanitarie e inaugurano gli ospedali. Poi, va detto, li vediamo agire
d”amore e d”accordo, come è accaduto in tante guerre degli ultimi anni.
da George Friedman,
il capo della Stratfor, espressione
del complesso militare-industriale USA, quando rivendica con orgoglio la volontà dell”Impero di mettere interi popoli l”uno contro l”altro.
level” del videogioco Al-Qa”ida. Mentre Al-Qa”ida è una vecchia sigla che
svolge alcuni limitati servizi, l”ISIS appare un progetto più organico e più
ambizioso nell”ambito della Guerra Infinita. Ha il compito temerario di
distruggere l”ordine statuale che perdurava nel Vicino Oriente in continuità con
i trattati successivi alla prima guerra mondiale, per instaurarne uno del tutto
nuovo, con altri confini, divisioni etniche, poteri. Ed è anche la piattaforma militare-terroristica
da cui potrebbe partire una guerra non ortodossa nel cuore dell”Eurasia, contro
gli attuali alleati di Russia e Cina e contro gli stessi giganti eurasiatici.
Un incubo geopolitico in mano agli stessi doppiogiochisti e triplogiochisti che
finanziano sia Al-Qa”ida sia nuovi grattacieli londinesi.
molti schemi. È molto significativo che il suo giovane intervistatore si
accorga subito che il quadro lì dipinto in diretta stia inconcepibilmente uscendo dalla solita cornice.
Non può collocarsi nella bolla mediatica di riferimento – sta per forza in
un”altro frame – tanto che gli domanda: «Quando lei dice che
sono un”invenzione, e che non ha mai visto le prove, la definiscono un “complottista”?
Qualcuno potrebbe dire che lei sembra un complottista». Più che una domanda, è
un riflesso condizionato pavloviano. Lo stesso stimolo a cui rispondono ancora
in troppi, nel mondo forgiato dall”11 settembre 2001.
Riferimenti:
http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4795.
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