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Il diritto al delirio

«Che sarà se cominciassimo ad esercitare il mai proclamato diritto di sognare?» [Eduardo Galeano]

Il diritto al delirio
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31 Dicembre 2014 - 17.59


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di Eduardo Galeano

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Il diritto al delirio

Anche se non possiamo indovinare il tempo che sarà,

abbiamo almeno il diritto di immaginare

ciò che vorremmo che fosse.

Le Nazioni Unite hanno proclamato

estese liste di diritti umani,

ma la maggior parte dell’umanità

non ha altro che il diritto

di vedere, ascoltare e stare zitta.

Che sarà se cominciassimo ad esercitare il mai proclamato

diritto di sognare?

Che sarà se iniziassimo a delirare per un po’?,

alla fine dell’anno,

andiamo a posare gli occhi al di là dell’infamia

per immaginare un altro mondo possibile.

L’aria sarà ripulita da ogni veleno che non venga

dalle paure umane e dalle umane passioni.

La gente non sarà guidata dall’automobile,

non sarà programmata dal computer,

non sarà comprata dal supermercato,

né sarà guardata dalla televisione.

Il televisore non sarà più

il membro più importante della famiglia.

La gente lavorerà per vivere,

invece di vivere per lavorare.

Entrerà a far parte del codice penale

il delitto di stupidità,

che commette chi

vive per avere o per guadagnare,

invece che vivere

per vivere e niente più.

Come canta il passero,

senza sapere cosa canta,

e come gioca il neonato,

senza sapere a cosa gioca.

In nessun paese saranno arrestati i ragazzi

che rifiutano di fare il servizio militare,

ma quelli che vorranno farlo.

Gli economisti non chiameranno livello di vita

il livello di consumo;

non chiameranno qualità della vita

la quantità delle cose.

I cuochi non crederanno

che le aragoste adorano essere bollite vive.

Gli storici non crederanno

che ai paesi piace essere invasi.

Il mondo non farà più la guerra ai poveri,

ma alla povertà.

E l’industria militare non avrà altro rimedio

che dichiarare fallimento.

Il cibo non sarà una merce,

né la comunicazione un commercio.

Perché il cibo e la comunicazione

sono diritti umani.

Nessuno morirà di fame,

perché nessuno morirà di indigestione.

I bambini di strada non saranno trattati

come se fossero immondizia,

perché non ci saranno bambini di strada.

I bambini ricchi non saranno trattati

come se fossero danaro,

perché non ci saranno bambini ricchi.

L’educazione non sarà un privilegio

di chi può pagarla,

e la polizia non sarà la maledizione

di chi non può comprarla.

La giustizia e la libertà,

gemelle siamesi,

condannate a vivere separate,

torneranno ad unirsi,

torneranno ad unirsi vicine vicine,

spalla a spalla.

In Argentina, le pazze di piazza di maggio

saranno un esempio di salute mentale,

perché si sono rifiutate di dimenticare

in tempi di amnesia obbligatoria.

La perfezione,

la perfezione continuerà ad essere

un noioso privilegio degli dei.

Ma in questo mondo,

in questo mondo inetto e molesto,

ogni notte sarà vissuta

come se fosse l’ultima,

e ogni giorno come se fosse il primo.

Traduzione di Marina Zenobio.

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