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La splendida ipocrisia sulla passerella di Parigi

'La marcia per l’unità di Parigi, con più di 40 leader mondiali: puro ''doppiopesismo'' occidentale su libertà di parola e lotta al terrorismo. [Pepe Escobar]'

La splendida ipocrisia sulla passerella di Parigi
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15 Gennaio 2015 - 21.11


ATF
[b]La marcia per l’unità di Parigi, a cui hanno partecipato più di 40 leader mondiali, ha svelato l’approccio del “doppiopesismo” occidentale relativo alla libertà di parola e alla battaglia contro il terrorismo. [/b]

di Pepe
Escobar
.


Pechino,
12 gennaio (Sputnik) — Che sorta di ineguagliabile parata di ipocrisia politica.
La vista del Generale Hollande, conquistatore del Mali; David d’Arabia Cameron;
Angela “Lasciate morire gli ucraini dell’Est” Merkel; Ahmed “Assad deve
andarsene” Davutoglu; persino Re Sarko I, Liberatore della Libia; senza dimenticare
Bibi “Soluzione Finale” Netanyahu – tutti a marciare per la “libertà”, “la
libertà di parola” e la “civiltà” contro la barbarie nelle strade di Parigi
farebbe provare orrore per la ripugnanza ogni sostenitore di sicura fede della
tradizione intellettuale occidentale, da Diogene a Voltaire, da Nietzsche a Karl
Kraus.

Visto
dall’Asia, quest’atto di pirateria è parso ancora più grottesco. E non
meravigliatevi di un mixage diventato
virale attraverso l’Asia sudoccidentale – patria delle reti sociali arabe; la “marcia
per l’unità” di Parigi associata a quella di Hitler e dei nazisti mentre
camminano tronfi con la Torre Eiffel sullo sfondo. 



Qui c’è tutto il dibattito sulla “libertà di espressione” racchiuso in poche parole. Lo avrebbero
permesso sulla copertina di un giornale occidentale, satirico o meno che fosse?

Uno dei più grandi imbrogli che le
élites dominanti della civiltà occidentale sono riuscite a portare a termine è
stato il mito della “libertà di parola” –alla pari con il mito di un mercato
“libero”. “Libero”, sì, ma nella misura permessa dai Dominatori dell’Universo.
Ogni discorso che attacchi i crimini atlantisti, denunci il sistema di doppi o
tripli pesi e misure, e metta in dettaglio roba davvero grave – dai crimini
finanziari ai crimini di guerra e, in maniera cruciale, il terrorismo
supportato dall’Occidente, viene inesorabilmente ridotto al silenzio.

Perciò,
diffamare l’intero Islam, cioè 1,6 miliardi di musulmani en masse, diventa accettabile o, almeno, tollerato. Ma denunciare
il Sionismo è “anti-semitismo”. “Libertà di stampa”? La rete televisiva
iraniana Press TV viene proibita attraverso tutti i domini informatici atlantisti.
RT viene abitualmente derisa come portavoce di una dittatura “malvagia”. Questi
“leaders”, difenderanno la “libertà di parola” nel Donbass o a Damasco? Scordatevelo.


I
“nostri” bastardi che vivono nella NATO

Si
può sostenere che la ciliegina sulla torta letale fosse il “sostegno” alla
Francia offerto dalla Casa Reale saudita, che ha appena fatto eseguire la prima
serie (50 di 1.000 frustate) della fustigazione pubblica del blogger Raif Badawi. Il suo crimine: un sito
web a favore di quella così tanto preziosa “libertà di parola”, tranne che in
Arabia Saudita.

Oh
– gridano all’unisono le orde illuminate â€” ma loro sono un “regno
conservatore”! Loro sono certamente uno degli alleati chiave dell’Occidente, sia
er tutto quel petrolio che per essere un favoloso mercato per i nostri burattini
che forniscono armi. Loro sono i nostri “bastardi”. Perciò, sì, loro la passano
liscia su tutto.

La differenza è che ora i Dominatori
dell’Universo non possono ingannare tanto facilmente la travolgente maggioranza
del Sud Globale, che capisce quanto stentata sia qualsiasi sostanziale
differenza tra la Casa Reale saudita, la miriade di declinazioni di Al-Qa’ida e
l’IS/ISIL/Daesh – il falso califfato ora in possesso del “Siraq”.

Le
radici di tutto l’inferno jihadista, fondamentalmente, sono nel Wahhabismo
medievale, e nella sua primitiva, intollerante interpretazione dell’Islam. Finora,
non è stato possibile neanche iniziare a discutere di questo fenomeno
nell’industria della comunicazione occidentale. Niente “libertà di parola” qui.
La Casa Reale saudita e gli assortiti plutocrati del Golfo sono i “nostri”
bastardi. Stanno persino aiutando la coalizione guidata dall’Impero del Caos
per combattere il Daesh!

Addirittura
gli intellettuali francesi che erano soliti far ragionare sul jihadismo, come
Olivier Roy, si stanno interrogando sul “collegamento tra l’Islam e la violenza”.
Domanda errata: non sull’Islam, ma sull’ideologia/proselitismo esportati dai
sauditi.

La
società francese non è internamente “minacciata” da una presenza musulmana – benché
sia in effetti minacciata da una islamofobia esacerbata. Il problema chiave è
che la Francia non sa come integrare la sua popolazione musulmana, fare qualcosa
che permetta ciò che il sociologo Farhad Khosrokhavar descrive come “terroristes maison”. Questi hanno fatto
in modo che in Francia i terroristi comincino come ladruncoli insignificanti,
de-islamizzandoli e poi ri-islamizzandoli dagli Imam di quartiere e,
soprattutto, dalla devastazione causata dall’Impero del Caos e dalla NATO sulle
terre dell’Islam.

La
NATO, che ricomprende la Francia, ha fatto di tutto: dal bombardamento di
civili (Libia) al finanziamento/fornitura di armi/”sostegno” ai cosiddetti
“ribelli moderati” in Siria. E non va molto meglio sul fronte della libertà di
parola. Secondo il tribunale di BRussell, dall’invasione/occupazione USA in
Iraq del 2003, almeno 404 sono stati i giornalisti uccisi; 374 di essi erano
iracheni. Questi non sono stati propriamente pianti dalla banda atlantista
amante della libertà. Come neppure un numero di 1.000.000 e oltre di civili
iracheni decimati dall’Impero del Caos in più di tre decenni di furia imperiale.
Senza dimenticare le 200mila vittime siriane della Guerra “Assad deve
andarsene”.  


Dov’è
il nostro Patriot Act?
Sul
fronte del “contro-terrorismo”, il circo post- Charlie sarà un regalo che
continuerà a fruttare, in piena modalità “guerra alla terra”. Tutti i suoi
presunti esecutori sono comodamente morti – perciò non c’è alcuna possibilità
di ricostruire la vera storia. Potrebbe essere stata l’Al-Qa’ida della penisola
araba; potrebbe essere stato un lavoro spartito tra AQAP e IS/ISIL/Daesh; potrebbe
essere stato un commando jihadista che ha agito da professionista finché, come
ha ammesso il ministro degli Interni francese Bernard Cazeneuve, non ha
compiuto l’”errore fatale” – che gentili! – di lasciare una carta di identità
nella Citroën usata per la fuga e poi abbandonata.

Il
Ministero della Paura ha emesso un allarme mondiale sulla “costante minaccia di
azioni e violenza terrorista contro cittadini e interessi USA in tutto il mondo”.
Si terrà un vertice sulla “sicurezza” alla Casa Bianca il 18 febbraio – proprio
mentre il ministro degli Interni francese accentua la necessità per l’Europa di
“scambiare informazioni” sulle persone di ritorno dal “Siraq”.

A nessun “esperto” viene prima di tutto
in mente che sia stato l’«Occidente» a creare il parco giochi affinché “queste
persone”andassero ad affinare le loro capacità jihadiste.

Re
Sarko I, come era da prevedere, è in un momento fortunato. La sua nuova
manipolazione è “guerra di civiltà” – che poi è essenzialmente un prodotto
francese preso dalla “guerra sulla terra” di Dubya, e sta spianando la strada a
un Patriot Act francese. Il vero gioco, tuttavia, non ha niente a che fare con
la “democrazia” o con la “libertà di parola” – senza tralasciare la “guerra di
civiltà”. E come previsto, l’unica risposta occidentale è la moltiplicazione
dei tentacoli dell’idra sul controllo/sicurezza orwelliani – una prospettiva
senza futuro dato che rifiuta di indirizzarsi alle reali radici a causa del
jihadismo.

Prossima
uscita: una Guantánamo prodotta in Francia e sponsorizzata da Dior. Ringrazio
il Signore per averci dato così tanti brillanti politici a proteggerci.



I
punti di vista espressi in quest’articolo sono solo dell’autore e non
riflettono la posizione ufficiale di Sputnik.


Traduzione a cura di Francesco
Giannatiempo, della rete Tlaxcala.

Illustrazione © REUTERS/ Philippe Wojazer


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