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Eurofalsità Post-Brexit

Una notizia leggibile diventa l’ennesima manipolazione dei giornali. Il voto all’Europarlamento sul dopo-referendum britannico riferito con gravi omissioni [P. Cabras]

Eurofalsità Post-Brexit
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29 Giugno 2016 - 17.49


ATF

di
Pino Cabras
.

Siamo alle solite. Come tanti altri
quotidiani, la Repubblica manipola
fino alla falsificazione una notizia, per inserirla in una cornice che deve
confermare i luoghi comuni e le narrazioni di area piddina. Ieri centinaia di eurodeputati
hanno votato contro una risoluzione sostenuta da popolari, socialisti, liberali
e verdi, che intimava ai britannici di levare subito le tende dalla UE. Tra chi
si è opposto c’era, compattamente, tutta la sinistra che si riconosce nel
gruppo GUE/NGL (tra cui gli spagnoli di Podemos e i tedeschi della Linke, per
dire) e decine di esponenti del partito popolare, che si sono trovati a votare
assieme ad altre formazioni di opposizione anche di estrema destra. Chi
minimamente conosce la storia dei parlamenti sa che è una dinamica frequente e
normale, che non implica un’alleanza organica degli oppositori. Ognuno è contro
per ragioni sue.

Ebbene, la
Repubblica
riduce tutto a una schermaglia in cui c’è il babau Nigel Farage e c’è il suo «grande
alleato», il M5S. Tanto è vero, dice l’articolista, che «tutti i deputati pentastellati
hanno votato con Farage». Notare la sottigliezza di quel “con”: si badi bene
che non hanno votato una risoluzione di Farage, ma una risoluzione presentata
dalla maggioranza, e hanno votato contro. Il cronista aggiunge: «Insieme a loro
Salvini, Le Pen e i conservatori inglesi». Nessuna menzione per gli altri,
nemmeno per il collega di Repubblica,
l’eurodeputato Curzio Maltese, che ha votato contro anche lui, come il suo
gruppo GUE. Anche lui, secondo questa logica, ha votato “con” Farage. Avremmo
diritto di saperlo, no?

Qualcuno obietterà: Il Movimento Cinque
Stelle e Farage fanno parte dello stesso gruppo nel Parlamento europeo, e
quindi sono culo e camicia. Obiezione respinta. In questi anni UKIP e M5S hanno
votato in modo difforme su un’infinità di materie, come se fossero due gruppi
parlamentari distinti. Il gruppo ufficiale è un contenitore senza il quale
sarebbero ingiustamente penalizzati nei lavori parlamentari. Possiamo criticarli
anche ferocemente per questa scelta, ma di fatto non sono alleati politici che
votano sempre insieme. Nella loro contrarietà alla maggioranza brussellese, in
questa specifica votazione, decine di formazioni politiche hanno portato
ciascuna le proprie ragioni differenziate. Anche M5S e UKIP hanno portato
ragioni molto diverse fra loro. Avremmo diritto di saperlo, no?

Nella coscienza degli elettori (e dei
lettori) tentati dalla fuga dai loro vecchi rifugi viene così depositato il
solito schema che assimila il mondo cinquestelle a una galassia fascistoide.
Non c’è posto per un resoconto più complesso e articolato, più onesto. Non c’è
posto per la verità.

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