‘
di Stefano Sanna.
Tramite i mezzi di informazione il
governo ha iniziato la campagna contro i dipendenti pubblici.
Probabilmente siamo alla fase finale della resa dei conti, Renzi
sino ad oggi non aveva avuto ancora sufficiente coraggio, per questioni
di consenso elettorale, ad inserire nella riforma del mercato del lavoro
i dipendenti pubblici. Ma se non procede nelle riforme strutturali
includendo anche il pubblico impiego i suoi datori di lavoro potrebbero
licenziarlo. Aveva necessità di far fare all”opinione pubblica un
ulteriore passaggio di insofferenza verso i dipendenti statali.
Nessuna sorpresa allora se allo scoccare della mezzanotte è partito
l’attacco a: vigili urbani di Roma, netturbini di Napoli e dipendenti
del sito archeologico di Pompei, il tutto condito con cifre
impressionanti ma tutte prive di una seria analisi.
L”operazione sembra riuscita: tutti i lavoratori del pubblico impiego
sono dei lavativi, hanno affossato l”italia e vanno puniti senza
ulteriore esitazione.
Ma mentre si consumerà la vendetta verso i dipendenti fannulloni ricordiamoci che:
1) Da anni la pubblica amministrazione non integra gli organici (blocco delle assunzioni nel pubblico impiego) con un danno gravissimo
soprattutto per le amministrazioni periferiche (i piccoli comuni, circa
6000) e i centri di minor peso politico creando un disservizio
pubblico da anni sempre più pesante.
2) Gli stipendi della pubblica amministrazione sono una voce
fondamentale della domanda aggregata, cioè sono quelli che comprano.
Tutta la catena del commercio dalla fabbrica del signor brambilla alla
bottega del commerciante, dalla libreria sotto casa all’asilo nido
viene tenuta in vita anche dagli stipendi del pubblico impiego.
3) Se rendi precario il lavoro pubblico rendi più incerto il loro
futuro riducendo la loro propensione alla spesa che quindi toglierÃ
ulteriori soldi al commercio.
4) Se rendi precario il lavoro pubblico non aspettarti sorriso da chi
avrà uno stipendi da 400 euro al mese ed un contratto in scadenza ogni
mese ma soprattutto non potrai servirti dell’esperienza e conoscenza che
il lavoro permette solo dopo tanti anni.
È doverosa però una considerazione. All”astuta propaganda che apre la
strada a ciò che vuole la Trojka non corrisponde una strategia da parte
dei molti dipendenti pubblici. Ancora prima di parlare di strategia,
manca la consapevolezza dell”obiettivo della politica europea: meno
Stato, meno tutele, più paura, più propensione ad accettare passi
indietro in termini di civiltà .
Quando è chiaro che l”obiettivo è questo e la propaganda è il mezzo
per raggiungerlo, non si cade nella trappola di offrire all”avversario
proprio il pretesto che aspetta. Non ci sono alternative facili
né già conosciute.
Capire il progetto europeo di smantellamento dello
Stato, denunciarlo, studiare e far conoscere l”alternativa economica che
mette lo Stato al centro, è l”unica strada seria e fondata esistente,
sia che si lavori nel privato sia che si lavori nel pubblico.
Fonte: http://www.retemmt.it/component/k2/item/390-notizie-dal-pubblico-impiego.
[GotoHome_Torna alla Home Page]‘