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Progressisti in divisa (8): certi rossobruni

8ª puntata di "Progressisti in divisa: la Sinistra pacifista viene arruolata", saggio di Patrick Boylan. Certi rossobruni...

Progressisti in divisa (8): certi rossobruni
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Redazione Modifica articolo

17 Settembre 2013 - 08.08


ATF

Continuiamo
la pubblicazione a puntate di “
Progressisti
in divisa: la Sinistra pacifista viene arruolata”
,
un libro di
Patrick
Boylan*
che
uscira poi tutto insieme in forma di
e-book.
Sono analizzati i difetti dei
pacifisti
italiani
e occidentali, che condividono i difetti della sinistra, nel
frattempo auto-eliminatasi e cooptata nel campo di chi fa le guerre.

Nella
precedenti puntate abbiamo iniziato a vedere
nove
dei dieci tasselli
da inserire nel vasto mosaico
dell”espropriazione e contaminazione del pacifismo di sinistra da
parte dei poteri forti.

Abbiamo
visto per primo il piano
internazionale,
ossia il 1° tassello: Amnesty (USA); il 2° tassello: l”ong francese
FIDH. Poi abbiamo visto il
piano
nazionale
, ossia il 3°
tassello: Tavola della Pace; il 4° tassello: RaiNews24. Poi siamo
passati al
piano
individuale
(5°
tassello: Padre Dall”Oglio, 6° tassello: Giulio Marcon). Per una
curiosa coincidenza, poche ore dopo la pubblicazione, Padre
Dall”Oglio è stato coinvolto in uno stranissimo
“rapimento-negoziato” dai contorni torbidi, a conferma
della deriva della sua azione. E” seguita la puntata dedicata al caso
Avaaz (7°
tassello) e quella dedicata ai forum dei pacifisti in Internet e le
liste email, con i casi delle discussioni impossibili sul web,
funestate dai
troll
(8° tassello), per poi approfondire
un argomento con molti echi attuali: il
pacifismo
pragmatico
, che poi si
schiera con le guerre di Obama (9° tassello). Oggi il 10° e ultimo
tassello, prima di entrare nel vivo del libro.

Questa
è l”ottava puntata
.

Buona
lettura

(la
Redazione)

Decimo
Tassello – Il rossobrunismo

e
il nazional-progressismo

Sempre
sul piano ideologico

e sempre per minare le certezze dei pacifisti,

i poteri forti in Italia hanno favorito non solo gli appelli, da
Sinistra, a sostegno dei loro interventi militari ma anche la
recrudescenza, da Destra, del fenomeno
rossobruno.

Il
“rossobrunismo” è la riappropriazione, da parte dell”estrema
Destra, dei valori della Sinistra – travisandoli e snaturandoli.

Con
i loro ciondoli a forma di
croce
celtica che penzolano sulle t-shirt di Che Guevara

oppure, se sono più colti, con i loro discorsi frammisti di
citazioni
di Evola e di Gramsci
,
i rossobruni riescono a confondere e a disorientare molti
progressisti, intaccando il loro senso di identità politica.
Abbindolano poi più facilmente chi è senza un preciso orientamento
politico, attraverso slogan di (apparente) rottura con lo status quo.

Il
più ripetuto è:
“Non
esiste più né destra né sinistra!”
,
una chiamata al qualunquismo, fatta passare per anticonformismo (
bit.ly/link-77a
 ►
).

Così
i rossobruni promuovono proprio quell”
appiattimento
ideologico

della società a cui i poteri forti mirano sin dagli anni ”80. (Se
ne è già parlato alla sezione “Sesto Tassello”.) Vedere per
credere:
bit.ly/link-77
 ►
.

“Macché
qualunquismo! – rispondono i rossobruni quando vengono interpellati
– Non vedete il nostro impegno politico? È semplicemente un dato
di fatto: oggi le parole ”destra” e ”sinistra” non hanno più ragion
d”essere, sono desuete; ormai bisogna essere
interclassisti”.

“Interclassismo”,
tuttavia, era la vecchia parola d”ordine del regime fascista.
Travisando la dottrina sociale dell”enciclica
Rerum
Novarum
,
Mussolini riprese e rilanciò il termine per convincere i lavoratori
italiani che, con il Fascismo, non esistevano più divisioni di
classe.

In
fondo, egli diceva, i lavoratori e il padronato non hanno interessi
contrapposti, bensì del tutto convergenti, che vanno solo
“coordinati” al meglio (compito del governo).

Così,
facendo leva sulla sua interpretazione della dottrina
dell”interclassismo, Mussolini eliminò i sindacati e proibì gli
scioperi, per tutto il Ventennio. Altro che parola desueta! (Vedi:
bit.ly/link-78
 ►
.)

Ma
nonostante la sua vetustà, l”interclassismo viene riproposto oggi
come “novità” politica – e non solo dalla destra rossobruna.

Sia
il “Presidente Operaio” Silvio Berlusconi che il “Megafono dei
cittadini” Beppe Grillo pretendono entrambi d”incarnare la perfetta
sintesi tra destra e sinistra e quindi di poter rappresentare tutti.
(Tutti tranne i corrotti, precisa almeno Grillo.) Secondo queste due
personalità politiche, dunque, i partiti sarebbero ormai superati –
e anche i sindacati perché oggi, non essendoci più (a loro avviso)
due classi antagoniste, gli sfruttati e gli sfruttatori, non
esisterebbero altro che gli interessi generali dei cittadini, i quali
vanno solo “coordinati” al meglio dal governo. Mussolini sorride
nella tomba.

Seguono
alcuni link per avere ulteriori ragguagli sul rossobrunismo:

  • un
    articolo sull””attualità” di Sinistra Nazionale, forza politica
    rossobruna. Alla fine dà i nomi dei suoi padri spirituali: Benito
    Mussolini, Giovanni Gentile, Charles De Gaulle e poi Georges Sorel,
    Che Guevara, Hugo Chavez (ed altri – vedi:
    bit.ly/link-79a
     ►
    );

  • il
    quotidiano di Sinistra Nazionale,
    Rinascita,
    che vanta ben tre tipografie nazionali (a Milano, Roma e Catania) e
    un”edizione web
    (vedi:
    bit.ly/link-79b
     ►
    )
    .
    Ha abbonamenti ma niente pubblicità, quindi qualche potere forte
    lo sostiene economicamente per forza; del resto il suo direttore,
    Ugo Gaudenzi, ex-leader di gruppi neofascisti, frequenta da sempre i
    salotti della “Destra bene” (vedi:
    bit.ly/link-82
     ►
    );

  • un
    editoriale di
    Rinascita.
    Essa disconosce il termine “rossobruno” e critica il quotidiano
    il
    Manifesto

    per aver definito Sinistra Nazionale “di destra”; SN sarebbe “un
    fronte antisistema senza più distinzioni fra destra e sinistra”
    (vedi:
    bit.ly/link-80
     ►
    );

  • la
    risposta di un collettivo rosso all”editorialista di Sinistra
    Nazionale. Per il collettivo lo stesso diniego dell”editorialista
    rivela quanto sia di destra (vedi:
    bit.ly/link-81a
     ►
    ).

In
ogni caso, per quanto i rossobruni possano rivendicare come ideologia
un interclassismo super partes, alla fine viene fuori con chiarezza
la loro matrice di destra. Ad esempio, nelle loro manifestazioni per
la pace in Siria, i rossobruni criticano “l”imperialismo
statunitense” che “alimenta il conflitto” – e quindi possono
sembrare a prima vista di sinistra; vedi
bit.ly/link-83
 ►
e
bit.ly/link-84
 ►
e un video: (breve attesa per la copia archiviata)
bit.ly/link-85
 ►
.

Ma
poi spiegano che se criticano “l”imperialismo statunitense”, non
è perché è imperialismo ma perché è un”intromissione yankee nel
Mediterraneo,
Mare
Nostrum
. Per
motivi nazionalistici, dunque. E anche geopolitici, considerando
tutta l”Eurasia
Terra
Nostra
.

E”
significativo, infatti, che i rossobruni non criticano
“l”imperialismo italiano” che alimenta anch”esso il conflitto
siriano – ad esempio, la Finmeccanica che invia materiale bellico
al regime e il Ministero della Difesa italiano che invia materiale
bellico ai ribelli (così l”Italia si garantisce una futura influenza
sulla Siria chiunque vinca). Avvenne la stessa cosa nel 2011. I
rossobruni hanno protestato in piazza contro il bombardamento NATO
della Libia in quanto atto di imperialismo soprattutto
franco-anglo-americano, e sicuramente lo è stato. Ma non hanno
protestato, in seguito, contro l”imperialismo dell”Italia che ha
sfruttato la sua influenza – in quanto paese comunque
co-belligerante e vincitore – per portare via il petrolio libico
senza onorare appieno gli impegni di ricostruzione. Come si vede, la
Destra non disdegna affatto l”imperialismo, a patto che chi si
arricchisce sfruttando un altro paese sia… l”Italia.

In
fin dei conti, dunque, quello dei rossobruni è un “antimperialismo”
nazional-progressista, fatto passare per la difesa di tutte le
sovranità ma in realtà italo-centrico. È ben lontano, perciò,
dall”antimperialismo ”rosso”: quello internazionalista che si oppone
a qualsiasi eventuale tentativo – italiano o statunitense o
israeliano o marocchino che sia – di estorcere plusvalore da altri
popoli,
manu
militari
. Come,
peraltro, si oppone a qualsiasi tentativo in Italia – da parte del
capitale nazionale o del capitale straniero – di estorcere
plusvalore dai lavoratori,
manu
propria
(e a volte
“
manu celerini”).
In sostanza, per la Sinistra il problema è lo sfruttamento, non la
nazionalità di chi sfrutta.

Ma
siccome la differenza è sottile, è diventato difficile per i
pacifisti di sinistra indire manifestazioni contro l”imperialismo
statunitense in Siria e la fornitura occidentale di armi ai ribelli:
rischiano di sembrare come i rossobruni. E difatti, non appena i
pacifisti antimperialisti accennano a scendere in piazza per dire
“Giù
le mani dalla Siria!”
,
i difensori italiani della rivolta armata siriana, per farli
desistere, non esitano ad etichettarli “pacifisti neri”, “amici
dei rossobruni”, “paladini di Assad”, persino su organi della
Sinistra; vedi:
bit.ly/link-86
 ►
e
bit.ly/link-87
 ►
.

Grazie
alla zizzania e alla confusione che riescono a seminare nella
Sinistra, dunque, i rossobruni raggiungono pienamente il loro scopo:
espropriare, disorientare e paralizzare il pacifismo rosso
antimperialista. Pertanto il rossobrunismo è da considerarsi
senz”altro un “tassello” centrale del mosaico.


   

Roma,
Piazza del Popolo, 16-6-2012: I rossobruni di Rinascita e Sinistra
Nazionale, con altre formazioni, manifestano per la pace in Siria,
agitando bandiere rosse (anche quella della Cina!) e indossando
lederhosen e divise simil-naziste. 

A
breve saranno pubblicate le prossime puntate e i prossimi capitoli
del libro di Patrick Boylan

*Patrick
Boylan
, ex docente
all”università Roma Tre, dove approdò dalla sua nativa California,
è entrato poi nella redazione di
PeaceLink.it
e ha co-fondato a Roma gli
Statunitensi
per la pace e la giustizia
e
la
Rete NoWar.
«Non è antiamericano contrastare le guerre imperialiste del mio
paese, anzi!» tiene a precisare. «Abbiamo esportato la democrazia
così tanto che ormai ce n”è rimasta ben poca. Salviamo almeno
quella!»

 ____________________________________

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