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Yemen golpe-pateracchio tra Presidente e ribelli. Incubo ISIS

'Paese cardine tra Corno d''Africa e Penisola Araba lo Yemen rischia di trasformarsi in una nuova Somalia. [Ennio Remondino]'

Yemen golpe-pateracchio tra Presidente e ribelli. Incubo ISIS
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23 Gennaio 2015 - 09.13


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di Ennio Remondino.


Con il palazzo presidenziale circondato dai ribelli, il governo
si dimette. L’ex premier Bahah ha notificato le sue dimissioni su
Facebook. Segno dei tempi. Poco dopo si è dimesso anche il presidente
Mansour Hadi. Il parlamento ha però respinto le dimissioni del
presidente. Partita incerta


L’esecutivo presieduto dal premier Khaled Bahah ha presentato
le dimissioni al presidente yemenita Mansour Hadi. Il governo di Bahah
era stato formato il novembre scorso come parte dell’accordo di pace,
sponsorizzato dalle Nazioni Unite, fra il governo e i miliziani sciiti
Houthi, che da settembre hanno il controllo su quasi tutta la capitale
Sanaa. Bahah annuncia le sue dimissioni su Facebook. Lo segue il
presidente Abed Rabbo Mansour Hadi. Il parlamento ha però respinto le
dimissioni del presidente e ha convocato per domani una sessione
speciale. Oltre il caos locale o timori strategici.




 

Il presidente dimesso ma forse no Abdo Rabbo Mansour Hadi

Dopo aver conquistato la capitale Sanaa con un golpe quasi incruento
nel settembre scorso, i ribelli guidati dal 33enne Abdel Malek Huthi,
figlio del fondatore del gruppo armato, hanno via via alzato il livello
dello scontro. Prima rapiti alcuni consiglieri del presidente, poi è
stata attaccata la vecchia sede del palazzo presidenziale con importanti
depositi di armi. Lo Yemen rischia di trasformarsi in una nuova
Somalia. Stretto tra un’insurrezione dietro cui alcuni vedono lo spettro
iraniano, e il rafforzamento militare e ideologico del jihadismo dello
Stato islamico ora vincente in Iraq e Siria.


Dall’altra parte del Paese, nel sud indipendentista e ostile agli
Huthi, chiuso l’aeroporto civile e il porto commerciale ‘in segno di
protesta contro il golpe’. Sul terreno il timore è di un inasprimento
del conflitto con l’entrata in scena su larga scala di qaedisti e
jihadisti del centro e dell’est del Paese. Oscurata dall’avanzata
dell’Isis, l’ala yemenita di al Qaida aspetta da tempo l’occasione per
rilanciare la propria immagine. In tal senso, dal pulpito qaedista
yemenita era giunta la rivendicazione nei giorni scorsi dell’attentato
di Parigi contro Charlie Hebdo. Un modo scoperto per farsi protagonisti.




 

Oggi nella capitale Sanaa

Gli Huthi, che per otto anni si sono fatti la guerra con l’ex
presidente Saleh, anch’egli della setta religiosa zaidita (sciita), sono
ora strumentalmente sostenuti proprio dall’ex raìs Saleh, deposto due
anni fa sull’onda delle proteste popolari scoppiate in varie aree del
mondo arabo. Saleh spera ora di rientrare sulla scena politica,
presentandosi agli Usa, ai sauditi e all’Iran come l’unico in grado di
riportare l’ordine e sfidare il terrorismo jihadista. Partita a rischio
per il Paese più povero della penisola arabica dove il petrolio che è
ovunque, è stato trovato, molto poco, e solo recentemente.





Fonte: http://www.remocontro.it/2015/01/22/yemen-golpe-pateracchio-presidente-ribelli-incubo-qaeda-isis/.

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