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'La NATO sta andando all''aria in Siria'

'Ora il piano è un Nord Siria in mano a ''ribelli moderati'' anti-Assad (dominati da Al-Qa''ida) con un ISIS sconfitto ma tollerato e consolidato nell''Ovest dell''Iraq [Pepe Escobar]'

'La NATO sta andando all''aria in Siria'
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Redazione Modifica articolo

17 Dicembre 2015 - 05.46


ATF

di Pepe Escobar.

Tradotto
da ComeDonChisciotte.org

Il nuovo piano
è che la Siria del nord sia controllata da “ribelli moderati”
(sotto il controllo di Al-Qa’ida)
schierati contro Assad con l’ISIS
sconfitto ma tollerato e consolidato nell’Iraq occidentale

FSB, SVR e GRU
in Russia [sigle di diversi reparti dell’intelligence russa, NdT], mentre schematizzavano le varie
interconnessioni, non hanno potuto non notare che Washington sta permettendo
alla Guerra Fredda 2.0 di arrivare a
livelli sempre più intensi.

Immaginate
l’intelligence russa che fa una scansione della scacchiera geopolitica.

Un aereo passeggeri russo viene bombardato
da un affiliato a Daesh.

Un caccia russo è vittima di un’imboscata e abbattuto dalla Turchia:
qui si trova una ricostruzione plausibile di quanto potrebbe essere accaduto.

Gli sgherri
della destra ucraina sabotano le forniture elettriche in Crimea.

Una base militare siriana vicino a Deir
Ezzor – un importante avamposto contro Daesh nella Siria orientale – viene colpito
dalla Coalizione dei Disonesti Opportunisti
(CDO), guidata dagli USA.

Il FMI “abbuona”
il debito ucraino verso la Russia,
unendosi alla Guerra Fredda 2.0.

Questo è solo un breve elenco.

È una
progressione logica. Il blocco NATO-CCG in Siria è divorato dall’angoscia. L’entrata della Russia sulla scena siriana – una guerra per
procura, non una guerra civile come si sostiene – ha mandato in malora tutte le strategie atte a portare
al cambio di regime
.

Se la CDO
guidata dagli Stati Uniti fosse davvero stata dedita all’eliminazione di Daesh,
avrebbe collaborato strettamente con l’Esercito Arabo Siriano, non l’avrebbe
bombardato e ostacolato.

Avrebbe provato
a distruggere le vie di passaggio Turchia-Siria: ad esempio il corridoio di
Jarablus, che di fatto è un’autostrada della Jihad.

Il gioco della NATO in Siria fluttua nell’ambiguità. Alcuni scambi di opinioni con diplomatici dissidenti
UE a Bruxelles, non necessariamente vassalli della NATO, svelano una
contro-narrativa di come il Pentagono abbia delineato la strategia russa, come
abbiano ritenuto le forze russe relativamente isolate e come abbiano deciso di
permettere al Sultano Erdoğan di
lasciar impazzire Ankara: un mezzo perfetto per negare ogni tipo di
coinvolgimento.

Il tutto ci
riporta all’abbattimento dell’aereo Su-24.
Arrischiandosi a fare un passo avanti, l’esperto russo Alexei Leonkov afferma
che non solo la NATO ha seguito l’intera
operazione con un AWACS,
ma che un altro AWACS dall’Arabia Saudita si occupava di guidare gli F-16
turchi
.

Gli F-16 non
sono in grado di lanciare missili aria-aria senza la guida di un AWACS. Sia le
informazioni russe sia quelle siriane – le quali possono essere verificate
indipendentemente – piazzano gli AWACS statunitense e saudita in quell’area
nello stesso momento. Per completare il tutto, il dettagliato accordo tra Turchia e USA riguardo gli F-16
stabilisce che per schierarli contro una terza nazione è obbligatorio un
benestare.

Tutto ciò punta
ad una possibilità concreta: un’operazione
diretta da parte di NATO-CCG contro la Russia
, che potrà essere chiarita
maggiormente grazie alla scatola nera dell’Su-24.

Se ciò non
bastasse a far alzare molte sopracciglia, potrebbe inoltre essere solo una
prima mossa su una scacchiera in espansione. L’obiettivo finale: tenere la Russia lontana dal confine siro-turco.

Ciò non
succederà per svariate ragioni – non ultima il dispiegamento degli ultraletali S-400 russi. Le forze aeree turche sono
così spaventate che qualsiasi cosa – persino gufi ed avvoltoi – viene
allontanata dal confine.

Nel frattempo,
il fattore HUMINT sta
venendo potenziato: più stivali occidentali sul campo, inclusi quelli tedeschi,
definiti come semplici “consiglieri” – i quali, se schierati sul campo, si
scontrerebbero inevitabilmente con l’Esercito arabo siriano.

Per plasmare
l’opinione pubblica, la fazione dei bombardamenti umanitari di cui fanno parte
i neoliberalcon tedeschi sta già diffondendo la storiella che Assad èsia il
vero nemico, non Daesh. Finalmente i tedeschi hanno mostrato che non collaboreranno
con la Russia e l’esercito siriano, ma faranno capo a CentCom in Florida e al quartier generale della CDO in Kuwait.

Il piano della NATO per il nord della
Siria nelle prossime settimane e mesi mostra di base i jet statunitensi,
britannici e turchi, con quelli francesi ancora in gioco (stanno collaborando
con la Russia o è solo una finta?). Tutto ciò viene venduto all’opinione
pubblica mondiale come uno sforzo di “coalizione” – in cui la Russia viene
menzionata a malapena.

Il vero piano,
sotto la copertura dei bombardamenti alla tana del “Califfato” a Raqqa,
aprirebbe la strada a un’effettiva “zona
di sicurezza” escogitata da Erdoğan
attraverso il corridoio di Jarablus, la
quale in realtà sarebbe una no-fly zone
in grado di dare asilo a svariati
“ribelli moderati”, ovvero jihadisti
salafiti della peggior specie
, stile Jabhat al-Nusra.

In parallelo
aspettiamoci un fiume di dichiarazioni turche incentrate sul “proteggere” la
minoranza turcomanna nella Siria settentrionale, la quinta colonna turca,
pesantemente infiltrata da islamo-fascisti dello stile dei Lupi Grigi. Tutto ha
avuto inizio con Ankara che accusava la Russia di “pulizia etnica”. Erdoğan si
sperticherà in richieste una nuova R2P
(una liberazione da parte della NATO, la quale detiene una “Responsibility to Protect”, come in Libia).

Ecco il punto
su cui concordano perfettamente la NATO ed Ankara: dopotutto, una “zona di
sicurezza” protetta dalla NATO, d’accordo con i “ribelli moderati” è il mezzo
perfetto per fare a pezzi velocemente lo
stato Siriano
.

È
illegale ma non ci importa

L’intervento
della NATO in Siria è ovviamente illegale.

La risoluzione 2249 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU
non sottostà al Capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite. Ancora una volta
linguaggio creativo – artifici retorici in stile francese – confonde la non
giustificazione di violenza militare dando l’impressione che il Consiglio di
Sicurezza la approvi.

Esattamente
come David D’Arabia Cameron l’ha interpretata.
La mistificazione è compresa nel processo, con Londra che garantisce di
lavorare a fianco della Russia.

La Risoluzione
2249 è un nuovo caso di diritto
internazionale messo alla berlina
. Questi – sporadici – attacchi aerei
britannici e francesi, coperti con il pretesto di colpire Daesh, non sono mai
stati approvati da Damasco e il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non è mai stato
consultato. La Russia, d’altro canto, è stata pienamente autorizzata dal
governo siriano.

Per di più la
coalizione CDO non è composta da una sessantina di nazioni, come invece continua
a sostenere l’amministrazione Obama. In realtà si tratta di una cricca di sette: Germania, Francia,
Regno Unito, USA, Turchia, Qatar e Arabia Saudita. In breve una collaborazione NATO-CCG.

Chi veramente sta combattendo il finto “Califfato” sul
campo
sono Esercito arabo siriano,
Hezbollah, gli sciiti iracheni con il sostegno iraniano e al di fuori
dell’alleanza 4+1 (Russia, Siria, Iran, Iraq, Hezbollah), una coalizione delle
Unità di Protezione del Popolo (YPG) curde e di piccole milizie cristiane e
arabe, sotto un unico cappello politico, il Consiglio Democratico Siriano, che
Ankara aborre.

Le provocazioni turche non cesseranno –
aggiungendo modi “creativi” di negare il passaggio alle navi russe attraverso
il Bosforo e i Dardanelli, evitando di violare la Convenzione di Montreux.

Per cui il
“nuovo” piano della NATO, gira e rigira, continua a mirare al medesimo
obiettivo: “liberare”, in stile Libia,
la Siria del nord e farla occupare o da “ribelli moderati” o – nel peggiore dei
casi – dai curdi siriani, che dovrebbero teoricamente essere facilmente
manipolabili.

Daesh in questo caso sarebbe “contenuto” (slang
dell’amministrazione Obama) non nella Siria orientale, ma in realtà espulso nel
deserto occidentale iracheno, dove consoliderebbero una zona sunnita. Erdoğan
vuole disperatamente un Sunnistan,
ma la sua versione è più ampia ed include anche Mosul.

Tutto ciò
accade mentre un gruppo di “ribelli moderati” siriani si incontra – tra tutti i luoghi possibili – nel
centro di Riad per scegliere una
delegazione di 42 persone tra wahabiti/salafiti jihadisti, al fine di
“selezionare i negoziatori” delle future trattative per la pace in Siria.

Ancora una
volta si sono accordati su “Assad deve andarsene”, già dalla fase di
transizione. Le “forze straniere” devono abbandonare la Siria. Ovviamente non si fa riferimento all’ondata di
mercenari pagati ed armati da Riad, Doha e Ankara
.

Ogni mente
pensante si chiederebbe come fa la Casa di Saud a passarla liscia: scegliendo
chi è “moderato” in una nazione, della cui destabilizzazione è tra i maggiori
responsabili. Semplice: perché Riad
controlla molti lobbysti negli USA
e paga profumatamente guru delle PR, ad
esempio Edelman, la più grande
azienda privata di PR del pianeta.

Non è un caso
che il Consiglio Democratico Siriano non sia stato invitato a Riad.

Il dado è
tratto. Qualsiasi cosa Ankara stia escogitando – con il beneplacito della NATO
– per impedire al 4+1 di guadagnare terreno in Siria, il destino (letale) è segnato. Potrebbe concretizzarsi in missili
lanciati dalla flotta del Caspio o da sottomarini. Ciò che il presidente Vladimir Putin stesso ha detto al collegio del Ministro della Difesa verrà preso alla lettera:

«Vi ordino di
agire con estrema durezza. Ogni obiettivo che metta in pericolo forze russe o
le nostre infrastrutture dovrà essere immediatamente distrutto».

Il testo di
questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la
fonte comedonchisciotte.org e l”autore della traduzione FA RANCO.

Alcune piccole
correzioni sono state apportate dalla Redazione di Megachip.

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