Crisi sistemica: i nodi vengono al pettine | Megachip
Top

Crisi sistemica: i nodi vengono al pettine

Remember, remember September the 11th - #Killary #ILLary, la candidata democratica - Infermierine in Libia [di Piotr]

Crisi sistemica: i nodi vengono al pettine
Preroll

Redazione Modifica articolo

14 Settembre 2016 - 21.25


ATF

di Piotr.

1. Remember, remember the 11th
of September

Paul Craig Roberts è stato il Sottosegretario al Tesoro del
presidente Reagan. Plurilaureato in economia nelle più prestigiose università
statunitensi, è un conservatore vecchio stampo, nemico giurato dei
neoconservatori” che imperversano a Washington a partire
dalla presidenza di Bill Clinton. Fu molto interessante e drammatico il suo
intervento al simposio “Global WARning”, organizzato da Pandora TV, Megachip e
Alternativa nel 2014.

Rafforzati
nel loro potere dall’amministrazione di Bush jr e imposti ad Obama durante il
suo primo mandato, i neocons sono
stati parzialmente emarginati durante il secondo con l’allontanamento di
Hillary Clinton dalla Segreteria di Stato e dalla rimozione dalla direzione
della CIA (con transito nelle patrie galere evitato con due anni di libertà
vigilata) del potente generale David Petraeus,
quello che ha detto senza vergognarsi che al-Qa’ida doveva essere il migliore alleato
di Washington in Siria.

Vale
allora la pena sottolineare a questo proposito che uno dei maggiori successi
Russi nei recenti negoziati per la tregua in Siria è stato l’aver
infilato il cessate il fuoco come un cuneo nei rapporti tra i jihadisti e gli
Usa. Adesso in base agli accordi gli statunitensi non possono protestare se
l’Esercito Arabo Siriano e i suoi alleati attaccano ogni tipo di gruppo ribelle
che violi il cessate il fuoco. Praticamente tutti, dato che tutti – a partire
dai “moderati” – hanno annunciato che non lo rispetteranno. Anzi, gli Usa
dovrebbero collaborare essi stessi ai contrattacchi. Per il momento hanno
minacciato di togliere il loro supporto ai gruppi che non aderiscono al cessate
il fuoco.  

Ed
eccoci quindi al primo punto, cioè alle Torri Gemelle, all”11/9, ad
al-Qa’ida e al loro 15° anniversario.

Dunque,
il dottor Paul Craig Roberts ex collaboratore del presidente repubblicano
Reagan non crede alla versione ufficiale, cioè quella costruita durante la
presidenza del repubblicano Bush jr
.

Ecco
uno stralcio dal suo articolo “11/9: 15 Anni di Bugie Trasparenti”, pubblicato il 10
settembre, alla vigilia del quindicesimo anniversario dei mega-attentati.

«Ci
sono molte teorie cospirazioniste sull’11/9. Una di queste è proprio la
spiegazione del governo, secondo la quale un pugno di sauditi sarebbe riuscito
a dare scacco a tutte le agenzie per la sicurezza degli Stati Uniti.

Quando
si pensa all’11/9 è importante distinguere l’opinione degli esperti dalle
spiegazioni improbabili. Tra le opinioni degli esperti ci sono quelle di 2.600
ingegneri strutturisti, di architetti di grattacieli … di fisici, di chimici
che hanno analizzato le polveri delle Torri Gemelle … e di ex funzionari
governativi … . Questi gruppi di persone qualificate dicono che la storia
ufficiale dell’11/9 è falsa …[1].
»

«Noi
sappiamo che la storia è falsa. Non conosciamo chi è il responsabile o
l’obiettivo al quale quell’evento doveva servire. Tuttavia prove circostanziate
gettano fortemente il sospetto sui neoconservatori […]. Sappiamo anche, dagli
“israeliani danzanti”, che elementi del governo di Israele avevano avuto in
anticipo notizia dell’attacco tanto che agenti israeliani erano già pronti per
filmare la distruzione delle Torri Gemelle [2].

I
position papers dei neoconservatori invocavano una “nuova Pearl Harbor”
per lanciare le guerre per l’egemonia di Washington, innanzitutto in Medio
Oriente. Questi position papers indicavano come obiettivi l’Iraq, la
Siria, l’Iran e la Libia ancor prima dell’11/9 [3].»

«Ma
nessuna di queste nazioni aveva assolutamente a che vedere con l’11/9.»

«[…]
Dal mio quarto di secolo passato a Washington so benissimo che se le cose
fossero andate come viene detto, la Casa Bianca, il Congresso e i media
avrebbero urlato per sapere come mai pochi arabi avessero potuto mettere fuori
gioco l’intera Sicurezza Nazionale degli USA – tutte le 16 agenzie di intelligence,
quelle degli alleati della Nato e di Israele, il Consiglio per la Sicurezza
Nazionale, il Controllo Aereo, la sicurezza aeroportuale, per ben quattro volte
in un’ora il medesimo giorno. Invece il governo ha rifiutato ogni inchiesta per
un anno fino a quando molte prove sono state distrutte.»

«[…]
Questo mi dice che l’11/9 è stato un Crimine di Stato Contro la Democrazia».

«L’11/9
è stato usato dal governo statunitense per lanciare guerre che hanno distrutto
in tutto o in parte sette nazioni, ucciso milioni di persone e prodotto milioni
di rifugiati. L’11/9 è anche servito a creare in America uno stato di polizia
che è di gran lunga un maggior pericolo per la democrazia e la libertà che non
il terrorismo islamista.»

A
State Crime Against Democracy,
quindi.
Cioè una “Strage di Stato” come la sinistra diceva di Piazza Fontana
negli anni Settanta. Ma ora la “sinistra”, compresa quella “radicale”, se ne è
dimenticata e con rarissime eccezioni si beve ogni inganno, ogni bugia, ogni false
flag
tramato dall’Impero (e anche dai comprimari) e propagandato dai media principali
e da molte volenterose “organizzazioni umanitarie”.

Ecco
qui di seguito un esempio di questi inganni.

2. Killary, la candidata democratica

Ho
espresso da tempo i miei dubbi sulla possibile elezione alla Casa Bianca di
Hillary Clinton. Come tutti dovrebbero sapere, le primarie sono governate dagli
apparati dei due partiti e l’elezione “popolare” finale è decisa da un
ristretto numero di Grandi Elettori e di donors, cioè di finanziatori
miliardari dei due contendenti (banche, fondazioni, speculatori, mercanti
d’armi, corporations, eccetera).

E’
il “Deep State”, uno “Stato
profondo”
formato dall’1% dei cittadini statunitensi che controlla la vita
politica del paese e la linea di condotta del presidente eletto. Se il
presidente dirazza ci sono avvertimenti, come la pallottola calibro 22 nel
polmone sinistro del presidente Reagan, che si era rivelato meno guerrafondaio
di quanto qualcuno si aspettasse e volesse, o soluzioni finali, come i due
proiettili nella testa e nella schiena di J. F. Kennedy per ragioni che oramai
si leggono nei libri di Storia.

L’ondivaga
politica estera di Barack Obama è dovuta alle continue interferenze dei neocons,
con in testa proprio la Clinton che era stata imposta come Segretario di Stato
nel primo mandato del “presidente nero”.

Io
sono infatti convinto che negli Usa si stiano confrontando due scelte
strategiche
.

Entrambe
hanno a che fare col problema di base della nostra epoca, cioè il declino
dell’egemonia globale statunitense
che si era originata con la II Guerra
Mondiale (o meglio con la sequenza di guerre mondiali che vanno dal 1914 al
1945).

Uno
dei punti nodali di questa crisi è l’insostenibilità del Dollaro come
moneta internazionale e quindi come perno della capacità illimitata di
mobilitare risorse da parte di un impero costretto, al contrario, ad
espandersi sempre di più per non perdere terreno
(come già successe a
quello britannico). Insomma, la sindrome di Alice attraverso lo specchio che
corre sempre più forte per restare ferma.

Ogni
attacco o minaccia al predominio del dollaro ha, per dirla con David Harvey, suscitato
“una reazione, anche militare, selvaggia”. E che gli Stati Uniti non
abbiano nessun pudore, nessun ritegno, nessuna remora, nessuno scrupolo per
difendere i propri interessi
, lo hanno annunciato, come ha ricordato il
regista Oliver Stone in Giappone,
con l’incenerimento di Hiroshima e Nagasaki.

E
lo hanno ribadito con una sequenza infinita di guerre, coi due milioni di morti
in Vietnam, con l’assalto alla Jugoslavia, col milione e mezzo di morti in
Iraq, con le centinaia di migliaia di morti in Libia e in Siria.

E’
una questione di potere, non economica
.
Perché l’Economia sapeva che doveva finire così. C’è un teorema di economia
politica (il “paradosso di Triffin”) che dimostrava già nel 1960 che il
predominio del Dollaro era insostenibile nel tempo [4].

Insostenibile
in termini logici. Ma il potere sopravanza la logica. E’ il potere che
sostiene, fin che può, ciò che è insostenibile in termini logici
. Se il
mondo avesse una logica condivisa non ci sarebbero guerre, pensava Leibniz. E
in qualche misura aveva ragione. Il problema è che la logica che si intravede,
quella del capitale, non è condivisa, bensì suddivisa tra
formazioni contrapposte. Ma il problema ancor peggiore è che questa
contrapposizione fa parte della logica del capitale stessa. Capitalismo,
imperialismo e conflitti formano un trinomio
.

A
fronte di questo problema, la prima linea di pensiero strategica statunitense vuole
portare il rischio di guerra mondiale fino al calor bianco sperando che
alla fine cedano, letteralmente terrorizzate e sfinite, sia la Russia
che la Cina (e le loro crescenti aree d’influenza). Questi due competitor
sono il problema degli Usa. Essi hanno nelle loro mani, economicamente,
il destino del Dollaro. Hanno valute fortemente sostenute dall’oro, di cui da
anni fanno un’incetta mai vista nella Storia e, come ha più volte ricordato
proprio Paul Craig Roberts, possono tramutare il biglietto verde in carta per
arrotolare il pesce in due mosse successive: a) vendere i propri asset
denominati in dollari, costringendo la Fed a stampare vagonate di dollari col
ciclostile per comprarseli, b) vendere sul mercato i dollari così acquisiti.

Non
lo fanno per tre motivi principali. Il primo è che a nessuno conviene un
collasso verticale degli Usa. Il secondo è che Russia e Cina sono economicamente
ancora vincolati al Dollaro. Il terzo è che le due mosse equivalgono a farsi
dichiarare guerra dagli Usa.

Ma
per evitare il collasso degli Usa occorre la loro disponibilità a
de-imperializzarsi per avere l’aiuto di tutti. Il secondo vincolo intanto decresce
(grazie anche alle sanzioni imposte dagli Usa) mentre, al contrario, cresce il
pericolo, per gli Usa, di non poter più dichiarare guerra a questi due paesi, a
meno di non volere andare incontro a una mutua distruzione assicurata. Insomma,
il tempo stringe. Quel tempo che è visto dai neocons come il peggior
nemico, basta leggere i loro reports e i loro studi.

La
prima strategia è quindi quella del “cane pazzo” o del “folle irresponsabile”,
cioè la strategia inventata da due israeliani di rango, due ministri della
difesa, Pinhas Lavon e il generale Moshe Dayan, che recitava che Israele
doveva dimostrarsi capace di ogni azione, anche insensata e insana, e di essere
capace di “furia cieca” pur di difendere i propri interessi.

La
seconda linea strategica, meno chiara di questa, sembra invece optare per una qualche
forma di adeguamento ai nuovi bilanci di potere mondiali
.

E’
una strategia meno chiara per vari motivi. In primo luogo perché non ci sono
precedenti, nella Storia, di una superpotenza che abbia deciso di condividere
il potere con altri alla pari. L’egemonia mondiale è passata da una mano all’altra
sempre tramite lunghe guerre. Quindi, per dirla banalmente, non si sa come si
fa.

In
secondo luogo una perdita di potere internazionale da parte degli Usa avrebbe notevoli
ripercussioni interne che si propagherebbero dalle oligarchie fino all’uomo della
strada, a meno di riformare decisamente e radicalmente l’economia e la società
statunitensi, in un modo che il New Deal nemmeno si sognava. Problema che si
presenterebbe con ritmi esponenziali, per via, appunto, della sindrome di
Alice che governa la mutua accumulazione di potere e di ricchezza
: se non
si corre sempre più forte nemmeno si rimane fermi, ma si torna indietro.

Ora,
la prima linea è quella decisamente sostenuta da Hillary Clinton, mentre la seconda sembrerebbe quella sostenuta da Donald Trump (in un’ottica semi
neo-isolazionista).

A
mio modo di vedere, la politica estera di Obama, una volta sbarazzatosi di
alcuni potenti elementi neocon come la Clinton e Petraeus, ha imboccato
la seconda linea, pur con mille tentennamenti dovuti ai rapporti di forza
interni ai centri di potere statunitensi. Con questo non voglio assolvere Obama
dai suoi crimini, ma voglio risalire alle loro radici per capire dove pescano e
quanto sono solide.

E
una di queste radici è l’influenza di Hillary Clinton, diretta responsabile
della guerra in Libia e Siria e fautrice di bombardamenti su Damasco.

L’intervento
russo in Siria però ha scombussolato il tavolo da gioco
. La stessa cosa la sta facendo la
Cina, ma nel modo “mandarino”, diplomatico e discreto che conosciamo. Noi
quindi possiamo solo intuire cosa significa, ad esempio, la collaborazione militare tra Cina e Siria per quanto
riguarda la “sanità” (sic!).

Ma
a Washington credo che ne abbiano piena consapevolezza.

Al
Pentagono sono ormai anche consapevoli che in una guerra non convenzionale Cina
e Russia possono, con l’inevitabile rappresaglia a un first strike,
ridurre buona parte degli Usa a poco più di un grosso posacenere. Anche
singolarmente, secondo Paul Craig Roberts. E più passa il tempo e più ciò è
vero (l’ossessione dei neocons per il tempo non è insensata dato il loro
assunto di base: mantenere a tutti i costi l’egemonia mondiale; è questo
assunto che è insensato). D’altra parte una guerra convenzionale non si può
fare. Tutti sanno che sarebbe un disastro. Lo sapeva il maresciallo Montgomery
che all’indomani della vittoria britannica nella II Guerra Mondiale, alla
Camera dei Lord ricordò alle Signorie loro “le prime due regole del manuale
di guerra. Prima regola, non marciare mai su Mosca. Seconda regola, non
marciare mai su Pechino
”.

E
lo sa oggi, ad esempio, uno spiritoso generale della Nato, di nazionalità ceca:
“Se dobbiamo attaccare la Russia è meglio farlo subito. Perché i Russi hanno
avviato un sacco di progetti e hanno un grande bisogno di prigionieri di
guerra!
”.

La
risata scomposta e inquietante di Hillary Clinton alla notizia che Gheddafi era statotrucidato, ha rivelato che questa donna non ha una personalità
equilibrata
. Altri sintomi lo confermerebbero. Ora la sua salute malferma
potrebbe essere la scusa perché le venga richiesta un’onorevole uscita di
scena
, che io credo sia auspicata da molti a fronte dei rapporti di forza
internazionali che stanno cambiando così velocemente.

In
fondo il suo ruolo di poliziotta cattiva l’ha svolto. Ora non si tratta più di
un gioco di ruolo. “Foreing Policy” ospita un articolo che titola “Il Cremlino crede veramente che Hillary voglia iniziare unaguerra con la Russia”, scritto da Clinton Ehrlich, uno ricercatore
statunitense ospite di un centro di formazione del Ministero degli Esteri
russo. E tutti sanno qual è la reazione della Russia quando si sente attaccata.
Venti milioni di morti, ma infine si
issa la bandiera rossa sul Reichstag
.

Questo
molti decisori negli Usa lo sanno benissimo e ne tengono conto. Per capire cosa
sarà il dopo-Obama, a partire dall’anno venturo, occorre stare molto attenti a cosa
succederà nei prossimi due mesi a Killary e nelle aree di crisi, Ucraina, Siria
e Libia innanzitutto.

Certo
sarà uno spettacolo vedere Obama
lasciare la carica e Assad rimanerci
nonostante gli sforzi sanguinosi del
primo. Uno spettacolo non solo simbolico, ma indice dei nuovi rapporti di forza
sul terreno internazionale.

Se
Killary subentrerà ad Obama, scommetto che sarà messa strettamente sotto
tutela. Ma sono poco convinto che si installerà alla Casa Bianca. Comunque non
ho la sfera di cristallo e dovrò stare a vedere come tutti gli altri.

Ad
ogni modo è abbastanza sconvolgente che il ruolo del poliziotto buono (si far
per dire) sia svolto da Donald Trump. Ma sono le inversioni di cui si parlava.
Hillary Clinton è sicuramente un falco, anche se Donald Trump non è
propriamente una colomba, ma comunque lo è in relazione alla sua avversaria.
Così assistiamo al poco edificante spettacolo del falco Hillary che difende l’aggressività
imperiale non con discorsi e motivazioni di destra ma di sinistra. Motivazioni
e discorsi femministi, Lgbt, democratici, libertari e persino antifascisti.

Ed
essendo il “popolo di sinistra” italiano ideologizzato, l’incanto delle
parole ha la meglio sul numero impressionante di morti
che la politica
della signora ha procurato e che vorrebbe ancora procurare. Poco importa che la
Clinton sostenga tagliagole che lapidano le donne, gettano dalle torri gli
omosessuali, massacrino chi non la pensa come loro. Lei sempre libertaria,
femminista e pro-Lgbt è.

3. Infermierine in Libia

A
proposito di incanto delle parole, ai tempi della guerra in Kosovo un mio molto
perspicace amico commentando la posizione dell’allora segretario del Partito
dei Comunisti Italiani che era rimasto nel governo D’Alema subentrato (Cossiga dixit)
a quello Prodi per condurre quella guerra, disse: «A Cossutta tutto sommato gli
bastano le parole. Se mandassimo in Kosovo 10.000 lagunari dicendogli che sono
10.000 infermiere, a lui andrebbe bene» [5].

Ora
stiamo inviando in Libia 200 parà della Folgore dicendo che devono assistere
100 medici militari. Insomma, l’idea delle infermierine è piaciuta. Per
lo meno per imbambolare la gente mentre si inizia. Dato che non possono averla
copiata al mio amico, devono averla copiata ai Cinesi.

Cosa
ci andiamo a fare in Libia?

In sostanza a dare una mano al sempre più debole sedicente governo Sarraj in una zona in cui l’entusiasmo per il primo
ministro paracadutato dall’estero è quanto meno tiepido.

Ma
dobbiamo contrapporci al governo di Tobruk, l’unico legittimo agli occhi dei
Libici, e al suo esercito guidato dal generale Haftar, troppo vittorioso, e per giunta nei porti petroliferi.
Governo ed esercito sostenuti dall’Egitto e, zitti zitti, anche dalla Francia.

Ecco
allora che certi sospetti sul caso Regeni sembrano trovare una parziale
conferma, ovvero che in quell’omicidio ci fosse lo zampino di qualche settore
dei servizi francesi in combutta con qualche pezzo fellone dei servizi
egiziani, per deteriorare i rapporti tra il nostro paese e un Egitto che si
scopriva galleggiare su mastodontiche riserve di gas naturale e aveva voce in
capitolo nella petrolifera Libia.

Sostenuta
a gran voce da sconsiderati di sinistra, da dirittumanisti e da funzionari di ben
note Ong, la tesi della colpevolezza di al-Sisi, diventato un Videla o un
Pinochet del Nord Africa, permetteva a qualcuno di fregarsi le mani di nascosto.
Con Pinochet e Videla gli avversari politici diventavano desaparecidos.
Qui invece il cadavere martoriato del nostro giovane è stato fatto comparire
in modo teatrale
il giorno stesso in cui l’Italia doveva firmare enormi
contratti con l’Egitto. Ma per il popolo di sinistra l’apparenza ideologica è
tutto e la sostanza niente. Come diceva Karl Marx della sinistra della sua
epoca, cercano la pietra filosofale mentre gli altri battono moneta reale.

E
così mentre andiamo con enormi rischi a reggere il moccolo ad al-Sarraj e a
fare le veci dei marines statunitensi
su richiesta di un Obama che si vuole disincagliare da un Medio Oriente che
ribolle come lava grazie alla Clinton, ai suoi soci e a lui stesso, qualcun
altro annusa golosamente l’odore del
greggio libico
.

Per
buona misura il presidente francese François Hollande in occasione del 15°
anniversario delle Torri Gemelle, ha dichiarato che la risposta degli Usa a
quegli attentati è stata totalmente sbagliata e ha creato grandi danni alla
Francia. La cresta gallica si è rialzata, anche se non è più quella di De
Gaulle, ma di un pollastro. Un pollastro che tuttavia rischia il regolare
“attentato islamista” di rappresaglia. E Dio solo sa quanto vorrei sbagliarmi
questa volta. Ma è lo stesso governo francese che – contribuendo, au passage,
al dilagare di idee razziste, intolleranti e xenofobe – sta preparando la
propria opinione pubblica a un nuovo attentato. Sa cose che noi ci immaginiamo
ma non sappiamo.

D’altra
parte la Brexit sta lasciando il
segno e non si può far finta di nulla. Nel Regno Unito non c’è stata nessuna
delle catastrofi preannunciate e/o minacciate, ma stanno andando benone verso i
loro obiettivi, il primo dei quali si chiama Yuan, e sta in Oriente, non in Occidente.

Da
noi invece si licenzia alla grande grazie al Jobs Act e l’economia
rimane ferma al palo. Si fanno le prove, o meglio i provini, di Euromediterraneo
a casa di Tsipras e il governo tedesco si irrita fino a insultare in malo modo
e pubblicamente i partecipanti. Ma persino i Tedeschi iniziano a scocciarsi
dell’Europa, con tutto che la Germania ci guadagna (ma per ora) miliardi e
miliardi in esportazioni.

C’è
un’aria da si-salvi-chi-può generale
.
Ognuno capisce che i nodi stanno venendo al pettine, primi tra tutti quelli
finanziari che segnaleranno che qualcosa di storico nel potere occidentale si
sta spezzando irrimediabilmente. E c’è allora chi tenta di salvarsi in modo
strutturato, sfruttando la propria storia, come Londra, e chi lo fa annaspando
come un naufrago che non sa nuotare, attaccandosi a ogni cosa che galleggia o
che sembra galleggiare.

Eccoci
qua!

NOTE


[1] Gli scienziati e
tecnici citati da Roberts hanno scritto articoli che contestano la versione
ufficiale e che sono stati ospitati su prestigiose riviste di settore come il Challenge
Journal of Structural Mechanics
, l’Europhysics News, cioè la rivista
della comunità dei fisici europei, e l’Open Chemical Physics Journal.

[2] Qui Roberts si
riferisce alle testimonianze che descrivono un gruppo di cittadini israeliani
che “esultano per la gioia” quando vedono bruciare la Torre Nord. Si conoscono
i loro nomi perché furono fermati dalla polizia. Notizia ripresa anche dal New
York Times
, da Fox News a dall’Associated Press che a quel tempo però omisero
la nazionalità dei fermati.

[3] Quindi, va aggiunto,
molto prima ovviamente delle cosiddette “primavere arabe”, come conferma anche una
famosa intervista televisiva del generale di stato maggiore Wesley Clark,
smentendo così tutte le sedicenti motivazioni degli “umanitaristi”, del
“manifesto”, della Rossanda, della “sinistra radicale”, delle anime belle e
delle Ong collaborazioniste o finanziate da Washington, quando non addirittura
dirette, come Amnesty USA ai tempi della molto controversa direzione di Suzanne
Nossel, ex assistente della Clinton al Dipartimento di Stato. Grazie a lei
Amnesty superò se stessa con una campagna in cui chiedeva ai Marines di
rimanere in Afghanistan. Una campagna che suscitò feroci proteste negli Stati
Uniti. L’imperialismo di sinistra è un tratto notevole della nostra epoca,
anche se non del tutto inedito nella Storia.

[4] Il teorema si
applica ad ogni moneta nazionale che venga usata come moneta di riserva
internazionale.

[5] Uscito di scena
Cossutta, il PCdI è diventato una dignitosa forza antimperialista.



[GotoHome_Torna alla Home Page]

DONAZIONE

Native

Articoli correlati