ATF
di Paul Krugman
Secondo
molti economisti, compresa la presidente della Federal Reserve
statunitense Janet Yellen, i guai dell’economia globale dal 2008 in poi
sono dovuti soprattutto al deleveraging o riduzione della leva
finanziaria (ovvero il tentativo simultaneo di ridurre il livello
d’indebitamento in tutto il mondo). Perché la riduzione della leva
finanziaria è un problema? Perché la spesa di Tizio è il reddito di Caio
e la spesa di Caio è il reddito di Tizio: perciò, se tutti tagliano la spesa nello stesso momento, il reddito cala in tutto il mondo.
Come ha detto Yellen nel 2009, “quelle che per i privati e le imprese
sono giuste precauzioni – e anzi, sono essenziali per riportare
l’economia alla normalità – purtroppo aggravano le difficoltÃ
dell’economia in generaleâ€. Quanti progressi abbiamo fatto nel riportare
l’economia alla “normalità � Nessuno.
molti economisti, compresa la presidente della Federal Reserve
statunitense Janet Yellen, i guai dell’economia globale dal 2008 in poi
sono dovuti soprattutto al deleveraging o riduzione della leva
finanziaria (ovvero il tentativo simultaneo di ridurre il livello
d’indebitamento in tutto il mondo). Perché la riduzione della leva
finanziaria è un problema? Perché la spesa di Tizio è il reddito di Caio
e la spesa di Caio è il reddito di Tizio: perciò, se tutti tagliano la spesa nello stesso momento, il reddito cala in tutto il mondo.
Come ha detto Yellen nel 2009, “quelle che per i privati e le imprese
sono giuste precauzioni – e anzi, sono essenziali per riportare
l’economia alla normalità – purtroppo aggravano le difficoltÃ
dell’economia in generaleâ€. Quanti progressi abbiamo fatto nel riportare
l’economia alla “normalità � Nessuno.
Le autorità politiche e finanziarie hanno agito partendo da una lettura sbagliata del debito,
e i loro tentativi di ridimensionare il problema in realtà lo hanno
aggravato. Innanzitutto, i fatti: da un recente rapporto del McKinsey
global institute intitolato “Debito e (non molto) deleveraging†emerge
che il rapporto tra debito complessivo e pil non si è ridotto in nessun
paese del mondo. Il debito privato è calato in alcuni paesi,
specialmente negli Stati Uniti, ma è cresciuto in altri, e dove c’è
stata una significativa riduzione dell’indebitamento delle aziende e dei
cittadini il debito pubblico è cresciuto più di quanto è diminuito
quello privato.
e i loro tentativi di ridimensionare il problema in realtà lo hanno
aggravato. Innanzitutto, i fatti: da un recente rapporto del McKinsey
global institute intitolato “Debito e (non molto) deleveraging†emerge
che il rapporto tra debito complessivo e pil non si è ridotto in nessun
paese del mondo. Il debito privato è calato in alcuni paesi,
specialmente negli Stati Uniti, ma è cresciuto in altri, e dove c’è
stata una significativa riduzione dell’indebitamento delle aziende e dei
cittadini il debito pubblico è cresciuto più di quanto è diminuito
quello privato.
Qualcuno
penserà che se non siamo riusciti a ridurre il rapporto tra debito e
pil è perché non ci abbiamo provato: famiglie e governi non si sono
impegnati abbastanza a stringere la cinghia, perciò ci vuole più
austerità . La realtà , però, è che non abbiamo mai avuto tanta austerità .
Come ha osservato il Fondo monetario internazionale, la spesa pubblica
reale al netto degli interessi è scesa in tutti i paesi ricchi: ci sono
stati pesanti tagli nei paesi indebitati dell’Europa meridionale, ma ci
sono stati tagli anche in paesi come la Germania e gli Stati Uniti, che
pure sono in grado di finanziarsi a tassi d’interesse vicini ai minimi
storici.
penserà che se non siamo riusciti a ridurre il rapporto tra debito e
pil è perché non ci abbiamo provato: famiglie e governi non si sono
impegnati abbastanza a stringere la cinghia, perciò ci vuole più
austerità . La realtà , però, è che non abbiamo mai avuto tanta austerità .
Come ha osservato il Fondo monetario internazionale, la spesa pubblica
reale al netto degli interessi è scesa in tutti i paesi ricchi: ci sono
stati pesanti tagli nei paesi indebitati dell’Europa meridionale, ma ci
sono stati tagli anche in paesi come la Germania e gli Stati Uniti, che
pure sono in grado di finanziarsi a tassi d’interesse vicini ai minimi
storici.
Tutta questa austerità ha peggiorato le cose.
Era prevedibile, perché l’invito a risparmiare si è fondato su un
fraintendimento del ruolo del debito nell’economia. L’equivoco è
evidente ogni volta che qualcuno si scaglia contro il deficit con slogan
come “Smettiamo di rubare ai nostri figliâ€. Apparentemente
suona bene: le famiglie che s’indebitano s’impoveriscono, perciò vale lo
stesso per il debito pubblico, giusto? Niente affatto. Una famiglia
indebitata deve dei soldi a qualcun altro, mentre l’economia deve dei
soldi a se stessa. È vero che i paesi possono indebitarsi con altri
paesi, ma dal 2008 l’indebitamento degli Stati Uniti con l’estero è
diminuito, mentre l’Europa è in credito netto con il resto del mondo.
Siccome sono soldi che dobbiamo a noi stessi, il debito non rende
direttamente l’economia più povera, e rimborsarlo non ci rende più
ricchi.
Era prevedibile, perché l’invito a risparmiare si è fondato su un
fraintendimento del ruolo del debito nell’economia. L’equivoco è
evidente ogni volta che qualcuno si scaglia contro il deficit con slogan
come “Smettiamo di rubare ai nostri figliâ€. Apparentemente
suona bene: le famiglie che s’indebitano s’impoveriscono, perciò vale lo
stesso per il debito pubblico, giusto? Niente affatto. Una famiglia
indebitata deve dei soldi a qualcun altro, mentre l’economia deve dei
soldi a se stessa. È vero che i paesi possono indebitarsi con altri
paesi, ma dal 2008 l’indebitamento degli Stati Uniti con l’estero è
diminuito, mentre l’Europa è in credito netto con il resto del mondo.
Siccome sono soldi che dobbiamo a noi stessi, il debito non rende
direttamente l’economia più povera, e rimborsarlo non ci rende più
ricchi.
Il
debito può rappresentare una minaccia alla stabilità finanziaria, ma la
situazione non migliora se per ridurlo si spinge l’economia verso la
deflazione e la depressione. Il che ci riporta agli eventi delle ultime
settimane, perché c’è un collegamento diretto tra l’incapacità di
ridurre l’indebitamento e la crisi politica che sta emergendo in Europa.
I leader europei sono convinti che la crisi economica sia stata
provocata da un eccesso di spesa da parte di paesi che hanno vissuto al
di sopra delle proprie possibilità . La strada giusta, secondo la
cancelliera tedesca Angela Merkel, è il ritorno alla sobrietà . L’Europa,
ha detto, dev’essere parsimoniosa come la proverbiale casalinga sveva.
debito può rappresentare una minaccia alla stabilità finanziaria, ma la
situazione non migliora se per ridurlo si spinge l’economia verso la
deflazione e la depressione. Il che ci riporta agli eventi delle ultime
settimane, perché c’è un collegamento diretto tra l’incapacità di
ridurre l’indebitamento e la crisi politica che sta emergendo in Europa.
I leader europei sono convinti che la crisi economica sia stata
provocata da un eccesso di spesa da parte di paesi che hanno vissuto al
di sopra delle proprie possibilità . La strada giusta, secondo la
cancelliera tedesca Angela Merkel, è il ritorno alla sobrietà . L’Europa,
ha detto, dev’essere parsimoniosa come la proverbiale casalinga sveva.
Questo ha provocato una catastrofe al rallentatore.
I debitori europei dovevano sì stringere la cinghia, ma l’austerità che
sono stati costretti ad adottare è stata incredibilmente brutale. Nel
frattempo, la Germania e altre grandi economie – che dovevano spendere
di più per compensare la contrazione nella periferia – hanno cercato a
loro volta di spendere meno. Così si è creata una situazione in cui
ridurre il rapporto tra debito e pil è diventato impossibile: la
crescita reale ha rallentato bruscamente, l’inflazione è scesa quasi a
zero e nei paesi più colpiti è arrivata addirittura la delazione. I
poveri elettori hanno sopportato questo disastro per un tempo
sorprendentemente lungo, credendo alla promessa che presto i loro
sacrifici sarebbero stati ripagati. Ma dato che le difficoltÃ
continuavano ad aumentare senza produrre risultati, la radicalizzazione è
stata inevitabile.
I debitori europei dovevano sì stringere la cinghia, ma l’austerità che
sono stati costretti ad adottare è stata incredibilmente brutale. Nel
frattempo, la Germania e altre grandi economie – che dovevano spendere
di più per compensare la contrazione nella periferia – hanno cercato a
loro volta di spendere meno. Così si è creata una situazione in cui
ridurre il rapporto tra debito e pil è diventato impossibile: la
crescita reale ha rallentato bruscamente, l’inflazione è scesa quasi a
zero e nei paesi più colpiti è arrivata addirittura la delazione. I
poveri elettori hanno sopportato questo disastro per un tempo
sorprendentemente lungo, credendo alla promessa che presto i loro
sacrifici sarebbero stati ripagati. Ma dato che le difficoltÃ
continuavano ad aumentare senza produrre risultati, la radicalizzazione è
stata inevitabile.
Chiunque
si sorprenda della vittoria della sinistra in Grecia o dell’avanzata
delle forze anti-establishment in Spagna non è stato abbastanza attento.
Nessuno sa cosa succederà ora, anche se i bookmaker considerano sempre
più probabile l’uscita della Grecia dall’euro. Forse i danni si
fermeranno qui, ma io non credo: l’uscita della Grecia minaccerebbe
l’intero progetto della moneta unica. E se l’euro fallirà , sulla sua lapide bisognerà scrivere: “Morto per un’analogia sbagliataâ€.
si sorprenda della vittoria della sinistra in Grecia o dell’avanzata
delle forze anti-establishment in Spagna non è stato abbastanza attento.
Nessuno sa cosa succederà ora, anche se i bookmaker considerano sempre
più probabile l’uscita della Grecia dall’euro. Forse i danni si
fermeranno qui, ma io non credo: l’uscita della Grecia minaccerebbe
l’intero progetto della moneta unica. E se l’euro fallirà , sulla sua lapide bisognerà scrivere: “Morto per un’analogia sbagliataâ€.
Fonte: Internazionale #1089 del 13 febbraio 2015.
Tratto da: http://fondazionepintor.net/economia/krugman/equivoco.
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