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riesploso il dibattito sull’origine dell’abnorme debito pubblico
italiano. Secondo molti questo è imputabile al cosiddetto divorzio tra
Tesoro e Banca d’Italia che ha fatto schizzare i tassi d’interesse sui
titoli di stato italiano facendo esplodere, in valore assoluto, le
dimensioni del nostro debito.
complesse. La verità è che il dibattito che portò alla separazione tra
Banca d’Italia e Ministero del Tesoro è indipendente rispetto alle
ragioni economiche, finanziarie e monetarie che portarono ad un aumento
del debito pubblico italiano dovuto all’esplosione dei tassi d’interesse
sui titoli del medesimo. Le traiettorie dei due avvenimenti sono
secondo zeroconsensus del tutto indipendenti, ma per una bizzarria della
storia ad un certo tempo le linee delle due traiettorie si incrociano
creando un incredibile effetto ottico. Proviamo a spiegarci.
anni ”80, dal punto di vista economico, furono per il mondo occidentale
flagellate dalla staginflazione, ovvero un particolare ambiente
economico nel quale una forte inflazione conviveva con una crescita
economica asfittica. Il problema fu risolto da una manovra – nota come Volcker shock –
dall’allora presidente della Federal Reserve Paul Volcker con un
aumento molto marcato dei tassi d’interesse che sì, fecero esplodere la
disoccupazione USA al 10% ma che domarono l’inflazione riportando gli
USA su un sentiero di crescita tale da riassorbire la disoccupazione
creata dallo shock iniziale.
USA, costrinse coloro che in Italia amministravano la politica fiscale e
monetaria di fronte ad un bivio: mantenere i tassi bassi accettando una
svalutazione della Lira molto marcata che avrebbe importato inflazione
(mai dimenticare che l’Italia è importatore di petrolio che notoriamente
si paga in dollari) oppure aumentare i tassi d’interesse seguendo la
scia di quanto si decise in USA. A torto o a ragione il Governatore
della Banca d’Italia e il Governo Italiano si mossero sulla via
tracciata da Volcker. Non importammo inflazione a due cifre ma ciò causò
l’aumento del debito pubblico. Fu una scelta discutibile ma
assolutamente legittima e assolutamente trasparente a modo di vedere di
chi scrive.