50 sfumature di Nano | Megachip
Top

50 sfumature di Nano

Nel verminaio scoperchiato dalle intercettazioni dell’ennesimo scandalo TAV, c’è una frase che racchiude in sé 20 anni di politica italiana. [M. Travaglio]

50 sfumature di Nano
Preroll

Redazione Modifica articolo

26 Settembre 2013 - 10.59


ATF

di Marco Travaglio.

Nel
verminaio scoperchiato dalle intercettazioni dell’ennesimo scandalo Tav, quello
di Firenze, c’è una frase che racchiude in sé gli ultimi 20 anni di politica
italiana. La pronuncia Maria Rita
Lorenzetti
, ex governatrice pd della Regione Umbria, laureata in filosofia
e dunque presidente di Italferr
(la società di ingegneria delle Fs), quando uno dei suoi uomini l’avverte che
lo scandalo è stato denunciato alla Procura.

Testuale:
«Oh ma ti rendi conto, cazzo! Che siamo
diventati… ma io… guarda, ma veramente ci fanno diventare berlusconiani, e
così!»
. Ora che è agli arresti per associazione per delinquere, corruzione
e traffico illegale di rifiuti, la zarina rossa potrà meglio riflettere su
quella voce dal sen fuggita. E magari giungere alla conclusione che il rischio
da lei paventato – «diventare tutti berlusconiani» – è già realtà. Non solo per lei che, a sentirla parlare, è impossibile
distinguerla da un Verdini o da un Formigoni. Ma per tutto il politburo del Pd.

Non
c’è più né destra né sinistra. Al massimo esistono varie sfumature di berlusconismo:
dalle più light alle più strong , dalle più soft alle più hard
. Ma tutte accomunate dall’arroccamento castal-partitocratico (il “primato
della politica”), dall’allergia per i poteri di controllo indipendenti (i pochi
magistrati non allineati e le rare sacche di libera stampa) e da una sorda ma
rocciosa ostilità alla Costituzione.

Fuori
dal recinto berlusconiano non c’è agibilità politica, culturale,
giornalistica
.

Lo
dimostra l’isolamento siderale dei
5Stelle
, i soli in Parlamento a parlare un linguaggio totalmente estraneo al modello-base e da tutti guardati
come marziani.

Perciò
le larghe intese sono una ferita sanguinante per gli elettori del
Pd
, mentre per gli eletti sono nient’altro che un’abitudine.

Solo
così spiega la nonchalance con cui il Pd s’è consegnato nelle mani di un
noto condannato, prima facendogli scegliere il nuovo (si fa per dire)
presidente della Repubblica, poi portandoselo al governo, infine pregandolo di
restarvi anche dopo la condanna definitiva (con ridicoli inviti a “fare un
passo indietro”).

Lo
sapevano e lo sanno tutti che B. sta al governo e in Senato solo per farsi gli
affari propri e non finire in galera.

Ma
tutti hanno finto che fosse lì per spirito di servizio, per empito riformatore,
per il bene del Paese. E ora fingono di meravigliarsi se, approssimandosi la
data della decadenza dal Senato (ma soprattutto dall’immunità), fa un fischio e
tutti i suoi parlamentari e ministri del Pdl scattano come un sol uomo per
consegnargli le dimissioni in bianco.

Non
è l’ultimo atto: è solo l’ennesima estorsione di un interminabile racket – la trattativa Stato-Mediaset – per
minacciare il Pd e soprattutto il Quirinale in vista dell’agognato salvacondotto.

Mossa
per nulla imprevista, anzi più volte annunciata. Ma accolta ancora una volta
come un fulmine a ciel sereno da chi seguita a fingere di non sapere con chi ha
a che fare.

In
un paese perlomeno decente, gli artefici e i trombettieri delle “larghe
intese”, quelli che ancora l’altroieri blateravano della “lezione tedesca” come
se la Merkel fosse la gemella di Berlusconi e l’Spd un Pd con la S,
scaverebbero un buco e vi sprofonderebbero dentro, chiudendo il tombino.

Ma
non accadrà: si attendono nuovi appelli a B. perché ritrovi il suo proverbiale
senso di responsabilità e al Pd perché si metta una mano sulla coscienza e una
sul portafogli, salvandolo come ha sempre fatto.

Seguiranno
nuovi moniti di Napolitano, cioè del
primo responsabile di questo sconcio.

Ieri
assisteva silente su un trono dorato, circondato da noti pregiudicati, ai
deliri di Stefania Craxi contro i
giudici “comunisti” che perseguitarono il padre Bettino, anzi il “Mitterrand
italiano”.

Un’altra
scena che riassume a perfezione l’abisso in cui siamo precipitati: il presunto
garante della Costituzione e presidente del Csm che non dice una parola, né
pensa di alzarsi e andarsene, dinanzi a un’esagitata che beatifica un corrotto
latitante e dà in escandescenze contro il potere giudiziario. Sono già tutti berlusconiani, a loro
insaputa
.

Fonte:  Il Fatto
Quotidiano
del 25/09/2013.

[GotoHome_Torna alla Home Page]
Native

Articoli correlati