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Figli di Troika

Intervista di Piero Ricca al prof. Bruno Amoroso, economista. La Troika è di nuovo al lavoro e prepara il sacco dei risparmi.

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26 Ottobre 2013 - 23.58


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Intervista di Piero Ricca a Bruno Amoroso.

Il FMI ha smentito di aver proposto il prelievo forzoso sui conti correnti
dei cittadini europei, ammettemdo semplici “discussioni ed esperienze
su ipotesi di prelievo sui capitali una tantum”, come metodo per
aggredire il debito. Ma la smentita non convince il prof. Bruno
Amoroso, economista, prof. emerito all”Università di Roskilde, in
Danimarca. “La Troika è di nuovo al lavoro”, sostiene. “La BCE e la
Commissione stanno preparando il sacco dei risparmi, mentre il FMI fa lo
stesso in parallelo specializzandosi su come far pagare ai cittadini il
”debito estero” degli Stati”.
Piero Ricca

Piero Ricca: Professore, nei giorni scorsi ha fatto
discutere l”ipotesi, contenuta in un report del Fmi, di un prelievo una
tantum sui conti correnti a livello europeo. Le sembra credibile? E in
quale contesto questa ipotesi si colloca?

Bruno Amoroso: L”ipotesi del FMI è parte della seconda fase
della strategia di esproprio dei risparmi dei cittadini, avviata durante
gli anni ’80 e ’90 e che ha avuto una sua prima prova di successo negli
Stati Uniti e nell’Unione Europea con la rapina finanziaria del
2008-2010. Una rapina che ha portato un bottino nelle
mani di pochi gruppi pari al 37 % del PIL europeo; cioè aiuti di Stato
tra ottobre 2008 e ottobre 2011 a favore degli enti finanziari pari a
4.500 miliardi di euro, a cui si aggiungono 6.500 miliardi di euro, il
che ha fatto ovviamente scoppiare il ”debito sovrano” di molti paesi dell’UE, stimato tra i 45 mila e i 65 mila miliardi di euro. Di questa rapina, definita da James K. Galbraith “il più grande crimine finanziario della storia del capitalismo”
si conoscono gli autori e gli attori. Basta leggere il testo
dell’indagine condotta negli Stati Uniti dalla Financial Crisis Inquiry
Commission (Financial Crisis Inquiry report, 2011) che ne illustra i
meccanismi e le collusioni politiche. Il Rapporto spiega che tutte le leggi introdotte per legalizzare questa rapina sono in vigore e i responsabili sono ai loro posti e si accingono al secondo girone.

PR: Cioé?

BA: La fase attuale ha avuto inizio a fine 2012 con il
rastrellamento dei pochi risparmi ancora in giro mediante l’imposizione
del conto in banca anche ai pensionati con 1000 euro al mese; seguito
dalla legge che impone il trasferimento delle informazioni su tutti i
conto correnti all”Agenzia delle entrate e dalla Direttiva Barnier in
corso di approvazione al Parlamento europeo, che introduce a livello
europeo la norma sperimentata a Cipro
– e cioè che in caso di fallimento bancario sono i risparmiatori a
pagare e non più i governi o la BCE. Si prepara a fine anno il
fallimento delle maggiori banche europee e quindi il prelievo sui conti
dei risparmiatori. Su quello che accadrà poi si è espresso con chiarezza
il ministro Saccomanni che ha di nuovo aperto alle “cartolarizzazioni” e ha dichiarato finita l’era delle banche per dare il benvenuto al “sistema finanziario ombra”.

Insomma, la Troika è di nuovo al lavoro. La BCE e la Commissione stanno
preparando il sacco dei risparmi, mentre il FMI fa lo stesso in
parallelo specializzandosi su come far pagare ai cittadini il “debito estero” degli Stati.

PR: Come giudica in sintesi la politica economica del governo Letta, vede segni di discontinuità rispetto al governo Monti?

BA: Il governo Letta è consapevole di tutto questo.
Per questo è stato il governo dei rinvii, in attesa che lo scoppio
della crisi e il fallimento degli Stati dell’Europa del sud annulli
tutti gli impegni verso i cittadini, inesigibili dentro i parametri
europei. La legge finanziaria presentata si muove dentro questa stessa
logica per rassicurare i risparmiatori prima del collasso. Più che
un’aspirina per combattere il cancro è un sonnifero, ammesso che
funzioni.

PR: Proprio Enrico Letta ribadisce l”assoluta necessità della “stabilità
e vede il rischio della crescita del “populismo antieuropeo” alle
prossime elezioni europee; dal canto suo Mario Draghi ritiene che l”euro
è “irreversibile” e ha recentemente sottolineato i progressi nei bilanci dei paesi membri. Lei cosa risponde?

BA: Entrambi parlano come persone informate dei fatti, che
sono cioè consapevoli dei rischi di quello che stanno facendo. Per
Letta, e simili, le riforme devono creare un “presidente” forte per reprimere l’inevitabile reazione popolare che verrà a seguito di ciò che stanno preparando. Draghi continua a fare alla BCE quello che ha fatto in Italia
al tempo delle privatizzazioni bancarie che sono divenute il veicolo
delle speculazioni successive della Goldman Sachs e Co. Ha coperto la
crisi del 2008 come Governatore della Banca d’Italia scaricandone i
costi sui risparmiatori e i cittadini. Oggi ripete l’esercizio alla BCE.
L’uomo giusto al posto giusto. E pochi ricordano che nella sua tesi di
laurea svolta con Federico Caffè affermò, ben prima del disastro, che l’euro non si doveva e non si poteva fare.

PR: Il debito pubblico italiano è una zavorra che ha
ampiamente superato i duemila miliardi di euro, mentre la crisi
economica sta riducendo in povertà milioni di persone. Vede alternative
all”austerità?

BA: I debiti nascono perché qualcuno li chiede – per bisogno
o magari inavvertitamente – e qualcuno li concede – per amore degli
altri come si fa in famiglia o sperando di trarre vantaggio dalle
disgrazie altrui. Quando il meccanismo si inceppa, come nel nostro caso,
si rinegozia il tutto e entrambe le parti si accollano la loro parte di
responsabilità. Continuare sull’austerità, come si sta facendo, porta ai disastri politici e sociali che conosciamo dalla storia. Cioè a quello a cui stiamo assistendo in questi giorni sulle nostre strade.

PR: Anche nel suo ultimo saggio – “Figli di Troika. Gli artefici della crisi economica
(Castelvecchi) – lei sottopone a severa critica un potere decisionale
fuori controllo, nelle mani degli “incappucciati della finanza”: chi
sono, perché sono diventati così potenti?

BA: Come sottolineo nel mio saggio gli “incappucciati”
individuati da Federico Caffè negli anni ’80 oggi si sono tolti il
cappuccio e gestiscono in prima persona anche Il potere politico in
tutti I paesi europei. Il governo politico italiano ha nei posti di
maggiore responsabilità individui che sono espressione diretta di quegli
ambienti. Coloro che sino a qualche anno fa erano i controllori “incappucciati”
della politica ora ne sono diretti rappresentanti. Una bella riforma
costituzionale di fatto già attuata, mentre si fanno campagne per
difendere qualcosa che ormai non c’è più. Si tratta semmai di
ri-affermare la Costituzione, ma questa non nacque in seguito a qualche
corteo o alle elezioni ma a una guerra, anche civile. Se c’è un modo
pacifico di farlo va scoperto rapidamente.

PR: E” ancora possibile salvare il progetto di integrazione europea?

BA: Temo che sia troppo tardi per ricucire un rapporto di
fiducia tra i cittadini europei e le istituzioni. Tuttavia, per quanti
ancora credono che ciò sia possibile, è necessario spazzare via la Triade,
dare potere al Parlamento europeo in modo che esprima un governo
politico europeo nei limiti delle competenze previste. Per quanto
riguarda i paesi dell’Europa del sud, devastati dalla crisi e dalla BCE,
si tratta di rinegoziare per intero il funzionamento dell’Eurozona
consentendo dentro questa due aree monetarie con margini di maggiore
flessibilità e con un meccanismo di solidarietà tra nord e sud. Lo
scoglio è rappresentato dalla Germania, quello scoglio che ha affondato
oggi l’Euro. O la Germania contribuisce a risollevare la nave oppure è
meglio abbandonarla prima che sia troppo tardi. Ma temo che sia già
troppo tardi, e i primi ad abbandonarla saranno proprio i tedeschi.

Fonte: http://www.beppegrillo.it/2013/10/figli_di_troika.html.

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