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Matteo Biffoni: il sindaco renziano di Prato amico del Grande Oriente d’Italia. [Stefania Elena Carnemolla]

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13 Settembre 2015 - 21.50


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di Stefania Elena Carnemolla

Settembre, mese di fichi. E di abboccamenti Pd con i massoni del Grande Oriente d’Italia. Chiedere a Matteo Biffoni – avvocato pratese, consigliere comunale dal 2004 al 2013, deputato Pd dal 5 marzo 2013 al 9 luglio 2014, quindi sindaco di Prato dal 26 maggio 2014 – amico di Matteo il fiorentino, che oggi siede a Palazzo Chigi, e di Maria Elena Boschi, ministro per i Rapporti con il Parlamento e per le Riforme Costituzionali, originaria di Montevarchi, in provincia di Arezzo.

Esulta, il Grande Oriente d’Italia, con il suo Gran Maestro, il senese Stefano Bisi, perché Matteo il pratese ha detto sì. La Toscana riunita: Firenze, Arezzo, Prato, Siena. Fiorentini, aretini, pratesi smazzano il potere, i senesi fanno da calamita, tentando di attirarli a sé, riuscendoci.

Roma, 19 settembre, sarà il giorno in cui Matteo il pratese, invitato dai massoni, entrerà a Villa Il Vascello, sul Gianicolo, sede del Grande Oriente d’Italia. L’annuncio, ufficiale, del Grande Oriente d’Italia con nota del 17 agosto scorso: “Il sindaco di Prato Matteo Biffoni parteciperà a Roma alle celebrazioni del XX Settembre in programma a Villa Il Vascello”. “Il sindaco inaugura l’anno massonico”, così, l’11 agosto, Paolo Nencioni, giornalista del quotidiano toscano Il Tirreno, ricordando – in particolare dopo la visita del 9 giugno del primo cittadino al “Tempio di via Padre Pio da Petrelcina, sede della loggia Meoni e Mazzoni, la più grande di Prato” – i “sempre più cordiali rapporti tra il sindaco di Prato Matteo Biffoni e il Grande Oriente d’Italia, la più numerosa obbedienza massonica del paese con circa 22.000 membri, alcuni dei quali vivono e lavorano a Prato”.

Biffoni, il bocconcino da servire sul vassoio massonico e assaporare pian piano, con, mormorano in Toscana, il beneplacito del Pd e nel “totale silenzio della corrente più a sinistra del Pd pratese e della locale sezione di Sel che al contrario di ciò che succede a livello nazionale, qui resta zitta, muta e correa”.

Una “cosa impensabile fino a non molti anni fa”, così, ancora, Nencioni “quando non pochi tra gli antenati politici di Biffoni vedevano la Massoneria come fumo negli occhi e quasi certamente avrebbero declinato l’invito. Un segno dei tempi, dunque, sia per il Partito democratico che per gli stessi liberi muratori, che sembrano puntare sempre di più, almeno a Prato, sulla strategia della trasparenza”.

Per l’invito a Biffoni, così Il Tirreno “si è scomodato il Gran Maestro Stefano Bisi in persona, grazie ai buoni uffici di Francesco Borgognoni, presidente del Consiglio circoscrizionale dei grandi maestri della Toscana, che era stato fra i registi dell’incontro di giugno insieme a Massimo Taiti, maestro venerabile della Meoni e Mazzoni”.

Che a Roma Biffoni parlerà della “sua esperienza in una città con oltre cento etnie” è solo un paravento. È, infatti, “evidente”, così, ancora, Il Tirreno, che “in questo caso la forma è sostanza” e che “quel che conta è la presenza del sindaco all’apertura dell’anno massonico, più dell’analisi che Biffoni vorrà fare sui problemi dell’integrazione”.

Biffoni, il renziano. Il 23 maggio 2014, con la campagna elettorale per il sindaco di Prato agli sgoccioli, per lui si scomodò l’amico fiorentino Matteo, ora primo ministro: “La giornata di ieri ha chiuso la campagna elettorale per Biffoni sindaco con la visita del Presidente del Consiglio Matteo Renzi”, così, una nota del 24 maggio del Pd pratese, con i due Matteo ritratti l’uno accanto all’altro sul palco.

Matteo il fiorentino e Matteo il pratese, nel 2012, durante le primarie di Italia. Bene Comune, il secondo, tra i fondatori del Pd pratese, nonché membro dell’Assemblea e della Direzione provinciale, sostenne il primo.

Nel 2012, conquistato con le primarie un “seggio sicuro” nella lista del Pd alla Camera dei Deputati, vinte le Politiche del 2013, Matteo il pratese andò a Roma.

Da deputato, nel 2014 il Pd renziano lo candidò a sindaco di Prato. Il 12 aprile Matteo il fiorentino aprì, a Torino, la campagna elettorale per le amministrative, chiamando a sé Matteo il pratese e Sergio Chiamparino. “Un momento importante” così una nota del Pd pratese dell’11 aprile di quell’anno “segno che Prato tornerà ad essere una grande città”. Né era “un caso” che Matteo Renzi avesse voluto “accanto a sé, in questo momento importante per il Pd, Matteo Biffoni, candidato sindaco di Prato”.

Ardita, la nota: “Per seguire questo importante evento, che si svolge in una città simbolo come Torino, esempio lampante di come un sindaco possa trasformare e cambiare in meglio il proprio territorio, se ha forza politica, coraggio e competenze, il Pd sta organizzando un pulman (sic) che partirà sabato mattina alle ore 5.30, dal piazzale Falcone e Borsellino, al prezzo di 10 euro”. Compagni, si parte.

Cristallino, Biffoni: “L’attenzione su Prato è di tutto il Governo, premier in testa: nei nostri scambi continui di informazioni e richieste per la città ho sempre preteso e ottenuto che Prato abbia la considerazione che si merita. Se in questi ultimi anni Prato è stata considerata una sorta di cenerentola la colpa è di chi non ha saputo far sentire la propria voce o di chi non è stato capace di avere peso politico a livello nazionale, nonostante abbia iniziato il proprio mandato con un governo amico”.

Il 3 maggio, a Prato, per sostenere Matteo, arrivò lei, Maria Elena Boschi, ministro per i Rapporti con il Parlamento e per le Riforme Costituzionali del governo Renzi: “Il governo avrà un occhio di riguardo, ma Biffoni è l’uomo giusto per risollevare anche da solo le sorti della città”.

Intrisa di piaggeria una cronaca cittadina dell’epoca: “Sorriso sincero, sguardo puro e cristallino. Ci ha messo davvero poco il ministro Maria Elena Boschi a conquistare i pratesi con la sua bellezza e con una buona dose di simpatia, mentre lanciava la volata al candidato sindaco del centrosinistra Matteo Biffoni. Un amico, prima ancora che un compagno di partito, fin dai primi tempi in cui entrambi seguivano pieni di speranza l’allora rottamatore Matteo Renzi. Non a caso il ministro alle riforme ha subito accettato l’invito di Biffoni a visitare la città laniera: conosco Matteo da diversi anni, abbiamo condiviso un percorso politico per cercare di cambiare il paese, anche se lui è rimasto sempre molto attaccato alla sua terra e lo ha dimostrato scegliendo di abbandonare Roma”.

Con Maria Elena Boschi, Dario Parrini, segretario regionale del Pd, Nicola Danti, consigliere regionale del Pd, allora candidato alle Europee, quindi Francesco Bonifazi, parlamentare alla Camera dei Deputati e tesoriere nazionale del Pd.

Conquistata Prato, a bussare alla porta del sindaco renziano sono arrivati i massoni, che il 19 settembre nella grande villa sul Gianicolo accoglieranno a braccia aperte Matteo da Prato, il sindaco Pd, amico e sodale di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, che ai massoni disse sì.

(13 settembre 2015) [url”Torna alla Home page”]http://megachip.globalist.es[/url]

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