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Tacere notizie per non dare armi ai nemici? Il caso Fubini

L'ammissione di Fubini? Nulla di nuovo, se non la schiettezza. Questioni che potrebbero disturbare il manovratore (vedi incremento decessi infantili in Grecia) son taciute "per non dare armi al nemico".

Tacere notizie per non dare armi ai nemici? Il caso Fubini
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3 Maggio 2019 - 22.15


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di Andrea Zhok.

L’ammissione di ieri di Federico Fubini, riportata qui, non è niente di nuovo, se non per l’inusuale schiettezza. Questioni sgradevoli che potrebbero disturbare il manovratore (come l’incremento dei decessi infantili in Grecia: un tema tra mille) vengono semplicemente messe sotto il tappeto, “per non dare armi al nemico”.

Che l’apparato mediatico italiano, per la stragrande maggioranza, si sia semplicemente schierato come braccio ideologico militante del liberalismo globalista (e dell’europeismo come sua espressione) è qualcosa di perfettamente ovvio a chiunque segua con un po’ d’attenzione l’informazione pubblica.

Esistono tre modalità che vengono adottate in questo senso.

In primo luogo si assiste ad un’amplissima area di omissione/censura rispetto a voci imbarazzanti o casi controproducenti (come nell’esempio di cui sopra).

In secondo luogo si ha a che fare con un intero dispositivo di amplificazione sistematica dei soli temi che possono accordarsi con i classici punti di forza del liberalismo globalista: diritti soggettivi violati, sofferenze dei migranti, “razzismo/fascismo” evocato ad alzo zero, ecc.

In terzo luogo, si opera non sui contenuti, ma sulle forme espressive, manipolando costantemente e senza pudore le parole stesse (il caso del termine ‘sovranismo’, il cui contenuto corrente è stato inventato di sana pianta dall’apparato mediatico italiano, è esemplare).

Di fronte a questo scenario deprimente molti gioiscono per i numeri a picco delle vendite dei quotidiani, e auspicano la definitiva chiusura di giornali e testate, la cui prevalente funzione residua è oramai quella propagandistica. 

Purtroppo io non riesco a rallegrarmi per questo scenario, perché una pubblica informazione autorevole ed equilibrata è un sine qua non per ogni democrazia funzionante, e il discredito in cui si è posta la stampa nazionale (cartacea e televisiva) non può che rappresentare un gravissimo ulteriore danno per la nostra democrazia (danno immensamente superiore all’esistenza di qualche neofascista esagitato).

Fonte: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1208535692661161&set=a.144967689017972&type=3&theater

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