di D. Rossi.
Se è vero che le élite dominanti nel mondo occidentale a guida anglo-sassone costituiscono un’enorme costellazione di potere finanziario e politico ad altissimo tasso tecnologico, intrecciata al sistema militare, Jens Stoltenberg, leader laburista norvegese dal 2002 al 2014, costituisce un esempio paradigmatico.
Stoltenberg, economista, dopo essere stato ministro dell’energia dal 1993 al 1996, è stato ministro delle finanze fino al 1997, per poi diventare primo ministro dal 2000 al 2001 e ancora dal 2005 al 2013.
Appena terminato questo ruolo, nel 2014, viene scelto come Segretario Generale della Nato, incarico che riveste fino al 1° ottobre 2022. Si candida a questo punto come governatore della Banca Centrale di Norvegia (Norges Bank), sollevando molte polemiche in Norvegia, nonostante le quali viene ufficialmente nominato, lo scorso 4 febbraio 2022.
Stoltenberg ha, quindi, servito il potere politico, militare e finanziario, a riprova del fatto che l’élite cui appartiene controlla il potere in tutti questi settori.
Nella paradigmatica e poliedrica carriera di Stoltenberg non manca un passaggio nel mondo in questo momento più strategico, cioè quello sanitario. Nell’intervallo di tempo fra il primo e il secondo incarico come primo ministro, infatti, Stoltenberg ha diretto la fondazione Gavi Alliance, ossia l’Alleanza Globale che opera per promuovere e diffondere vaccini e l’immunizzazione a livello globale, creata e principalmente finanziata da Bill Gates.
Stoltenberg, anche da premier, ha sempre continuato a tenere rapporti molto stretti con Gates e la Gavi Alliance, di cui è stato un instancabile promotore e ha indirizzato tanti soldi dei contribuenti norvegesi alle iniziative vaccinali di Bill. Facciamocelo raccontare proprio dal norvegese The Nordic Page, nel suo resoconto di un incontro avvenuto fra i due a Londra, il 13 giugno 2011.
«Stoltenberg e Gates hanno discusso di come rafforzare gli sforzi per vaccinare i bambini del mondo. Da anni lavorano a stretto contatto per ridurre la mortalità infantile nelle parti povere del mondo. (…) La Norvegia è un leader mondiale nello sviluppo socio-economico ed i Norvegesi dovrebbero essere orgogliosi della loro generosità», ha affermato Gates.
Bill Gates aveva anche aggiunto che i vaccini avrebbero potuto salvare quattro milioni di vite entro il 2015, assicurando ai bambini di tutto il mondo accesso a vaccini salvavita, se più paesi avessero seguito l’esempio della Norvegia.
«Sono molto lieto di collaborare con Bill Gates e la Bill & Melinda Gates Foundation per accrescere i finanziamenti per i vaccini. Impegno, innovazione ed efficienza sono le caratteristiche dell’approccio allo sviluppo di Gates. La vaccinazione è lo strumento più efficace per la salute pubblica. Pertanto, molti più paesi dovrebbero investire più soldi nella vaccinazione», affermava Stoltenberg in quell’occasione.
Capita l’antifona? La strepitosa e multiforme carriera del laburista Stoltenberg, che, dopo aver guidato le forze Nato, approda nelle stanze ovattate della banca centrale di Norvegia, è passata anche dai laboratori vaccinali di Bill Gates.
Banca di Norvegia che, sia detto per inciso, è tutt’altro che un’istituzione finanziaria di secondo piano. Infatti, attraverso il fondo sovrano norvegese (Government Pension Fund Global), attua investimenti in tutto il mondo. Nei primi sei mesi del 2021 ha guadagnato circa 100 miliardi di euro grazie all’andamento dei mercati azionari dopo la crisi provocata dal Covid-19, come ha annunciato la banca stessa.
Il valore del fondo al 30 giugno è salito a 11.673 miliardi di corone, pari a 1,117 miliardi di euro. Nel primo semestre ha avuto un rendimento del 9,4%, ovvero un guadagno di 990 miliardi di corone (94,7 miliardi di euro), grazie soprattutto ai suoi investimenti azionari, che rappresentano il 72,4% del suo portafoglio ed hanno avuto una crescita complessiva del 13,7%.
«Le partecipazioni hanno dato il contributo più elevato al rendimento nel primo semestre dell’anno, in particolare gli investimenti nei settori dell’energia e della finanza. Gli investimenti nelle società energetiche hanno reso il 19,5%», afferma in una nota Nicolai Tangen, amministratore delegato di Norges Bank Investment Management, il ramo della banca centrale norvegese che gestisce il fondo. I settori della salute e della tecnologia hanno avuto solidi ritorni durante la pandemia e l’aumento è continuato nella prima metà dell’anno. Le aziende tecnologiche hanno reso il 16,8%.
La Banca di Norvegia, come la Fed, investe direttamente in titoli azionari e obbligazioni. Non a caso, ritroviamo spesso la banca norvegese a fianco di BlackRock e Vanguard, i principali fondi di investimento a livello globale in molte partecipazioni azionarie in aziende strategiche di tutto il mondo.
La nomina di Stoltenberg alla guida della banca centrale, come abbiamo visto, ha sollevato non poche polemiche in Norvegia, ma ormai la sua nomina è cosa fatta.
Il suo caso dovrebbe spingere ad aprire una riflessione seria, anche in Italia, sul fenomeno delle cosiddette “porte girevoli”, il meccanismo, di stile anglo-sassone, che permette a certi personaggi di passare dall’uno all’altro dei punti chiave del potere.
Di conseguenza, la possibilità che hanno alcuni selezionati uomini, come nel caso di Stoltenberg, di muoversi ai vertici dei maggiori centri del potere globalizzato evidenzia il rischio (o la certezza) del forte condizionamento che quei centri, del tutto sottratti al controllo della sovranità popolare, esercitano sulle istituzioni democratiche.
D’altra parte, è stato lo stesso Sergio Mattarella, nel suo discorso di insediamento del secondo mandato da presidente della Repubblica, a osservare, pur guardandosi bene dal fare alcun riferimento specifico: «poteri economici sovranazionali tendono a prevalere e ad imporsi, aggirando il processo democratico».
Fonte: https://clarissa.it/wp/2022/02/22/protagonisti-del-nostro-tempo-jens-stoltenberg/